Attualità lunedì 02 gennaio 2023 ore 15:52
Firenze riavrà il suo Porto sull'Arno ma non badate alle apparenze, ecco la storia vera
Il Porto Leopoldino tornerà ad affacciarsi sull'Arno, grazie alla lungimiranza dell'ex vice sindaco Giuseppe Matulli raccolta dall'assessore Cecilia Del Re
FIRENZE — Il Porto Leopoldino sarà ricostruito ma non sulle dichiarazioni pro tempore perché dietro questa straordinaria operazione di recupero, forse la prima in una Firenze che ha perso e sotterrato tutto il suo passato post Rinascimentale ad iniziare dalle antiche mura, ci sono due nomi che spiccano: Giuseppe Matulli e Cecilia Del Re, rispettivamente ex vice sindaco e assessore alla Mobilità ai tempi del primo ramo di Tramvia e l'assessore che ha seguito il Masterplan delle Cascine e raccolto l'eredità del fiume dall'ex Oratorio San Carlo al Porto Leopoldino.
Oggi Palazzo Vecchio ha annunciato il via ai lavori per 4,5 milioni di euro che prevedono anche una pista ciclabile e nuova illuminazione sull'argine, grazie ai finanziamenti del Piano città e della tramvia, e a breve partiranno i lavori che dureranno 8 mesi.
In città c'è chi ha subito criticato l'operazione bollandola come uno "spreco di soldi" e questo dovrebbe bastare ad esprimere, senza giri di parole, la cifra culturale del fiorentino medio che non si sente affatto custode della storia, piuttosto un fruitore usa e getta. Mungitori di mucche, bottegai o "pantofolai della rendita" come diceva un sindaco? Diciamo "di indole indolente" come amava dire alla radio uno dei personaggi che ha seguito la vicenda della scoperta archeologica del Porto Granducale.
La storia del ritrovamento. A segnalare la presenza dell'antico Porto del Granducato durante i lavori per la realizzazione del Ponte al Pignone tra piazza Paolo Uccello e le Cascine furono i Comitati Cittadini Fiorentini sostenuti dall'ex consigliere comunale Jacopo Bianchi. La difesa del Porto Leopoldino fu sostenuta anche dall'emittente radiofonica Radio Blu grazie allo speaker Gianni Greco che divulgò in diretta regionale le conclusioni cui erano giunti i cittadini, riportate su alcune Testate locali e accompagnate da quadri di pittori come Signorini e Vanvitelli che avevano riprodotto il porto proprio lì dove era sempre stato: nel Borgo dei Navicelli, oggi Lungarno del Pignone. La richiesta di preservare l'antico scalo portuale fu portata al Quartiere 4 e sonoramente bocciata da una maggioranza che derise i Comitati salvo poi gridare alla "Sorpresa" quando la Soprintendenza fermò tutto per pulire e catalogare ogni singola pietra. La Soprintendenza, informata dai cittadini e ben consapevole della presenza del Porto, intervenne a scavi avviati davanti alla riemersione dei reperti mostrando quella lacuna della tutela dei beni storici che consente di intervenire a cose fatte ma non di anticiparle.
Il sopralluogo delle autorità durante i lavori della Linea 1 del tram nel 2005. Il vice sindaco Giuseppe Matulli comprese immediatamente l'importanza della scoperta e dichiarò che l'opera si era mantenuta perfettamente intatta negli anni e sarebbe stato bello preservarla per poterla ricostruire sull'argine del fiume. Il Porto Leopoldino fu sezionato e trasferito nei depositi comunali. Tornò nel primo Masterplan delle Cascine elaborato durante la Giunta guidata da Matteo Renzi, ma l'allora sindaco lasciò poi Firenze per Roma prima che la sua scommessa sulle Cascine fosse vinta o persa. L'assessore Cecilia Del Re che ha ricevuto dal sindaco Dario Nardella la doppia delega ad Urbanistica e Ambiente con il compito di seguire i grandi Masterplan, ha raccolto parte di quella sfida prendendo a cuore la ricostruzione dell'argine d'Arno che era un unicum tra il Porto del Granduca Leopoldo e il cosiddetto Oratorio San Carlo che al suo interno conteneva una botola per la discesa al fiume.
Chi ha mantenuto viva l'attenzione. La vicenda della conservazione delle pietre del vecchio Porto Granducale fu seguita anche dal consigliere comunale e poi regionale, Giovanni Donzelli, oggi figura di spicco della maggioranza di Governo al fianco della premier Giorgia Meloni. Gianni Greco, oggi noto curatore della Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia, non ha mai abbandonato il sogno di poter vedere il Porto ricostruito ed ha continuato a seguire la vicenda mantenendo vivo il ricordo grazie ad alcune foto da lui stesso scattate durante i lavori.
Dov'è adesso il Porto?
La porzione di Porto ritrovata nell’attuale sottopasso è stata documentata, smontata e collocata nel deposito comunale presso il Poggio Imperiale, mentre la porzione sulla sponda del fiume è stata documentata e ricoperta. Adesso quella porzione ancora interrata verrà riportata alla luce e collocata a ridosso della spalla del ponte, alla stessa quota in cui è stato ritrovato.
Il resto è circostanza.
Oggi Palazzo Vecchio per voce dell'attuale assessore all'Ambiente, Andrea Giorgio, si impegna a raccontare la storia dell'antico Porto "Nel Settecento vi attraccavano imbarcazioni cariche di carbone che serviva ad alimentare il vicino gasometro. Poi è stato lentamente dimenticato e le piene del fiume l’hanno interrato. Nei primi anni 2000, durante i lavori di scavo per la realizzazione della passerella della linea 1 della tramvia in piazza Paolo Uccello, l'antico Porto fluviale leopoldino è stato ritrovato quasi intatto. Adesso, dopo un lungo stop, partiranno i lavori di ripristino del manufatto storico, insieme a tutta la risistemazione della sponda sinistra dell’Arno del Lungarno del Pignone. Il restauro e il rimontaggio delle strutture del Porto Leopoldino rappresenta infatti un’occasione importante per riproporre alla comunità un pezzo di memoria relativo all’uso del territorio, al rapporto della città con il fiume, al modo di interpretare il commercio e gli scambi durante gli anni di attività del Porto."
Se avete letto potrete dire che la vostra memoria è buona.
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