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Attualità venerdì 10 luglio 2020 ore 18:15

Focolai Covid, via al monitoraggio nelle fogne

Prende il via da alcune città turistiche il progetto di sorveglianza epidemiologica di Sars-Cov-2 attraverso le acque reflue urbane



ROMA — Al via il monitoraggio delle acque reflue in alcune località turistiche che servirà ad acquisire indicazioni utili sull’andamento epidemico e sull’allerta precoce di focolai nelle prossime fasi dell’emergenza.

Il progetto di sorveglianza epidemiologica di SARS-COV-2 attraverso le acque reflue urbane attraverso una rete di strutture territoriali analizzerà la presenza di tracce del virus nelle acque reflue a fini di monitoraggio preventivo sulla presenza del coronavirus e la sua possibile propagazione in Italia.

Il monitoraggio è in collaborazione tra il coordinamento tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Coordinamento Interregionale della Prevenzione, Commissione Salute, della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.

I campioni prelevati prima dell’ingresso nei depuratori dei centri urbani possono essere utilizzati come ‘spia’ di circolazione del virus nella popolazione. Le prime analisi hanno già consentito di rilevare Rna di Sars-Cov-2 in diverse aree del territorio nazionale nel corso dell’epidemia; inoltre, mediante indagini retrospettive su campioni di archivio, hanno rivelato la circolazione del virus in alcune aree del Nord a Dicembre 2019, periodo antecedente la notifica dei prima casi di Covid-19 (vedi articolo collegato).

Il programma di lavoro si articola in due fasi: la prima fase, su base volontaria e autofinanziata dai partecipanti al progetto, prenderà al via nel mese di luglio nelle località turistiche, siti prioritari. Nella seconda fase attivabile da ottobre sulla base delle risorse disponibili, prevede una rete di sorveglianza estesa a livello nazionale, focalizzata sugli aggregati urbani.

La rete del progetto SARI includerà strutture territoriali quali ARPA, ASL, IZS, Università, centri di ricerca e gestori del servizio idrico integrato: grazie anche al supporto di Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) oltre 50 gestori hanno aderito su base volontaria al progetto, mettendo a disposizione specifiche competenze e proprie strutture.


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