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Attualità domenica 10 marzo 2024 ore 18:50

Crisi in Mar Rosso, calo di attracchi commerciali nei porti toscani

cargo

Con gli attacchi sulla rotta di Suez meno arrivi di cargo e cisterne. In Toscana il commercio navale estero vale 8,8 miliardi. I dati Cgia di Mestre



TOSCANA — La crisi in Mar Rosso con gli attacchi Houti sulla rotta del canale di Suez ha già prodotto effetti sul commercio navale estero che in Toscana - fra importazioni ed esportazioni - implica un giro d'affari di 8 miliardi e 813 milioni di euro che adesso sono a rischio.

Nel primo bimestre 2024 a raffronto con lo stesso periodo 2023, il porto di Livorno a livello nazionale risulta fra i più colpiti dal calo di attracchi di cargo e cisterne, con un crollo in valore assoluto di 43 navi mercantili in meno (9,8%). Prima di Livorno c'è Genova (-61 unità, -10,7%) e a seguire invece ecco Venezia (-34 unità, -6,4%).

I dati arrivano da un report dell'ufficio studi della Cgia di Mestre i cui esperti, tuttavia, non ravvisano elementi di particolare gravità nel calo di 169 unità navali commerciali (-3,6%) registrato in Italia nei mesi in esame.

In Toscana non è solo Livorno (con un numero di attracchi passato da 441 a 398 unità) a patire il calo di attracchi: a Marina di Carrara fra Gennaio e Febbraio 2024 sono approdate 77 navi commerciali, a fronte delle 90 che avevano raggiunto lo scalo negli stessi mesi del 2023. Si tratta di 13 unità navali in meno che incidono per il -14,4% sui traffici complessivi.

Il calo nei porti italiani tabella

Gli attracchi di navi mercantili nei porti italiani (Fonte: Cgia Mestre)

Ma quali sono i prodotti a maggior rischio di approvvigionamento, e di conseguenza anche di impennata nei prezzi? "Dall’analisi delle categorie merceologiche emerge che dei 161,7 miliardi di euro a cui ammonta il commercio estero con i paesi influenzati dalla crisi del Mar Rosso, sono le macchine e gli apparecchi elettrici/meccanici le produzioni che potrebbero essere più penalizzate dai venti di guerra che stanno soffiando in quell’area", afferma il report. 

"Seguono i prodotti petroliferi e il gas naturale con 24,9 miliardi di import, i prodotti chimici/gomma/plastica con 18,9 miliardi (12,4 di import e 6,4 di export) e i metalli con 18,6 miliardi di euro (15,4 di import e 3,2 di export)", sono le parole degli esperti.


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