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Attualità martedì 21 maggio 2024 ore 10:00

Apicoltori in crisi, il miele si importa dall'estero

apicoltori

In Toscana sono oltre 7mila le aziende apistiche che si prendono cura di 170mila alveari e 20mila sciami. Rischi legati a clima e concorrenza sleale



TOSCANA — Melari vuoti o quasi e boom di importazioni di miele straniero con un +23%: sono i dati della crisi toscana della bee economy diffusi da Coldiretti regionale in occasione della Giornata Mondiale delle Api. Il clima e la concorrenza sleale hanno messo a rischio gli apicoltori, alfieri di un settore fondamentale non solo per l'economia, ma anche per la biodiversità.

In Toscana sono oltre 7mila le aziende apistiche che si prendono cura di 170mila alveari e 20mila sciami. Producono numerose tipologie di miele dall’acacia al castagno, dall’edera al girasole, dalla sulla al rovo, con una crescita sensibile della presenza di donne e giovani a condurre le aziende apistiche. 

Ma il settore è in grandi difficoltà a causa dei cambiamenti climatici che mandano in tilt le api: gli insetti non riescono più a sincronizzarsi con le piante, con conseguenze non solo sulla quantità di miele prodotto e sulla sostenibilità economica delle aziende agricole, ma principalmente per le colture alimentari considerando che tre su quattro dipendono proprio dalle api e dagli altri impollinatori.

Ai rischi climatici si aggiungono quelli per le importazioni di miele da paesi terzi di bassa qualità: “Le norme di aggiornamento contrasteranno le importazioni di miele adulterato da paesi terzi attraverso l’etichettatura obbligatoria e chiaramente visibile del paese di origine e avvieranno un processo per creare un sistema di tracciabilità del miele. Nel caso delle miscele saranno indicate anche le percentuali con cui ciascun paese partecipa alla composizione di quel prodotto. E’ un bel passo in avanti verso la trasparenza", spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana.


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