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Attualità lunedì 23 dicembre 2024 ore 17:30
Metalli preziosi dai rifiuti, in Toscana il primo impianto d'Europa

La nuova struttura ha una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche l'anno. Ecco dove si trova e tutti i suoi segreti
TERRANUOVA BRACCIOLINI — Oro, argento, palladio e rame, metalli preziosi recuperati dalle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche: in Toscana si può, grazie al nuovo impianto - primo del genere in Europa - inaugurato dal gruppo Iren nel Valdarno Aretino, a Terranuova Bracciolini, alla presenza del ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dell’assessora regionale all’ambiente Monia Monni, del sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni, dei vertici Iren col presidente Luca Dal Fabbro e l’amministratore delegato della controllata Iren Ambiente Eugenio Bertolini.
L’impianto ha una capacità di trattamento di oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno, che consentiranno di recuperare nel nuovo polo dell’economia circolare quasi 200 chili di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame.
L’innovativo trattamento dei Raee permetterà di recuperare metalli producendo una quantità di CO2 tre volte inferiore rispetto ai tradizionali processi di estrazione mineraria e di incenerimento.
Tutti i numeri del nuovo impianto
Il sito, che si estende su una superficie di circa 2.400 metri quadrati, rappresenta un unicum a livello nazionale, in un Paese in cui solo il 30% dei rifiuti elettronici viene recuperato correttamente.
L’impianto - realizzato da Valdarno Ambiente, società del Gruppo Iren - consentirà l’estrazione, la selezione e il recupero di metalli quali oro, argento, palladio e rame, presenti all’interno di schede elettroniche di piccoli elettrodomestici e dispositivi elettronici. A caratterizzare la tecnologia dell’impianto è un processo innovativo di disassemblaggio meccanico e trattamento idrometallurgico appositamente progettati, capaci di estrarre i metalli non nobili per isolare e recuperare così i metalli preziosi e le materie prime critiche. Questi materiali, inoltre, saranno tracciati e certificati tramite blockchain.
La capacità di trattamento della struttura è pari a oltre 300 tonnellate di schede elettroniche all’anno, che permetterà un recupero medio minimo settimanale di circa 1 chilo di oro, 2 chili di argento, mezzo chilo di palladio, 500 chili di rame metallico puro e tra i 600 e 700 chili di rame in polvere, arrivando quindi a quasi 200 chili di metalli preziosi e 57 tonnellate di rame all’anno.
Oggi oltre il 90% delle schede elettroniche recuperate in Italia è destinato all’esportazione, pertanto il nuovo impianto del Gruppo Iren si colloca in una innovativa direzione di circolarità e prossimità territoriale. Infatti, oltre a contribuire allo sviluppo economico dell’area, le attività del Gruppo potranno favorire sinergie con l’importante distretto orafo aretino, che potrà utilizzare le materie recuperate senza alcuna ulteriore lavorazione.
Sotto l’aspetto ambientale l’impianto, che detiene già l’autorizzazione per i requisiti End of Waste, rappresenta dunque una vera best practice per la transizione ecologica: il trattamento dei Raee che verrà applicato permette infatti di ridurre il consumo energetico e di produrre una quantità di CO2 di almeno tre volte inferiore a quella prodotta nei processi estrattivi tradizionali. Non sono inoltre previsti scarichi idrici di acque industriali: l’acqua usata verrà trattata e quasi totalmente riutilizzata nello stabilimento, mentre le emissioni in atmosfera saranno controllate tramite sistemi di filtrazione e depurazione.
Funzionamento dell’impianto
La struttura dispone di aree di stoccaggio e un laboratorio chimico che, attraverso analisi spettroscopiche, misurerà la qualità delle schede elettroniche da trattare, quella dei prodotti intermedi e dei metalli riciclati.
Nella prima fase di separazione termo-meccanica, le schede elettroniche vengono riscaldate fino a 220 °C per facilitare il distacco dei vari componenti. Questi vengono poi ulteriormente separati per dimensione e infine triturati. Il secondo processo riguarda il recupero e l’affinazione chimica dei metalli, dove i componenti elettronici triturati passano attraverso due fasi importanti.
L’impianto lavora 1 ton di schede elettroniche per volta, per cui è possibile certificare le quantità di metalli estratte puntualmente superando le modalità di campionamento utilizzate negli impianti di incenerimento tradizionali.
Nella prima fase di Leaching (Lisciviazione) attraverso una reazione chimica con due diverse soluzioni acide, vengono estratti i metalli non nobili come ferro, piombo, stagno, alluminio e rame.
I primi vengono smaltiti, mentre il rame viene ulteriormente lavorato per diventare idoneo al riutilizzo.
Nella seconda fase di Leaching i componenti triturati vengono trasferiti in 6 reattori, dove entrano in contatto con soluzioni acide specifiche per estrarre argento, oro e palladio. Il rame viene purificato tramite un processo elettrolitico, l’argento viene trasformato in cloruro di argento e poi fuso in lingotti, mentre l’oro viene purificato e trasformato in lingotti 24 carati. Infine il palladio viene recuperato sotto forma di sale disciolto in una soluzione liquida
"Per la Toscana occasione di crescita del territorio"
“Lo smaltimento dei rifiuti - ha spiegato Giani - è una delle attività più delicate, ma che con l'applicazione della tecnologia e delle più moderne tecniche innovative genera un processo di economia circolare virtuosa e quindi la trasformazione in materia prima di ciò che comunemente si considera rifiuto. E' quello che avviene grazie ad Iren in questo impianto a Terranuova Bracciolini, un luogo ricco di storia, di cultura, ma anche di vitalità, con crisi, pensate alla Fimer, che si sono risolte recentemente".
"La vicinanza del distretto orafo aretino più importante d'Europa è un binomio vincente rispetto a questo tipo di lavorazione. E’ un distretto – ha aggiunto Giani - che si sta caratterizzando con grande successo e grande ricchezza: i dati sull'esportazione, sulla crescita del settore sono tutti estremamente positivi. È evidente che trovare una risposta anche a quello che è il riciclo, il recupero come avviene in questo impianto dà forte impulso e ricchezza a questo territorio”
"Il recupero dei Raee - ha sottolineato Monni - rappresenta un’opportunità importante perché segna in particolare l’occasione di recuperare dai rifiuti metalli preziosi e terre rare, utilizzando tecnologie innovative e a basso impatto ambientale”.
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