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Attualità lunedì 18 maggio 2020 ore 19:10

Il Covid ha contagiato 309 bimbi e ragazzi toscani

foto di repertorio

In 3 settimane sono stati registrati 67 nuovi positivi in più. La maggior parte dei piccoli positivi vive nelle province di confine con altre regioni



FIRENZE — Da oggi si torna a circolare liberamente su tutto il territorio regionale e senza autocertificazione. Questo significa che anche bambini e ragazzi potranno uscire di casa più frequentemente. E anche se rappresentano in assoluto la fascia di popolazione meno colpita dal coronavirus SarsCov2, rischiano anche loro il contagio e hanno bisono come gli adulti di indossare la mascherina e rispettare le distanze di sicurezza.

Complessivamente, dall'inizio dell'epidemia al 14 Maggio, secondo i dati riportati sul sito dell'Agenzia regionale di Sanità, in Toscana sono stati contagiati dal virus 309 bambini e ragazzi, 67 in più rispetto all'analoga rilevazione del 23 Aprile scorso, con una leggera prevalenza di femmine rispetto ai maschi (55%).

Rispetto al totale, i bimbi infettati di età compresa fra zero e 9 anni sono 100, quelli di età compresa fra i 10 e i 19 anni sono 209. Rappresentano rispettivamente l'1% e il 2,1% del totale dei positivi in Toscana (9.745 al 14 Maggio). Il dato è in linea con quello di altre regioni del nord Italia, come il Veneto e l'Emilia Romagna.

La fascia di età che ha registrato più casi è quella dai 15 ai 19 anni, 117. I bambini da zero a 4 anni sono 50.

Nelle ultime 3 settimane, i positivi sono cresciuti di più fra gli adolescenti: il 23 Aprile erano 151 contro i 209 del 14 Maggio, con un incremento di 58.

I bambini da zero a 9 anni invece il 23 Aprile erano 91 e fino al 14 Maggio il Covid ne ha contagiati altri 9.

Durante i tre mesi di epidemia e la percentuale dei bambini e dei ragazzi colpiti dall'infezione è salita leggermente: da poco più del 2% dei casi totale del mese di Aprile al 6% di Maggio.

La distribuzione territoriale dei casi nei bambini e ragazzi fotografa una situazione piuttosto diversa da quella evidenziata per  gli adulti covid positivi, principalmente localizzata nelle aree geografiche a più alta densità abitativa. La grande maggioranza dei bambini e i ragazzi contagiati abitano invece nell’area nord ovest e sud est della regione, più vicino alle zone di confine con le altre regioni, come vedete nel grafica qui sotto.

Per quanto riguarda le condizioni di salute al momento in cui sono stati sottoposti al tampone, sotto i 10 anni l’85% era asintomatico e paucisintomatico con un 3% di stati gravi, che scompaiono completamente nella fascia d’età 11-20 anni.

Fortunatamente un numero veramente basso di bambini e ragazzi è andato incontro ad un ricovero, 17 in tutto, nessuno in terapia intensiva. Non si sono verificati decessi.

Riguardo ai luoghi di contagio, come ci si aspettava tutti i bambini ed i ragazzi toscani sono stati contagiati all’interno della famiglia oppure durante un’attività di tempo libero.

In Toscana finora non è stato registrato un fenomeno segnalato in Lombardia, in altre paesi europei e negli stati Uniti: un notevole incremento fra i bambini Covid positivi dell'incidenza di una malattia infiammatoria, con sintomi simili a quelli della vasculite del morbo di Kawasaki. La Rete pediatrica italiana sta monitorando la situazione (vedi qui sotto l'articolo collegato).

Infine un aspetto a cui solo recentemente, anche in Italia, è stata posta attenzione e che sembra essere legato solo indirettamente allo stato di salute dei bambini e dei ragazzi: quello della chiusura delle scuole e dei servizi per l’infanzia.

Come riportato sul sito dell'Ars, in Toscana hanno interrotto la scuola circa 600.000 persone, dai bambini frequentatori dei nidi e dei Servizi educativi della prima infanzia fino ai ragazzi frequentanti della scuola superiore.

I rischi specifici di questa situazione, descritti da diverse organizzazioni per l’infanzia (Unicef Policy brief , Save the Children, Alleanza per l’infanzia) oltre che su diverse riviste scientifiche internazionali, sono potenzialmente di una maggiore vulnerabilità a situazioni di violenza famigliare, ma soprattutto di danni sul piano educativo, maggiori nei bambini con bisogni educativi speciali, ma anche in quelli che vivono in situazioni di povertà e di sovraffollamento.


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