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domenica 08 dicembre 2024

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

Vino: lo stato di necessità e le persone giuste

di Nadio Stronchi - giovedì 18 gennaio 2024 ore 08:00

Con questi due elementi sociali anche i territori si fanno efficienti e belli. Così è stato per il Comune di Scansano nella provincia di Grosseto con lo sviluppo della viticoltura e l’enologia. Parte del territorio collocato nella prima fascia collinare tra pianura verso il mare e la zona amiatina. Territorio bonificato dal padule, nel 1828, dal Granducato di Toscana governato da Leopoldo II granduca degli Asburgo-Lorena con volontà costruttive, dando, anche, vita agli appoderamenti con nuove case e nuove produttività agricole, tra le quali anche una viticoltura molto più razionale.

Dieci anni prima nacque, 1818, la persona giusta, Luigi Vannucci, che della viticoltura ne fece un cavallo di battaglia; Si laureò a Pisa in agronomia e da quel momento dette vita al “Sistema Razionale Vannucci per coltivare la vite”. Il Vannucci ci ricorda, inoltre che a Scansano esistevano vigne con 11.000 ceppi per ettaro, che davano 200 ettolitri di vino, le quali permettevano di produrre a Scansano 5500 ettolitri di vino, più di 500 erano di classe superiore. I vini rossi erano molto corposi i quali richiedevano un processo di invecchiamento che nessuno voleva effettuare.

Non era facile introdurre modernità. I vitigni erano quelli storici: Morellino (cultivar del Sangiovese), Canaiolo, Ciliegiolo, Malvasia Nera, Grinto, Spagna, Cabernet detto Piede Rosso, Nero Francese e altri come il Vaiano, il Catignano, Montepulciano e Merlot. Talvolta il Morellino era vinificato in purezza, ottenendo un vino “equilibrato”, gradevole e profumato. I produttori che ottenevano vini troppo rustici li assemblavano con uve bianche come il Trebbiano, l’Ansonica, Malvasia Toscana Bianca e il Biancolello. Per i vini passiti venivano usate le uve di Aleatico, Malvasia Bianca, Ansonica e Moscatello. Nel 1853 nasce Vannuccio Vannucci, figlio, il quale compì, anche lui, studi tecnici e vinse una borsa di studio per la “Scuola Centrale di Parigi”.

Quando tornò in Italia fondo una scuola di agraria “ Istituto delle Capezzine” che tanto ha dato all’agricoltura. Vannuccio Vannucci si impegnò molto per migliorare la viticoltura scansanese e come ogni volta era determinante la volontà e il livello culturale che facevano le differenze sulla qualità del vino. Oggi a Scansano sono presenti gli enologi, i vitigni migliorati geneticamente, le vigne in collina, i vitigni bordolesi che aiutano in molti casi a rendere più morbido il vino fatto con Sangiovese (Morellino). Il tutto tutelato da norme e leggi per le categorie di vini IGT, DOC e DOCG.

Questa volta è un Morellino dell’azienda Poggio Argentiera, “Bellamarsilia” DOCG, 2021, fatto con uve di Sangiovese 85% e Ciliegiolo 15%, vinificato in vasche d’acciaio. Mi ha dato le seguenti sensazioni organolettiche. Colore: rosso rubino carico, con riflessi violacei. Olfatto: Pungente, persistente con profumi di frutti rossi maturi (prevale la Ciliegia). Gusto: pieno, caldo, leggermente tannico, persistenza lunga. Qualità-prezzo ottima.

Nadio Stronchi

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