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Attualità martedì 09 maggio 2023 ore 18:40

Grassi o no, scovato l'ormone responsabile

piatto di spaghetti

Chi si abbuffa e resta magro come un fuscello, chi par ingrassare solo sognando un piatto di spaghetti. Il perché nello studio di scienziati toscani



PISA — Il suo nome è glp1, è un ormone ed è uno dei responsabili di come si metabolizzano i carboidrati dopo una grande abbuffata: lo afferma un nuovo studio pubblicato su Obesity, condotto da scienziati toscani e in particolare dell’Università di Pisa presso l’ente di ricerca NIH negli Stati Uniti. 

La ricerca ha indagato il ruolo di questo ormone, quantificando per la prima volta le variazioni di concentrazione nel sangue in risposta una dieta ipercalorica ad alto contenuto di carboidrati. Sì perché la reazione a una grande abbuffata ad alto contenuto di carboidrati non è la stessa per tutti. C’è chi riesce a smaltirla meglio di altri, e questo dipende in parte dal profilo metabolico. Per capire chi ha un metabolismo più risparmiatore o dispendioso, che tende cioè a bruciare più o meno carboidrati, c’è un’importante sentinella ed è proprio l’ormone glp1

La sperimentazione, spiega l'ateneo pisano, ha coinvolto 69 persone che nell'arco di 24 ore hanno ingerito circa 4.000 kilocalorie, praticamente il doppio rispetto alla dieta normocalorica. Quindi sono stati monitorati in una camera metabolica per misurare il dispendio energetico e la risposta termogenica alla dieta. 

Ebbene: da una stima dai risultati è emerso che, a parità di carboidrati ingeriti, le calorie bruciate dall'ossidazione dei carboidrati possono variare fino a 500 kcal/giorno a seconda del metabolismo di ogni individuo.

L’ormone glp1, rilasciato nella circolazione sanguigna proprio in base a quanto si mangia, stimola infatti il pancreas a produrre insulina: di conseguenza le cellule, in particolare quelle dei muscoli, riescono ad ossidare, cioè bruciare, più carboidrati.

“Abbiamo scoperto che gli individui che sono riusciti a ossidare più carboidrati quando sottoposti ad una dieta ipercalorica ad alto contenuto di carboidrati erano anche quelli che sono riusciti ad aumentare maggiormente la concentrazione nel sangue dell’ormone glp1”, spiega Paolo Piaggi, docente associato di bioingegneria al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell’Università di Pisa e autore senior dello studio.

Paolo Piaggi

Paolo Piaggi

“Identificare l’ormone glp1 come biomarker del profilo metabolico ci avvicina sempre di più ad una medicina personalizzata e di precisione nell’ambito della ricerca sull’obesità", osserva Piaggi, vincitore nel 2015 del programma Rita Levi Montalcini del Miur per far rientrare in Italia i giovani ricercatori che lavorano all’estero.

"Questo in prospettiva - aggiunge - potrà semplificare la definizione dei profili metabolici, che potrà avvenire con un semplice esame del sangue, senza ricorrere come oggi, a procedure più complesse come quelle che vengono condotte all’interno di una camera metabolica”.


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