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Cronaca martedì 27 giugno 2017 ore 18:00

"La procura di Roma ha preso un grosso granchio"

Marco Lillo - foto unità tv

Lo ha scritto il giornalista Marco Lillo dopo l'iscrizione del pm Woodcock e di Federica Sciarelli nel registro degli indagati dell'inchiesta Consip



ROMA — Il giornalista del Fatto quotidiano Marco Lillo, autore di numerosi scoop sull'inchiesta sugli appalti della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, è intervenuto sul sito della sua testata per difendere il pm della procura di Napoli John Henry Woodcock e la giornalista Federica Sciarelli. Woodcock è uno dei titolari del filone napoletano delle indagini sulla Consip e oggi è stato indagato in concorso con la Sciarelli per rivelazione di segreto d'ufficio in relazione alle fughe di notizie che hanno scandito, e probabilmente ostacolato, il lavoro degli investigatori. In particolare la conduttrice di Chi l'ha visto è accusata di aver fatto da tramite per passare alcune informazioni da Woodcock a Lillo.

"La procura di Roma ha preso un grosso, brutto granchio - ha scritto Lillo sul sito del Fatto - Woodcock e Sciarelli sono innocenti. Se il procuratore Giuseppe Pignatone, l'aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi volessero sentire la mia versione dei fatti, sono pronto a testimoniare oggi stesso. Probabilmente sono indagato anch'io ma, se i pm nei mesi scorsi hanno ascoltato la versione di indagati come Luca Lotti o il comandante dei carabinieri Tullio Del Sette, possono ascoltare anche la mia".

A Federica Sciarelli verrebbe contestato un scambio di telefonate con Lillo che risale al dicembre scorso. Lillo aveva saputo da un'altra fonte che la sede della Consip era stata perquisita e voleva sapere dalla collega Sciarelli se Woodcock, in forza alla procura di Napoli, era a Roma. "Non è un mistero che Federica e Woodcock sono legati sentimentalmente - ha scritto Lillo - Ho chiamato Federica solo per sapere dove si trovasse Woodcock. Dopo un po' lei mi ha richiamato solo per dirmi che l'aveva sentito e che lui le aveva detto di non essere a Roma".

Lillo prosegue il suo racconto precisando che il giorno dopo la Sciarelli, dopo aver letto sul Fatto quotidiano lo scoop di Lillo sulla perquisizione della Consip e sul ruolo di Tiziano Renzi, padre del segretario del Pd Matteo, nella vicenda, lo ha richiamato  per dirgli: "Vedi come fa? Quello mi dice un sacco di cazzate quando deve coprire il segreto su una sua indagine".

"Ecco - conclude Lillo - questo è quello che è accaduto".


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