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Attualità giovedì 02 febbraio 2023 ore 16:50

Frutta o verdura, ai toscani piace 'bio'

Frutta e verdura

La Toscana è leader nazionale per incidenza di aziende biologiche, e nelle famiglie sempre più spesso si punta sui prodotti a filiera corta



TOSCANA — Che sia frutta o sia verdura ai toscani piace 'bio', e l'alto gradimento per i prodotti a filiera corta e coltivati in modo naturale si esprime sia dalla parte degli imprenditori agricoli, con la Toscana leader nazionale per incidenza delle aziende biologiche, sia dalla parte dei consumatori con quasi 9 famiglie toscane su 10 (l'89%) che nell'ultimo anno dichiara di avere acquistato almeno una volta prodotti biologici, spesso nei mercati contadini.

Il dato giunge da Coldiretti Toscana all'indomani dell'ingresso di frutta e verdura bio entrano nel paniere Istat 2023 con arance, mandarini, limoni, banane, mele, pere, pesche, kiwi, pomodori da insalata, melanzane, zucchine, peperoni, carote, cipolle.

La Toscana è la prima regione per incidenza di aziende biologiche (13,8%), la seconda per incidenza di superfici (34,1%) e la terza per estensioni complessive con 225.295 ettari. Dal 2017 al 2021 le superfici complessive sono aumentate del 73% passando da 130mila ettari a 225mila ettari mentre il numero di operatori è cresciuto addirittura del 170%, da 5.141 a 13.883 secondo l’Istat.

Buono e genuino, certo, ma non solo perché l'agricoltura biologica consente anche, come spiegano da Coldiretti, di tagliare di un terzo i consumi energetici attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas. 

Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia e così via) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti. 

In questo modo si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%.


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