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Attualità mercoledì 09 dicembre 2020 ore 13:30

Il Consiglio regionale ricorda Carlo Azeglio Ciampi

Carlo Azeglio Ciampi
Carlo Azeglio Ciampi

Seduta solenne per celebrare i cento anni dalla nascita a Livorno di Ciampi, presidente della Repubblica dal 1999 al 2006



FIRENZE —  Il Consiglio regionale della Toscana ha ricordato questa mattina la figura di Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica dal 1999 al 2006. Lo ha fatto con una seduta solenne, nella ricorrenza dei cento anni dalla sua nascita a Livorno.

Ad aprire e a chiudere la seduta il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. 

“Abbiamo voluto questa cerimonia solenne in memoria del presidente Carlo Azeglio Ciampi – ha detto Mazzeo - perché vi è un legame indissolubile fra la Toscana, la sua Livorno in particolare, e il presidente Ciampi. Un legame stretto con la Toscana ma anche con questa istituzione, che ha portato il mio predecessore a dedicare al presidente lo spazio espositivo del palazzo del Pegaso, con una cerimonia che si è svolta alla presenza dei suoi figli Claudio e Gabriella”.

“Per la Toscana è un motivo d'orgoglio annoverare tra i suoi cittadini, che non solo sono nati qui, ma che qui si sono anche culturalmente formati – ha proseguito Mazzeo - un reale servitore della repubblica, perché il presidente Ciampi è uno di quei padri della nostra democrazia che ha contribuito con le parole, ma soprattutto con le azioni, a costruire la democrazia italiana”.

Mazzeo ha proseguito sottolineando come il presidente Ciampi abbia potuto essere un riferimento di insegnamento per tutti, perché lui era credibile, vero; fu infatti uno di coloro che l'otto settembre del 1943, giovane militare, scelse di stare dalla parte della libertà contro il fascismo e il nazismo, e che è stato grazie a lui che il tricolore e l’inno di Mameli sono divenuti simboli vivi di democrazia e della Repubblica.

“Ciampi è stato per noi giovani un vero maestro, convinto che la via d'uscita in qualunque situazione di crisi fosse da trovare nella coscienza e quindi nella cultura, motore della civiltà – ha detto ancora - Oggi che ci troviamo da una parte a combattere contro la pandemia e dall'altra a immaginare una nuova ripartenza il compito che abbiamo di fronte è proprio quello di disegnare, come avvertiva il presidente Ciampi, un nuovo Rinascimento”. “La lezione di Ciampi – ha concluso Mazzeo - deve significare che questa crisi deve essere un’occasione per costruire una Toscana migliore in un’Italia e in un’Europa migliori, perché, come ha detto venti anni fa, anche noi come lui dobbiamo sentirci orgogliosamente toscani, italiani ed europei”.

Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha spiegato che “nel ricordare il presidente Ciampi, quale direttore della Scuola Normale, non posso non esordire dalla sua esperienza di normalista, di allievo, riportando alcune sue parole: ‘Ho sempre guardato agli anni della Normale come alla fase costitutiva dell’essere uomo’”.

"In questi giorni di scelte difficili - ha proseguito Ambrosio - mi piace ricordare anche questi suoi pensieri e sentimenti, nei quali è difficile non riconoscersi: ‘responsabilità crescenti mi ponevano sempre più spesso di fronte a decisioni cruciali, a scelte difficili: mi soccorreva l’esperienza maturata; la conoscenza dei problemi da affrontare acquisita con metodo. Giungeva poi l’atto dell’assunzione di responsabilità. È il momento in cui chi deve decidere interroga solo se stesso; è l’ora delle norme interiori, quelle che gli insegnamenti e gli esempi ricevuti hanno sedimentato nella coscienza’”. 

Il direttore della Normale, ricordando che in questo momento sta avendo luogo il convegno “Carlo Azeglio Ciampi: la formazione, la memoria, la storia”, ha sottolineato come, dalle testimonianze già emerse sul ruolo di Ciampi negli anni dell’adesione all’euro, “appare chiaramente quanto, al di là dei dati macroeconomici, ebbero un ruolo nelle vicende di quegli anni i rapporti personali e di fiducia reciproca con gli altri capi di stato, inizialmente riluttanti, che Ciampi seppe instaurare. Penso che non dovremmo mai dimenticare questo fatto, che le istituzioni al di là delle regole di funzionamento sono fatte di persone, ed essere grati a Ciampi anche per questo”.


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