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Attualità venerdì 10 ottobre 2014 ore 18:38
Il 'grosso guaio' dei cantieri dell'alta velocità
L'Espresso dedica un'inchiesta al tunnel Av di Firenze, bloccato dal 2013 dalla magistratura e dalla crisi dei costruttori. Cisl: 'Bisogna ripartire''
FIRENZE — "Grosso guaio a Renzitown". Sono queste e parole che aprono l'inchiesta dell'Espresso dedicata al Tunnel dell'alta velocità di Firenze, i cui lavori dovrebbero riprendere nelle prime settimane del 2015 quando il Cnr avrà sciolto la riserva sulle terre di scavo del cantiere di Campo di Marte, classificandole come semplici residui da cantiere o come rifiuti speciali, più difficili da smaltire.
Secondo l'Espresso, viste le difficoltà economiche in cui versano ora le imprese che il 28 maggio 2007 si sono aggiudicate l'appalto per l'opera, sarebbe più conveniente pagare le penali previste in caso di rinuncia ai lavori, piuttosto che rimettere in funzione la Monna Lisa, la trivella che aveva iniziato a scavare il tunnel sotterraneo a Firenze, ma che ora giace in un deposito a Campo di Marte.
Una possibilità che non convince il segretario della Filca Cisl Toscana, Ottavio De Luca, secondo cui "è necessario avviare i cantieri per assicurare un'opera di fondamentale importanza per l'economia della regione e per la dotazione infrastrutturale non solo regionale, ma dell'intera nazione".
Secondo De Luca, infatti, la crisi dell'edilizia ha già provocato un numero di vittime considerevole per la sola area attorno a Firenze. "Nella sola cassa edile fiorentina negli ultimi cinque anni sono 'scomparsi' oltre settemila lavoratori, il 41% del totale - ha detto De Luca - I lavori consentirebbero all'edilizia di tirare un sospiro di sollievo, dopo lo stillicidio di posti di lavoro persi degli ultimi anni".
In attesa di vedere le decisioni del Cnr in materia di terre di scavo, intanto, il 15 ottobre la commissione regionale d'inchiesta sull'Alta Velocità concluderà i suoi lavori. Da lì usciranno 3 relazioni, una di maggioranza, a firma del vicepresidente della commissione, Eugenio Giani; due di minoranza, una del segretario Mauro Romanelli e una della presidente Marina Staccioli.
Tre relazioni che valuteranno la scelta del governatore Rossi di rimuovere dal suo incarico l'architetto Fabio Zita, responsabile delle valutazioni di impatto ambientale e che nell'aprile 2012 classificò le terre scavate dalla mega fresa Monna Lisa come rifiuti speciali.
Secondo Giani e Romanelli, si è trattato di una rimozione legittima da parte di Rossi, visto l'eccesso di zelo dimostrato da Zita nel disbrigo delle pratiche. Secondo Staccioli, invece, si tratta di una sostituzione politicamente sospetta.
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