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Cronaca mercoledì 26 luglio 2017 ore 19:30

"E' stato Ultimo a chiedere il rientro nell'Arma"

Lo ha dichiarato il direttore dell'Aise Alberto Manenti in audizione al Copasir confermando quanto dichiarato dal colonnello Sergio De Caprio



ROMA — Dopo il polverone sollevato dalla notizia che il colonnello Sergio De Caprio, il leggendario capitano Ultimo che arrestò il boss mafioso Totó Riina, avrebbe lasciato i servizi segreti ovvero l'Aise per far ritorno nell'Arma dei Carabinieri, ci ha pensato il direttore dello stessa Aise Alberto Manenti a fare chiarezza durante un'audizione al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

"E' stato Ultimo a chiedere di lasciare l'Aise per rientrare nell'Arma dei Carabinieri insieme ad alcuni colleghi" ha dichiarato Manenti. 

Manenti ha poi ricostruito le vicende degli ultimi mesi smentendo che il trasferimento sia stato invece deciso dai vertici dell'Aise a seguito delle voci di un presunta collaborazione fornita senza alcun titolo da De Caprio e da altri colleghi ad alcuni carabinieri del Noe nell'inchiesta delle procure di Napoli e Roma sugli appalti della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione.

Dal canto suo De Caprio ha sempre dichiarato di aver deciso di tornare nell'Arma in modo "autonomo e consapevole" dopo "reiterate e diffuse insinuazioni e manipolazioni della realtà" pubblicate su alcuni organi di stampa.

L'inchiesta su un sistema di corruzione infiltrato negli appalti della Consip è stata contaminata nel corso dei mesi da ripetute fughe di notizie per cui sono indagati imputati eccellenti come il ministro dello sport Luca Lotti, il comandante generale dei Carabinieri Tullio Del Sette, il comandante della Legione Toscana dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia, il numero due del Noe dei Carabinieri Alessandro Sessa, il capitano del Noe di Napoli Giampaolo Scafarto. Indagati in concorso per rivelazione di segreto d'ufficio anxhe il pm della procura di Napoli John Henry Woodcock e l'amica giornalista Federica Sciarelli.

Nell'inchiesta principale su episodi di corruzione e turbativa d'asta negli appalti Consip c'è una sola persona colpita da una misura interdittiva, l'imprenditore Alfredo Romeo, attualmente agli arresti domiciliari. Indagato per traffico di influenze illecite Tiziano Renzi, padre del segretario del Pd ed ex presidente del Consiglio Matteo.

(Vedi qui sotto gli articoli collegati)


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