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Attualità venerdì 12 marzo 2021 ore 19:20

Covid, Aifa autorizza il vaccino Johnson & Johnson

L'Agenzia italiana del farmaco ha dato il via libera alla commercializzazione del nuovo siero monodose. Il ministro Speranza: "AstraZeneca è sicuro"



ROMA — Dopo l'Ema anche l'Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato la messa in commercio in Italia del vaccino contro il Covid prodotto dal multinazionale Johnson & Johnson. 

E' il quarto vaccino utilizzabile nel nostro Paese dopo quelli messi a punto da Pfizer Biontech, Moderna e AstraZeneca ma con una differenza sostanziale: per la copertura contro il Covid basta una sola dose, senza il richiamo. Un dettaglio strategico nell'ottica di una vaccinazione di massa come quella in corso.

L'Italia riceverà dalla Jonhson & Johnson 27 milioni di dosi di vaccino e le prime forniture arriveranno ad Aprile.

Oggi il ministro della salute Speranza è tornato anche sulla questione scottante del lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca, bloccato dall'Aifa su richiesta della magistratura per tre morti sospette avvenute in Sicilia nei giorni scorsi, tre militari deceduti dopo aver ricevuto la prima dose del siero. Una mossa prudenziale in attesa che venga dimostrata l'eventuale correlazione fra il vaccino e i decessi.

"Negli ultimi due giorni abbiamo somministrato circa 200mila dosi ogni 24 ore, 400mila in tutto - ha dichiarato il ministro - In Italia tutti i vaccini utilizzati sono efficaci e sicuri".

Dal canto suo AstraZeneca ha diffuso una nota in cui assicura "che non ci sono prove di un auento del rischio di un coagulo del sangue a causa del vaccino anti-Covid". "I numeri su questo tipo di problema medico sono molto più bassi in coloro che sono vaccinati rispetto a quanto ci si aspetterebbe nell'insieme della popolazione" scrive ancora l'azienda farmaceutica.

L'Italia ha ricevuto 250mila dosi del lotto di AstraZeneca sotto inchiesta e, di queste, quasi 16mila sono arrivate in Toscana all'inizio di Febbraio e le Asl le hanno somministrate quasi tutte senza che nessuno dei vaccinati soffrisse di reazioni avverse gravi. Quelle ancora non inoculate, appena 15, sono state consegnate ai Nas.


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