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Attualità mercoledì 23 novembre 2022 ore 18:50

Cibo in provetta? Sette toscani su 10 non si fidano

ribollita
La ribollita, uno dei piatti tipici toscani

Nella patria di ribollita, pappa al pomodoro e bistecca la prospettiva di alimenti sintetici non convince. I dati di monitoraggio Coldiretti/Ixè



TOSCANA — Cibo in provetta no grazie: lo dicono 7 toscani su 10 (il 68%) secondo il sondaggio condotto da Coldiretti/Ixè in occasione con la mobilitazione regionale ma anche italiana e internazionale contro gli alimenti sintetici, creati in laboratorio con cellule staminali.

Nella patria di ribollita, pappa al pomodoro e bistecca la prospettiva non convince. Il 60% nutre dubbi sul fatto che il cibo sintetico sia sicuro per la salute, mentre secondo il 42% il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero. C’è anche chi ne teme l'impatto sulla natura (18%). 

L'indagine di Coldiretti/Ixè accompagna la petizione promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia per chiedere una legge di iniziativa popolare che vieti la produzione e la vendita di fake food in Italia. 

"La petizione - rammenta Coldiretti Toscana - è sottoscritta già da migliaia di cittadini. Tra i primi firmatari il governatore Eugenio Giani e il vicepresidente Stefania Saccardi con il presidente Antonio Mazzeo pronto a portare in consiglio una mozione a sostegno". Trasversale poi l’adesione di sindaci, vescovi, amministratori regionali e locali, rappresentanti di associazioni di categoria a livello regionale.

La Toscana e il mondo

No, non è fantascienza il cibo sintetico. Le esperienze su carne prodotta in laboratorio e latte 'senza mucche' fino al pesce senza mari, laghi e fiumi sono già in atto. A livello Ue arrivano le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue mentre negli Stati Uniti la la Food and Drug Administration (Fda) ha già approvato un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali per pollo sintetico ottenuto raccogliendo cellule da animali vivi che vengono moltiplicate in un bioreattore.

In Danimarca un'azienda punta a produrre latte sintetico che nulla abbia a che spartire con le mucche: si usa il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle bovine, spiega Coldiretti Toscana, e lo si mette in coltura dentro un lievito che viene poi inserito nei fermentatori dove si moltiplica rapidamente e produce proteine del latte che vengono poi combinate con vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali per formare i latticini sintetici.

Poi ci sono i bastoncini di pesce in arrivo dalla Germania, sostanza ittica coltivata in vitro senza aver mai neppure visto il mare. Sushi in provetta anche negli Stati Uniti. Non sono che alcuni esempi.

Ma in Toscana no

“La Toscana sta dalla parte della ciccia e del cibo naturale coltivato nei campi ed allevato nelle stalle da migliaia di agricoltori ed allevatori", sottolinea il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi secondo cui "il cibo sintetico non è sostenibile". Grandi imputate sono le particelle emesse in atmosfera dai bioreattori: "Rimangono lì per millenni", afferma Filippi. 


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