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Attualità venerdì 21 giugno 2024 ore 18:05

Caldo e afa, ventilatori accesi anche nelle stalle

Ventilatori e abbeveratoi a pieno regime nelle fattorie per dare sollievo agli animali in difficoltà a causa delle alte temperature



TOSCANA — Con l'arrivo dell'anticiclone Minosse che ha portato le temperature oltre i 30 gradi sono scattate, nelle fattorie toscane, le misure volte a proteggere dal caldo sia i lavoratori che gli animali. 

Le stalle dotate di ventilazione, in particolare quelle per l’allevamento di mucche da latte che in Toscana sono circa 200 con poco più di 15 mila capi, sono state costrette ad azionare le varie strumentazioni a disposizione per cercare di sostenere gli animali.

Questo, rileva un monitoraggio di Coldiretti, "Con un ulteriore aggravio dei costi energetici che già, nel 2023, erano aumentati del 7,1% a fronte di un taglio della produzione di latte in volume dell’1,1% secondo l’Istat".

Importanti anche gli abbeveratoi. Con le alte temperature ogni singolo animale arriva, infatti, a bere fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Per le mucche specialmente – sottolinea Coldiretti Toscana – il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre questo limite gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.

A ciò, spiega Coldiretti, si aggiungono "Le condizioni avverse della precedente annata agraria, tra alluvioni ed eventi estremi, grandinate e gelate tardive, hanno avuto conseguenze molto pesanti sulle molte delle produzioni più importanti dell’agricoltura regionale con raccolti negativi per uva (-24,3%), olive (-18,3%), frutta (-23,3%) ma anche per il settore floricolo (-3,8%) e orticolo (-1,7%) secondo l’ultimo report dell’Istat. Allargando il campo la produzione del settore agricoltura, silvicoltura e pesca ha subito una contrazione del 3,1% nel 2023, peggiore della media nazionale (-1,8%) e del - 4,4% del valore aggiunto ed anche in questo caso superiore al dato italiano (-2,5%)".

L’inverno eccezionalmente caldo, il più bollente degli ultimi 70 anni in Toscana, e le precipitazioni cadute in abbondanza in primavera hanno reso impraticabili i terreni, molti dei quali sono ancora fangosi, e ritardato la semina di molte varietà cerealicole come in Valdinievole, terra vocata al granturco, dove gli appezzamenti incolti sono il 20% stima Coldiretti Toscana. “E così, il combinato disposto di questi elementi fa temere un calo della resa per ettaro fino al 30/40%. Senza contare la mancata semina dei terreni ancora fangosi. Accade in Valdinievole, terra vocata alla coltura del granturco che vive l’ennesima stagione di passione - commenta Paolo Giorgi, produttore di mais che usa per alimentare i suoi bovini da carne - Occorre accelerare l’implementazione di una rete di invasi piccoli e grandi, sfoltendo l’iter dalle norme inutili, e stimolando gli investimenti, sia delle imprese, sia degli enti pubblici”.

Secondo Coldiretti, senza la disponibilità di acqua la Toscana rischia di perdere per strada, nei prossimi anni, una fetta importante del suo tesoro agricolo che vale oltre 4 miliardi di euro e qualcosa come quasi 3,5 miliardi di euro di export. 

Tema centrale quello degli invasi e soprattutto il recupero dei migliaia di piccoli laghetti aziendali. “Stiamo cercando di sbloccare con la Regione Toscana il groviglio di normative e vincoli che oggi impediscono il loro recupero. – sottolinea la presidente di Coldiretti Toscana - Sono infrastrutture già presenti sul territorio e quindi che potrebbero dare risposte immediate salvando le acque piovane che sarebbero poi utilizzate per l’irrigazione ma anche per uso civile e per spegnere gli incendi che purtroppo, il clima siccitoso, favorisce durante l’estate”.


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