Provano a scappare dall'uragano Milton ma sono costretti a tornare a casa: «Non c'è più benzina e il traffico è assurdo»
Attualità venerdì 08 gennaio 2016 ore 13:37
Quando l'Antartide era coperto di foreste
Identificati dai ricercatori dell'Università di Siena, in viaggio dall'Antartide alla Nuova Zelanda, oltre 250 legni fossili e impronte di foglie
SIENA — Sono in viaggio sulla nave Italica dall’Antartide alla Nuova
Zelanda i tre ricercatori dell’Università di Siena che hanno partecipato
alla trentunesima Spedizione italiana del Programma Nazionale Ricerche
in Antartide, studiando una delle più vaste e rilevanti foreste fossili
del Polo Sud.
Gianluca Cornamusini, Matteo Perotti e Sonia Sandroni
hanno svolto la parte principale dell'attività di ricerca utilizzando un
campo remoto ad Allan Hills, in rilievi distanti oltre 200 km dalla
base scientifica italiana Mario Zucchelli, nella Terra Vittoria.
Nonostante
le avverse condizioni ambientali - nei primi giorni le raffiche di
vento fino a 40 nodi hanno portato la temperatura percepita a circa
-55°C - le ricerca geologica nell'area di Allan Hills ha dato ottimi
risultati e ha permesso di conoscere a fondo una antica e vasta foresta
fossile, antica di circa 245 milioni di anni.
L'attività è stata
svolta nel progetto di ricerca coordinato da Franco
Talarico, docente del dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e
dell’Ambiente.
I tronchi e gli alberi
fossili abbattuti erano già stati identificati dal gruppo di ricerca in
due spedizioni precedenti. I tronchi sono inglobati nella roccia, data
da arenarie prodotte dall’attività di un antico sistema fluviale di età
del Triassico medio (circa 245 milioni di anni di età) e affiorano su di
una superficie vasta alcuni km2, sotto forma di legno silicizzato ed in
parte carbonizzato.
Oltre ai tronchi
fossilizzati sono state rinvenute numerose impronte di foglie fossili,
che permettono una migliore identificazione delle piante. I nuovi
ritrovamenti effettuati quest’anno hanno permesso di identificare,
mappare e schedare, tramite l’ausilio di tablet dedicati, sistemi GPS
con mappe georeferenziate e immagini satellitari ad alta risoluzione,
oltre 250 tronchi fossili, che fanno di Allan Hills uno dei giacimenti a
fossili vegetali più grandi e importanti dell’Antartide, meritevole di
essere proposto come geosito di interesse internazionale ed area
protetta antartica.
Si tratta infatti dei resti di un’antica e vasta
foresta fossile triassica, molto probabilmente abbattuta da una o più
piene alluvionali catastrofiche, con i tronchi trascinati dalla corrente
del fiume e poi abbandonati nei sedimenti.
Questi eventi potrebbero essere in relazione con le forti variazioni
climatiche caratteristiche di tale periodo, conseguenza di una fase
estremamente critica della storia della Terra, ovvero una delle più
grandi estinzioni di massa, che avrebbe totalmente distrutto oltre il
95% delle specie animali e vegetali.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI