Politica giovedì 04 dicembre 2014 ore 15:20
Il Movimento 5 Stelle toscano perde pezzi
Il consigliere metropolitano Saverio Galardi ha lasciato il movimento insieme a 7 consiglieri comunali del Mugello: "Gestione troppo autoritaria"
FIRENZE — A determinare la nascita di una fronda interna al Movimento sarebbe stata la "deriva antidemocratica" imposta da Grillo e dal suo staff, prima con l'espulsione del deputato del Valdarno Massimo Artini e di Paola Pinna, ma soprattutto della creazione del cosìddetto direttorio.
"Il Movimento così come è diventato non ci piace" hanno detto all'unisono Tommaso Cuoretti, consigliere comunale di Londa, Matteo Gozzi di Borgo San Lorenzo, Mirko Margheri e Francesco Tapinassi della Rufina, Antonio Ortolani di Reggello, Marco Parolai di Loro Ciuffenna e Piero Caramello di Figline Incisa. Ma soprattutto Saverio Galardi, consigliere della neonata città metropolitana di Firenze.
Dopo l'espulsione di Artini molti di loro si sono recati sotto casa di Grillo a Marina di Bibbona per chiedere spiegazioni, ma l'incontro non ha avuto l'esito sperato, e la scissione è diventata inevitabile. "Il Capo politico del Movimento ha negato qualsiasi forma di dialogo", hanno lamentato i frondisti, che dopo essersi consultati con i rispettivi meet up hanno deciso di abbandonare il simbolo dei 5 stelle, continuando però a ricoprire i loro incarichi amministrativi.
Tutti tranne Galardi che dopo il 10 gennaio, quando si voterà lo Statuto della città metropolitana, abbandonerà il proprio seggio. "Farlo prima non sarebbe stato possibile per questioni tecniche", ha detto Galardi, che ha anche lanciato un appello ai "tanti scontenti che ci sono in Toscana e non solo nel Movimento 5 Stelle" per aderire ad un progetto comune che faccia propri i principi fondatori del movimento, senza averne però il carattere autoritario.
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