Attualità venerdì 10 marzo 2023 ore 18:35
Il Parlamento degli studenti dà voce alle proteste in Iran
I giovani parlamentari hanno accolto due rappresentanti del movimento Donna, Vita e Libertà che sostiene la lotta contro il regime iraniano
FIRENZE — Il Parlamento degli studenti della Toscana ha accolto e ascoltato in seduta plenaria Saeed Aman e Sanaz Partow, due rappresentanti di Donna vita e libertà, il movimento che, dal Settembre scorso, diffonde nel mondo la verità sulla sanguinosa repressione che il governo iraniano sta attuando contro migliaia di donne e uomini, spesso giovanissimi, in lotta per la libertà e la democrazia. L’incontro rientrava nell’ambito delle iniziative legate alla Giornata internazionale della Donna.
"Ho ritenuto importante invitare rappresentanti del movimento Donna, Vita, Libertà per parlare delle donne in un quadro generale e perché ritengo sia fondamentale diffondere le notizie e sensibilizzare tutti su quello che sta succedendo in Iran, dove la situazione è sempre più critica con la condanna e l'uccisione di uomini e donne" ha spiegato la presidente del Parlamento Maria Vittoria D’Annunzio.
Per l'occasione la giovane parlamentare toscana Beatrice Galatolo ha realizzato una speciale grafica, intitolata ‘Lotto’ e dedicata a Nika Shakarami, la diciassettenne iraniana uccisa per un video in cui cantava senza velo. “L’opera parla di speranza di cambiamento, di diritto alla giustizia, al rispetto e all’equità, in una società in cui ognuno ha il diritto di potersi esprimere - ha sottolineato Galatolo - Nella grafica gli occhi sono senza pupille perché, secondo la filosofia di Modigliani, non si possono dipingere le pupille di non si conosce l’anima e a Nika, privata del diritto di esprimersi, l'anima è stata strappata”.
“Motore delle proteste in Iran sono i ragazzi delle scuole e delle università - ha raccontato Sanaz Partow - ma il regime non si fa problemi ad uccidere nemmeno i minori o ad arrestarli. Si parla di quasi 20mila giovani arrestati e nelle carceri iraniane c’è ogni forma di tortura come violenze sessuali o accecamenti, circa 500 ragazzi mutilati, solo nelle ultime settimane. Il regime si vendica delle proteste attaccando le scuole, soprattutto quelle femminili, lanciando gas chimici”. “Siamo qui per dare voce alle proteste e alla rivoluzione che è in corso in Iran - ha detto Saeed Aman - Bisogna fare da portavoce dei ragazzi e raccontare quello che sta succedendo, contestualizzandolo dal punto di vista storico e sociale per renderlo tangibile”. Aman ha parlato di “una realtà spesso raccontata come un evento isolato mentre ha radici lontane ed è frutto di oltre 100 anni di lotte sociali per la libertà e la democrazia".
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