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Attualità giovedì 01 dicembre 2016 ore 15:27

Il germe che si annida dove ci sono soldi

​La prevenzione e il contrasto alla corruzione negli appalti pubblici al centro dell’incontro tra la Finanza e l’Autorità Anticorruzione



FIRENZE — Nel convegno sono state approfondite le tematiche riconducibili alla dimensione internazionale e nazionale della corruzione, al ruolo della Guardia di finanza, a quello dell'Anac nella prevenzione del fenomeno e nel nuovo Codice degli appalti, al sistema repressivo della corruzione ed ai principi di trasparenza e legalità.

Secondo il generale della Guardia di Finanza, Gennaro Vecchione, il nuovo codice degli appalti semplifica e sotto questo profilo c'è una maggiore responsabilizzazione degli amministratori pubblici che nelle stazioni appaltanti hanno una maggiore discrezionalità e che adesso si devono basare essenzialmente sulle linee guida che l'Anac sta dando.

"Devo dire - ha aggiunto Vecchione - che l'elemento di novità è quello di una maggior attenzione alla prevenzione e quindi a un'attività di tipo amministrativo in questo caso affidato all'Anac che si avvale della guardia di finanza, che ha costituito il nucleo speciale anti-corruzione a Roma che dipende dai reparti speciali e delle sezioni anti-corruzione a livello regionale; è una rete abbastanza ramificata, attività che si accompagna a quella di polizia giudiziaria che la guardia di finanza normalmente svolge. E' un'azione catenaccio di prevenzione-repressione".

Tra  i relatori del seminario sulla corruzione anche il Procuratore Capo di Firenze, Giuseppe Creazzo che ha sottolineato come, per la corruzione "non c'è un settore privilegiato, naturalmente, ma l'esperienza insegna che dove girano soldi, soprattutto pubblici, è più facile che si annidi il germe della corruzione, nei lavori pubblici in particolare ma anche in altri settori come i rifiuti e altro, come dimostrano gli ultimi fatti di cronaca".

"La prevenzione è la prima cosa - ha aggiunto Creazzo - Bisogna inserire gli anticorpi sociali ed etici che possano un giorno far decrescere un fenomeno che come il cancro mafioso è un pericolo per la democrazia perché compromette la libera concorrenza e il buon andamento dell'economia".

Creazzo ha anche aggiunto che "In Toscana la situazione è quella che è, anche negli ultimi tempi ci sono stati episodi preoccupanti, ma questo riguarda tutto il Paese, la Toscana non fa eccezione". 


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