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Attualità sabato 26 ottobre 2024 ore 09:15

Sciopero agli Uffizi, la protesta dei lavoratori

I sindacati chiedono garanzie nel passaggio tra concessionari, mentre la direzione respinge ogni addebito: "Non ci sono i presupposti per lo sciopero"



FIRENZE — Poco più di un anno dopo dal Luglio 2023, i servizi museali di Uffizi, Palazzo Pitti, polo museale della Regione Toscana e dell'Opificio Pietre Dure, per un totale di circa 200 addetti, saranno nuovamente in sciopero.

Lo hanno annunciato Filcams Cgil, Uiltucs e Rsu Opera, che hanno fissato nel prossimo 5 Novembre la data della protesta. "Il direttore della Galleria degli Uffizi ci ha comunicato di aver sostanzialmente disconosciuto il documento siglato dall'ex direttore Eike Schmidt del Dicembre 2023 - hanno spiegato - frutto di un accordo che mirava a tutelare tutti i lavoratori e le lavoratrici nei cambi di appalto per tutti i musei in questione".

"Pretendiamo che venga garantita, sin da subito, la piena continuità lavorativa, retributiva e contrattuale da parte del nuovo concessionario, in subentro presumibilmente da Gennaio - hanno aggiunto - riteniamo inaccettabile che un semplice avvicendamento nella direzione museale permetta a un ente pubblico di disconoscere documenti già sottoscritti in sede istituzionale, senza tener conto della continuità amministrativa".

"Ci appelliamo a tutti i firmatari dell’intesa, in primo luogo alla Regione e al Comune di Firenze - hanno concluso - chiediamo a tutte le forze politiche e alle istituzioni locali, che fin dal primo momento hanno seguito la nostra vicenda esprimendo pubblicamente la loro solidarietà, di dare ora concretezza alle parole spese".

Ai sindacati hanno però risposto con un comunicato ufficiale sia le Gallerie degli Uffizi, sia l'Opificio delle Pietre Dure e la direzione regionale dei Musei nazionali della Toscana. "Si invitano le parti sociali a un atto di responsabilità nei confronti dei lavoratori e delle istituzioni, ritirando lo sciopero - hanno scritto - del quale, si ribadisce, non sussistono i presupposti, rendendosi invece disponibili ad aprire, non appena sia possibile, un tavolo sindacale con i concessionari entrante e uscente".


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