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Attualità domenica 20 settembre 2015 ore 14:28

Numeri da record per la 'Toscana della ciccia'

Presentato all'Expo il primo dossier Coldiretti sulle razze da carne toscane. La chianina traina il successo della biodiversità regionale



MILANO — La Toscana è il primo polo nazionale per l’allevamento della Limousine italiana con i suoi 7.307 capi iscritti, al 31 dicembre 2014, al Libro genealogico. Ed è anche la regione che vanta il record di chianine con 17.473 animali censiti alla fine dello scorso anno. 

i dati fanno parte del primo dossier elaborato da Coldiretti Toscana in collaborazione con Associazione Regionale Allevatori e Cooperativa Agricola Firenzuola, in occasione di No Meat No Party, la giornata dedicata alla carne toscana nell’ambito della settimana del Made in Tuscany all’Expo di Milano che si chiude oggi,

Un risultato prezioso per una regione che, solo una ventina di anni fa, aveva visto ridursi in modo sensibile la presenza del Gigante Bianco: il bovino più grande del mondo che, proprio per la sua stazza, è stato a lungo usato anche per i lavori nei campi ma che, con l’avvento della meccanizzazione in agricoltura, ha visto sfumare la sua importanza e, di conseguenza, calare precipitosamente il numero degli allevamenti. 

Insomma, il bovino della celebre bistecca alla Fiorentina ha rischiato davvero di andare perduto. Solo la caparbia e la determinazione degli allevatori che non lo avevano abbandonato ha permesso di traghettare la Chianina verso l’eccezionale performance odierna che fa di questo il bovino toscano leader per la produzione di carne. 

Stessa sorte (anche se con risultati molto differenti) ha avuto la Maremmana, altra razza presente da tempo immemorabile in Toscana che, come la Chianina, porta impresso nel nome il suo areale di diffusione. Oggi è uscita dalla fase dell’emergenza e il risultato ha permesso alla Toscana di guadagnare una brillante seconda posizione nella graduatoria nazionale: con 2221 capi iscritti al libro genealogico contro i 1976 del' anno prima. 

In crescita anche i capi di Pontemolese e di lGarfagnina che, nello stesso periodo, ha incrementato i suoi valori passando dai 159 capi del 2013 ai 184 del 2014. 

Ancora in fase di lieve erosione, ma in consolidamento, invece, la presenza della Pisana (più famosa localmente con il nome di Mucco Pisano) che, nell’arco di un anno, è passata dai 496 a 467 capi e la Calvana passata dai487 ai 454.

“La tutela della biodiversità è una ricchezza per il territorio - ha spiegato  Roberto Nocentini, presidente di Ara Toscana - La valorizzazione economica delle razze tipiche della nostra regione è sicuramente un vantaggio per tutti: perché consente alle aziende di continuare l’attività di presidio delle nostre campagne”, 

“La nostra è una regione in cui gli allevamenti hanno dimensioni comunque contenute e ben distribuite su tutto il territorio regionale - ha commentato Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana - Per questo, più che in altre realtà, qui si riesce ad attuare una gestione integrata tra allevamento zootecnico e produzione foraggera, a vantaggio della sicurezza e della tracciabilità della filiera, cosa che risponde alle nuove esigenze manifestate dal consumatore e al mantenimento di ecosistemi complessi”,


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