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L'astronauta gioca a yoyo nello spazio: «Ecco come si fa senza gravità»
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Attualità lunedì 14 luglio 2025 ore 16:00

Il futuro dei satelliti è a bassa quota

Foto di: Scuola Superiore Sant'Anna

Finanziato un progetto della Scuola Sant'Anna: l'obiettivo dimostrare la fattibilità di un innovativo propulsore spaziale



PISA — Dimostrare la fattibilità di un nuovo tipo di propulsore spaziale, capace di far volare i satelliti in orbite molto basse, al di sotto dei 400 km di altitudine, sfruttando l’atmosfera terrestre e l’energia solare. E' questo l'obiettivo del progetto Bridge, coordinato da Tommaso Andreussi, professore ordinario all’Istituto di Intelligenza Meccanica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Il progetto, finanziato con un Erc Proof of Concept dal Consiglio Europeo per la Ricerca, potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di missioni satellitari a basso costo e impatto ambientale. 

L’idea, spiega una nota della Scuola superiore Sant'Anna, nasce come evoluzione dei risultati ottenuti dal progetto di ricerca Erc Breathe e si basa sulla collaborazione tra il gruppo di Tecnologie per lo Spazio dell’Istituto di Intelligenza Meccanica e la spin-off Celeste S.r.l..

Alla base del progetto, che avrà una durata di 18 mesi, ci sarà lo sviluppo di un nuovo tipo di propulsore che sfrutta microonde e una configurazione magnetica innovativa per facilitare la ionizzazione dell'atmosfera, che alle altitudini considerate è estremamente rarefatta. Grazie all'interazione fra il plasma così generato e campi elettrostatici, si tenterà di generare una spinta sufficiente a contrastare la resistenza atmosferica e mantenere il satellite in orbita per tempi molto lunghi.

La progettazione sarà accompagnata da avanzate simulazioni atmosferiche e di dinamica del plasma, già sviluppate durante il progetto Breathe. Inoltre, la campagna sperimentale potrà contare sul simulatore spaziale dell’Istituto di Intelligenza Meccanica, uno dei pochi in Europa progettati appositamente per testare propulsori al plasma air-breathing.

“Questo progetto - spiega Andreussi- permetterà di studiare una configurazione di propulsore mai testata in precedenza. Un risultato positivo potrebbe farci fare un grande passo avanti nel realizzare il volo satellitare a orbita molto bassa, rendendo l'utilizzo dello spazio più sostenibile e accessibile a tutti”.


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