Attualità martedì 04 aprile 2023 ore 16:25
Sanità, numero unico per prestazioni non urgenti
Il nuovo numero partirà dalla guardia medica e poi implementato. Anche liste d'attesa e medicina generale nell'ultimo pacchetto di misure regionali
FIRENZE — Chiamando il 116117 da tutta la Toscana si avrà accesso prima al servizio di continuità assistenziale, la ex guardia medica, e poi via via ad assistenza, prestazioni o consigli sanitari non urgenti tutti i giorni della settimana a ogni ora: è una delle novità contenute nell'ultimo pacchetto di misure in ambito sanitario assunte dalla Regione e presentate quest'oggi.
Oltre al nuovo numero unico gli interventi riguardano l'abbattimento delle liste d'attesa e la medicina generale, con innalzamento del tetto degli assistiti su base volontaria da parte dei medici di famiglia fino a 1.800 dagli attuali 1.500.
Le iniziative sono state illustrate dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dall’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini all'interno di una conferenza stampa. Eccone l'approfondimento.
Verso il numero unico 116117
Servirà l'attivazione di una centrale unica operativa regionale per l'entrata in funzione del numero europeo armonizzato 116117, già operativo per la continuità assistenziale in Lombardia, Piemonte e provincia di Trento. In Toscana consentirà di superare la differenza organizzativa fra le varie Asl e i diversi territori, e il suo sviluppo è stato assegnato all’Asl Toscana Centro, che già gestisce la centrale regionale del 112 condividendone i locali a Firenze nel presidio Palagi.
Tempo previsto: fra 5 e 7 mesi, anche perché nel frattempo andrà ottenuto il via libera dal ministero. La linea non sarà solo il numero guardia medica, ma un numero attivo sempre e implementato nel tempo a cui richiedere assistenza e prestazioni non urgenti, supporto per malati cronici o persone fragili anche a domicilio con teleconsulto.
Il nuovo servizio impiegherà telemedicina, geolocalizzazione della chiamata, app dedicate, il trasferimento di tutti i dati al medico di continuità assistenziale. Ci sarà anche un servizio di interpretariato, a vantaggio di stranieri. La ricetta fa tesoro dell’eredità dell’esperienza degli ultimi anni con la pandemia. I medici di continuità assistenziale, valutati i bisogni del cittadino, potranno effettuare una consulenza da remoto, inviare un medico a casa o prestare assistenza in ambulatorio. Per la fase di avvio del progetto l’Asl Toscana Centro riceverà dalla Regione 4 milioni e 270 mila euro.
Più assistiti per i medici di famiglia che vorranno
"Ci sono territori in cui medici di medicina generale sono andati in pensione e non si riesce a sostituirli": ecco quindi la deroga sul servizio di assistenza primaria che dà corso a un preaccordo condiviso nel comitato regionale dedicato secondo cui i medici di famiglia disponibili ad arrivare fino a 1.800 assistiti, rispetto al limite dei 1.500, potranno farlo potendo contare su un’indennità per l’infermiere di studio.
La deroga, su base volontaria, si applica solo ai medici che operano nelle forma associative della medicina generale. Le aziende sanitarie dovranno anche predisporre una revisione degli ambiti territoriali e delle aree disagiate e disagiatissime, previa interlocuzione con le organizzazioni sindacali.
Un piano contro le liste d'attesa chirurgiche e ambulatoriali
Sono due le novità per abbattere le liste d'attesa sanitarie chirurgiche e ambulatoriali: l'istituzione di un manager coordinatore in ogni azienda sanitaria e l'impiego di risorse nazionali attribuite dal decreto Milleproroghe per contenere le attese.
Non si tratta di risorse aggiuntive, ma di una parte del Fondo sanitario nazionale pari allo lo 0,3%, che per la Toscana vale 23 milioni di euro: 10 saranno destinati all’attività chirurgica e 13 a quella ambulatoriale.
Quanto al coordinatore, sarà un medico con formazione manageriale e dovrà vigilare sulla gestione delle liste di attesa.
Le risorse in arrivo da Roma si riverseranno invece ad esempio sulla produttività aggiuntiva degli specialisti o l’acquisto di prestazioni dal privato convenzionato, in deroga ai tetti di spesa, mentre si annuncia l'apertura di un fronte sull'appropriatezza delle prescrizioni. Ogni azienda, entro il 30 Aprile, dovrà adottare il piano di rientro nei tempi massimi di attesa.
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