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Attualità giovedì 05 gennaio 2023 ore 11:25
Tav e Ponte al Pino, il caso che riapre il dibattito sul nodo fiorentino
Il caso Ponte al Pino sollevato dai No Tav di Firenze riapre la lunga discussione sul nodo dell'Alta Velocità e sulla cantierizzazione del sottosuolo
FIRENZE — Il 2023 sarà l'anno della svolta per il sottoattraversamento del nodo fiorentino con la realizzazione del Passante e della Stazione dell'Alta Velocità, dopo anni di attesa tutto sembra procedere verso la riattivazione della talpa a Campo di Marte.
Ma qualcosa si è mosso anche sul fronte delle opposizioni, a partire dal caso Ponte al Pino, l'infrastruttura dell'800 che le Ferrovie hanno annunciato al Comune di Firenze di voler sostituire e per la quale Palazzo Vecchio ha già stravolto la viabilità, riducendo carico e flussi di traffico.
Cosa è accaduto
A differenza dei cantieri, i No Tav non si sono mai fermati, e negli anni hanno spulciato planimetrie e progetti chiedendo ogni genere di rassicurazione in merito alla fattibilità dell'opera ed alla sicurezza delle infrastrutture e degli edifici, dai palazzi più antichi ai condomini moderni che sorgono lungo la tratta percorsa dai tunnel dell'Alta Velocità.
Un attivismo in sordina che ha ripreso vigore dopo la notizia della sostituzione del Ponte al Pino che ha fatto suonare una campanella. "Perché adesso?" si sono domandati al Comitato No Tunnel Tav.
Il 25 Novembre 2022 il Comitato ha saputo della decisione delle Ferrovie di demolire e ricostruire il Ponte del Pino ed è intervenuto con un articolo pubblicato sul Blog Salviamoilpaesaggio.it "Questo ponte ha il suo pilone nord, lato Fiesole, esattamente sopra i tunnel del Passante ferroviario che si vorrebbero realizzare. Da un articolo giornalistico non è dato capire i particolari di questa decisione e soprattutto delle modalità di realizzazione di ponte e tunnel, ma ci sarebbero sicuramente problemi con l’accavallarsi dei lavori; sarebbe improbabile che le due opere possano essere realizzate contemporaneamente".
Nella documentazione disponibile sul portale della Mobilità del Comune di Firenze c'è una Relazione sulla valutazione delle subsidenze e verifica degli effetti indotti sulle opere in superficie che da pagina 88 a pagina 90 si occupa della "Analisi delle problematiche di interferenza indotte sul Ponte al Pino" con i paragrafi: Valutazione del danno subito dal ponte al pino, Modalità di analisi dei cedimenti indotti, Tipologia di analisi della struttura, Valutazione del danno subito dalla struttura, Intervento di sottofondazione per la protezione della struttura.
Ecco uno stralcio della relazione "A circa 100 metri dall'imbocco di Campo di Marte la fresa del binario pari sottopasserà il lato esterno della spalla nord del ponte stradale sulla ferrovia noto come Ponte al Pino. L’area interessata da tale problematica di interferenza si individua alla confluenza tra Via Pacinotti e Via del Pratellino. Il ponte è costituito da una travata ad arco ribassato in acciaio di 28 metri di luce circa vincolata a cerniera sulle spalle in muratura la cui costruzione risale all'inizio del secolo. La spalla sul lato Est, oggetto di analisi nei seguenti paragrafi, ha un’altezza massima di circa 9.2 metri, ed è costituita da blocchi di calcare, marna e arenaria e laterizio con abbondante malta. La struttura è di tipo iperstatico e risulta particolarmente sensibile agli spostamenti orizzontali dei vincoli a cerniera. Nel presente capitolo si illustrano i risultati dello studio dei possibili spostamenti indotti dallo scavo delle gallerie che hanno condotta alla scelta dell'intervento di sottofondazione".
