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Attualità giovedì 11 agosto 2022 ore 11:00

Congedi parentali, anche i papà a casa 10 giorni

mano di neonato e di adulto

Scattano il 13 Agosto le nuove regole per i neogenitori tra estensione di indennità, assenze dal lavoro, diritti per gli autonomi. Tutte le novità



ROMA — Un occhio alla parità di genere con 10 giorni di congedo obbligatorio anche per i papà, estensione delle indennità e ampliamento del diritto ad ottenerla per le lavoratrici autonome: sono alcune delle principali novità sul congedo parentale in vigore da sabato 13 Agosto.

Le ha introdotte il decreto legislativo 30 Giugno 2022 numero 105 che affronta la materia di maternità, paternità e congedo parentale nell'ottica di un miglioramento della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare per tutti i lavoratori che svolgono ruoli di cura come genitori o prestatori di assistenza, puntando anche al raggiungimento di una effettiva parità di genere sia sul lavoro che in famiglia.

E così ecco che anche i padri potranno, anzi dovranno stare vicini ai bebè grazie all'introduzione di un congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni, raddoppiabile in caso di parto multiplo. I papà lavoratori dipendenti potranno fruirne tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto, anche in caso di nascita o morte perinatale del bambino e anche eventualmente durante il congedo di maternità della madre lavoratrice. Sono compatibili con la fruizione, non negli stessi giorni del congedo di paternità cosiddetto 'alternativo'.

Si estende poi il diritto all'indennità per quanto riguarda il congedo parentale, e arriva fino ai 12 anni d’età del bambino, rispetto ai 6 anni precedentemente previsti, con una diversa ripartizione dei periodi indennizzabili che complessivamente possono arrivare fino a un massimo di 9 mesi e non più 6.

Novità anche per le lavoratrici autonome, che acquisiscono il diritto all’indennità giornaliera anche nei periodi antecedenti i due mesi prima del parto, in caso di “gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza”, accertate dalla Asl, spiega la circolare dell'Inps.


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