Attualità martedì 09 settembre 2025 ore 12:00
Prelievo multiorgano da donatore a cuore fermo

Il cuore e il fegato sono stati espiantati per la prima volta in Toscana in un ospedale privo di cardiochirurgia: è successo al presidio di Livorno
LIVORNO — Nuova vita per due giovani pazienti grazie alla donazione di organi da un loro coetaneo resa possibile dalla generosità dei familiari: il 28 Agosto all’ospedale di Livorno è stato effettuato un prelievo di cuore e di fegato da un donatore a cuore fermo controllato.
Si tratta della prima volta in Toscana che un intervento di questo tipo viene realizzato in una struttura non dotata di cardiochirurgia. E’ stato possibile grazie al lavoro di squadra e la sinergia che ha visto collaborare équipes diverse della rete regionale e nazionale trapianti e si aprono dunque nuove frontiere per interventi di questi tipo.
L’operazione è stata possibile grazie alla generosità del giovane donatore e dei suoi familiari, che hanno espresso la volontà favorevole alla donazione di organi, consentendo così di restituire una nuova vita a due giovani pazienti.
Procedura ad alta complessità
La procedura, ad elevata complessità tecnica, richiede la collaborazione di più équipes, spesso provenienti da centri trapianto di diverse regioni, con tempi di intervento estremamente ristretti. A Livorno, dove da anni vengono effettuati prelievi sia da donatori in morte encefalica che da donatori a cuore fermo, il risultato è stato possibile grazie al lavoro sinergico del coordinamento locale, del Centro regionale trapianti e del Centro nazionale trapianti.
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini hanno espresso un sentito ringraziamento alla famiglia del donatore e a tutte le professionalità coinvolte, sottolineando come questo risultato sia frutto non solo di competenze tecniche ma anche di collaborazione e di una grande spirito di squadra.
La Toscana si è confermata anche nel 2025 la regione con il più alto numero di segnalazioni di donazione a livello nazionale (100 per milione di abitanti). Negli ultimi mesi si è inoltre registrata una crescita di circa il 5% delle dichiarazioni di volontà favorevole alla donazione tra i donatori di organi.
I protagonisti raccontano
Quanto avvenuto a Livorno rappresenta la prima donazione di cuore da donatore a cuore fermo (tecnica di prelievo di organi da persone in cui il cuore ha cessato di battere, nota anche come DCD Donation after circulatory death) in un ospedale senza Cardiochirurgia. Nel Blocco operatorio dell’ospedale è infatti avvenuto il prelievo degli organi da un giovane donatore per il quale ogni tentativo terapeutico risultava ormai inutile.
La tempestiva segnalazione del potenziale donatore da parte del direttore della Terapia intensiva Baldassare Ferro, a seguito di uno scrupoloso studio multidisciplinare e clinico-strumentale del caso, ha consentito al Coordinamento locale ospedaliero, guidato da Elena D’Imporzano, di avviare il complesso processo di valutazione, svolto in collaborazione con il Centro regionale di riferimento, e di ricostruzione della volontà del paziente attraverso la testimonianza dei familiari.
L’evento si è realizzato grazie al supporto del Centro Nazionale Trapianti e della Organizzazione Toscana Trapianti nella delicata organizzazione del processo di prelievo, che ha comportato l’intervento, all’interno del Blocco operatorio livornese, dell’équipe di Cardiochirurgia dell’ospedale Sant'Orsola-Malpighi di Bologna e dell’équipe di Chirurgia del fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
E’ stata cosi realizzata la staffetta di vita, in accordo con la famiglia del donatore, che ha restituito a due giovani riceventi, sottoposti rispettivamente a trapianto di cuore e di fegato, una nuova prospettiva di vita. I riceventi risultano in buone condizioni cliniche.
“Questo risultato - spiega il coordinatore delle attività di donazione e trapianto dell’Azienda USL Toscana nord ovest Paolo Lopane - conferma il ruolo di primo piano che la nostra Azienda esprime nel portare avanti strategie di contenimento delle liste d’attesa per trapianto. E’ questo un ambito in cui la collaborazione in rete, interaziendale, rappresenta un elemento imprescindibile. Per la prima volta è stato così realizzato questo tipo di donazione in un ospedale senza Cardiochirurgia”.
“A nome di tutti i professionisti afferenti al nostro dipartimento – aggiunge Paolo Carnesecchi, direttore del dipartimento aziendale Emergenza urgenza, Area critica e Blocco operatorio – esprimo grande soddisfazione per come è stato condotto e portato a termine questo importante processo, che ha permesso di salvare la vita a due persone”.
“Il percorso ha coinvolto la struttura ospedaliera nel suo complesso - evidenzia il direttore sanitario dell’ospedale di Livorno Spartaco Mencaroni - richiedendo una complessa riorganizzazione delle attività del blocco operatorio, che è stata realizzata con grande professionalità e disponibilità di tutti gli attori coinvolti. In questo momento il nostro pensiero va ai familiari del donatore che, nella tragedia della scomparsa del loro caro, hanno saputo esprimere un così alto senso di solidarietà umana. Un ringraziamento sentito alla famiglia, quindi, insieme a quello che rivolgiamo ai professionisti per aver saputo portare a termine questo delicato e complesso percorso assistenziale”.
“L’importante traguardo - sottolinea la direttrice generale dell’Asl Toscana nord ovest Maria Letizia Casani - è stato raggiunto grazie ai professionisti della rete donazione-trapianto della nostra Regione e all’integrazione con la rete nazionale. Desidero ringraziare davvero tutti i professionisti, di ogni profilo, che hanno reso possibile questo risultato di assoluta eccellenza. Si tratta di operatori appartenenti ad Aziende sanitarie diverse ma uniti per raggiungere un unico obiettivo”.
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