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Attualità mercoledì 13 gennaio 2016 ore 16:57

Demanio idrico, in 30mila non pagano l'imposta

Il gruppo M5S: "L'imposta non è stata versata in Toscana dal 1970 ma nella nuova legge di stabilità c'è la sanatoria. Gigantesco danno erariale"



FIRENZE — Sulla vicenda i rappresentanti del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale ha presentato un'interrogazione urgente alla giunta Rossi.

"Dal 1970 ad oggi i circa 30mila concessionari di beni del demanio idrico toscano, corrispettivo del marittimo che interessa laghi e fiumi, non pagano l’imposta regionale su tale concessione - si legge in una nota del gruppo M5S - Tra i debitori ci sono molti Comuni coperti finora dal silenzio della Regione Toscana che però ha messo nella legge di stabilità una sanatoria loro dedicata: il saldo del 20 per cento di quanto dovuto condona ogni debito. Ma manca una banca dati delle concessioni, quindi i debitori potranno farla franca". 

“Quando abbiamo visto il Pd condonare l’80 per cento del dovuto ai concessionari del demanio idrico a quattro anni dalla triplica dell’imposta - si legge ancora nella nota - abbiamo avuto l’ennesima scandalosa prova dell’incapacità di governo del Pd toscano. Con quale dignità si chiedono sacrifici agli imprenditori onesti e ai cittadini, con strette sull’Isee e contributi di digitalizzazione, quando poi si graziano per mezzo secolo i concessionari del demanio idrico?”.

“Ma lo scandalo è che mai finora il governo monocolore toscano ha fatto recupero crediti, portando la situazione ad un livello tale da poter mandare in dissesto i Comuni inadempienti verso la Regione - affermano ancora i Cinque Stelle - Basti pensare che il solo Comune di Montignoso dovrebbe per un anno circa 200 mila euro. A poco poi vale una sanatoria degna dell’era berlusconiana quando ad oggi non è stata fatta alcuna operazione di monitoraggio delle concessioni realizzate e del debito accumulato: i 6 milioni di introiti previsti dall’operazione derivano infatti solo da qualche centinaio di concessionari accertati su 30 mila presunti: lo 0,3 per cento del totale. Un danno erariale gigantesco”.


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