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Attualità lunedì 13 ottobre 2014 ore 14:21
Rossi: 'La Toscana sforerà il patto di stabilità'
Nel 2015 Il governatore spenderà fuori dal patto 50 milioni di euro per la prevenzione di frane e alluvioni. ''Non possiamo annegare per la Merkel''
FIRENZE — Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi guida la rivolta di Regioni e Comuni contro il patto di stabilità che impedisce agli enti di spendere fondi pubblici già stanziati per migliorare la sicurezza idrogeologica dell'Italia.
''Se i limiti fissati dal patto non saranno allargati in misura consistente - ha detto Rossi - il prossimo anno la Regione Toscana non inserirà nel patto i 50 milioni di euro stanziati ogni anno, fin dal 2011, per gli interventi di messa in sicurezza del territorio dal rischio alluvioni e frane. Poi succeda quel che deve succedere. Noi abbiamo contribuito a finanziare la riunificazione della Germania dopo il crollo del muro di Berlino. Credo la Germania possa concedere un allentamento del patto di stabilità quando si tratta di finanziare opere pubbliche che servono per la sicurezza della popolazione''.
''Faccio un appello ai miei colleghi presidenti di Regione e ai sindaci perchè facciano altrettanto - ha proseguito il governatore - Gli esperti dicono che per mettere in sicurezza l'Italia ci vogliono 3 miliardi di euro, una cifra che nessun governo potrà mai stanziare tutta insiene. Ma se ogni Regione decide di stanziare ogni anno 50 milioni di euro al di fuori del patto e poi procede con i lavori, la sicurezza migliorerà''.
Ma è guerra aperta anche contro la burocrazia. Rossi ha deciso di commissariare la Provincia di Massa per i lavori mai effettuati sul Carrione e sul Magra a Podenzana, e il Consorzio di bonifica Toscana sud per quelli a Castedipietro.
La stessa procedura, varata negli anni scorsi tramite un'apposita legge, ha consentito alla Regione di sbloccare decine di opere, fra cui le casse di espansione dell’Arno a Figline e ai Renai, dell’Ombrone pistoiese a Querciola e del bacino di Roffia a San Miniato. Ma ci sono altri grossi interventi in ritardo, come lo scolmatore d’Arno insabbiato, i laghi primavera a Pistoia, il terzo lotto a Figline, l’innalzamento delle dighe di Levane. Per questi ultimi due, la Regione ha stanziato 40 milioni e ne chiede altrettanti al governo. Ma soprattutto chiede ai burocrati di fare la loro parte. Nelle prossimi settimane, il presidente toscano convocherà a Firenze i rappresentanti di tutti gli enti (ministeri compresi) coinvolti nelle autorizzazioni per le opere contro il rischio idraulico. A tutti chiederà impegni precisi sui tempi di rilascio. Ritardi e inadempienze saranno poi pubblicizzati dalla Regione su manifesti sei metri per sei sparsi in tutta la Toscana.
Il governatore ha infine chiesto al governo Renzi che i presidenti di Regione vengano nominati commissari di tutte le opere contro il rischio idrogeologico, anche future. Per vigilare sulla loro realizzazione e assumersene pienamente le responsabilità.
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