La relazione conclude "In base ai risultati ottenuti si è giunti alle seguenti conclusioni: la posizione della spalla lato gallerie è tale da trovarsi in una zona di “hogging” (convessità); le entità dei cedimenti e delle rotazioni indotte e la posizione del ponte, collocato in prossimità dell’imbocco lato Campo di Marte (vedi osservazioni fatte per gli edifici 165 e 166 al capitolo 5.2.1), implicano la necessità di intervenire al fine di contenere gli effetti dello scavo; vista la rigidezza della struttura costituente la spalla e considerata la sensibilità della struttura iperstatica del ponte agli spostamenti, la tipologia di intervento che maggiormente si presta al contenimento degli spostamenti è un intervento di sottofondazione con micropali da eseguirsi sub-verticalmente in corrispondenza della spalla in oggetto. L'intervento di compensation grouting risulterebbe poco efficace viste le condizioni di copertura e la posizione delle gallerie rispetto alla spalla"
Infine la relazione spiega in cosa consiste l'intervento di sottofondazione per la protezione della struttura "L'intervento consiste nelle realizzazione di micropali sub-verticali passanti la spalla e armati con tubi in acciaio. La soluzione prevista è di tipo "passivo" ossia i micropali tendono a caricarsi e quindi entrare in funzione gradualmente e unicamente a seguito di spostamenti indotti dalle operazioni di scavo sul terreno circostante. Una volta messo in funzione, il sistema di sottofondazione renderà gli spostamenti della spalla praticamente nulli e comunque indipendenti da quelli indotti sul terreno dallo scavo delle gallerie. I micropali vengono eseguiti prima dell'arrivo del fronte di scavo dalla sede stradale soprastante la spalla. Il funzionamento dell’intervento viene verificato con l'ausilio di un dettagliato sistema di monitoraggio, che fornisce in tempo reale i valori di spostamento della struttura. L'intervento di sottofondazione verrà eseguito in due fasi in modo da garantire sempre il transito viario sul ponte. Durante le perforazioni di sottofondazione si attuerà una parzializzazione della sede stradale con traffico a senso unico alternato, regolato mediante semaforizzazione".
Il documento, che non è recente, sembra affrontare nel dettaglio la problematica sollevata dal Comitato No Tunnel Tav. Però adesso qualcosa è cambiato.
Recente è, infatti, la nota del Comune di Firenze che il 22 Novembre 2022 ha annunciato "Sul Ponte al Pino sarà limitato il transito dei mezzi superiori alle 3,5 tonnellate, con deroga per i bus del servizio di linea cittadino. La richiesta arriva da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane), proprietaria della struttura, che esegue le visite periodiche al cavalcavia ferroviario di Ponte al Pino (costruito a fine ‘800) realizzate dalla stessa RFI finalizzate a monitorare lo stato di conservazione della struttura, garantire la sicurezza e la regolarità dell’esercizio ferroviario e preservare la corretta transitabilità degli attraversamenti stradali e pedonali".
Sempre Palazzo Vecchio ha spiegato "A partire dai primi mesi del 2021 si è svolta una nuova e approfondita campagna di verifiche attraverso: indagini, sondaggi, ispezioni, prove su parti della struttura, prova di carico. A seguito dei controlli effettuati, nell’estate del 2021 RFI è intervenuta con una manutenzione straordinaria in particolare su alcune parti metalliche strutturali. Le analisi strutturali hanno comunque evidenziato la necessità della sostituzione di questa opera secolare al fine di prevenire potenziali criticità".
A questo punto la richiesta avanzata dai No Tav sembra acquistare la componente della attualità, con la sostituzione dell'opera sono ancora valide le analisi presenti nella relazione che contempla anche altri edifici sensibili come la Fortezza da Basso?
Il sopralluogo sui cantieri chiesto a Palazzo Vecchio
A tenere alta l'attenzione sulle domande che da anni accompagnato la realizzazione della grande opera sono anche le dichiarazioni dei consiglieri comunali Dmitrij Palagi e Antonella Bundu che proprio in queste ore hanno sollecitato l'amministrazione fiorentina chiedendo alla Commissione 6 di andare a vedere la situazione sul cantiere di Campo di Marte.
"E invece niente - dichiarano Bundu e Palagi - il Direttore Generale e l’Assessore di competenza hanno di recente risposto a due ennesime interrogazioni. Vogliamo ringraziarli per rispondere sempre, anche se i nodi centrali, politici, restano irrisolti. Non essendo Palazzo Vecchio stazione appaltante non avremmo nulla da dire sull’aumento dei costi e l’uso delle risorse pubbliche. Ma la vera perla è che nel secondo semestre del 2022 «né il Sindaco né il Direttore Generale hanno effettuato sopralluoghi nei cantieri dell’Alta Velocità». Riteniamo necessario ripensare il ruolo dell’Osservatorio Ambientale nodo AV, presieduto dal nostro Ente. Non abbiamo certezze nemmeno sull’eventuale cambio delle tecniche di scavo. Pare quasi che questi cantieri non siano sul nostro territorio. Magari sono in una Firenze di una realtà parallela?".
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