Attualità martedì 26 maggio 2020 ore 07:00
Maratona on line per ricordare la strage dei Georgofili
La Toscana e Firenze non dimenticano le vittime dell'attentato mafioso: una commemorazione senza assembramenti ma comunque sentita
FIRENZE — La Regione e tutta la Toscana, assieme all’associazione dei familiari delle vittime e la collaborazione dei Comuni di Firenze e San Casciano in Val di Pesa, ricordano oggi la deflagrazione che nel 1993, 27 anni fa, squassò la città in una notte di maggio ed uccise cinque persone: Angela Fiume e Fabrizio Nencioni, lei custode dell’Accademia dei Georgofili e lui ispettore dei vigili urbani, le loro figlie Nadia e Caterina di nove anni e due mesi e lo studente universitario fuori sede di Sarzana Dario Capolicchio.
Ma il Fiat Fiorino imbottito a Prato con il tritolo della mafia ferì anche altre quarantuno persone e devastò un angolo del centro storico: via dei Georgofili e la Torre de’ Pulci appunto, appena dietro alla Galleria degli Uffizi e con l’Arno a due passi.
Gli esecutori materiali e i mandanti interni sono stati individuati e condannati ma sono ancora sconosciuti i volti di coloro che ordinarono dall'esterno quella strage o non fece ro nulla per fermarla.
Le foto in bianco e nero sul sito dell’associazione documentano la devastazione di quella notte tra il 26 e il 27 maggio di ventisette anni fa, gli squarci negli edifici, il recupero delle vittime, il dolore e la pietà umana dei soccorritori che avvolgono in un panno il corpo senza vita della minuscola Caterina.
Una lunga commemorazione sul web
La memoria vivrà quest’anno on line. Dalle 9 di questa mattina una serie di video con interventi istituzionali e dei
rappresentanti delle associazioni di vittime di terrorismo e di mafia si
susseguiranno uno dietro l’altro.
Le testimonianze sono state raccolte dalla Regione Toscana e i video saranno pubblicati, oltre che sul nuovo sito e sui profili social dell’associazione dei familiari (www.strageviagerogofili.it), anche sul sito di Toscana Notizie, l’agenzia di informazione della giunta regionale.
Ci saranno Manlio Milani, presidente dell’associazione vittime di piazza della Loggia, e Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione tra i familiari e le vittime della strage di Bologna. Interverranno la giornalista Sandra Bonsanti, il senatore della Repubblica ed ex magistrato Pietro Grasso, il presidente della Toscana Enrico Rossi, l’assessore Vittorio Bugli, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il suo assessore Alessandro Martini, il primo cittadino di San Casciano in Val di Pesa Roberto Ciappi, la presidente della Corte di appello di Firenze Margherita Cassano, la presidente del Tribunale di Firenze Marilena Rizzo, la prefetto di Firenze Laura Lega.
E’ stato confezionato da Intoscana.it, redazione giornalistica della Fondazione Sistema Toscana, pure un videoracconto che raccoglie in modo integrato tutti i contributi dei ricordi e delle riflessioni sulla strage e su questo anniversario.
Poi, nella notte tra martedì e mercoledì, a mezzanotte e mezzo, la commemorazione proseguirà con la diretta Facebook da via dei Georgofili e la deposizione, alle una e quattro minuti, l’ora esatta in cui la bomba scoppiò, di una corona di fiori. La mattina dopo l’appuntamento, come al solito, si sposterà al cimitero della Romola, frazione del Comune di San Casciano in Val di Pesa, sulla tomba della famiglia Nencioni: anche in questo caso una cerimonia con poche persone, diretta facebook e videomessaggi, compresi quelli nel pomeriggio di alcuni studenti della scuola media.
Raccontare ai giovani, ancora oggi
“Sarà la prima volta in cui ricorderemo le vittime e l’attentato senza
Giovanna Maggiani Chelli, scomparsa alcuni mesi fa e che ha dedicato
ventisei anni della sua vita a tenere viva la memoria delle vittime e a
chiedere con tenacia verità e giustizia per loro e per tutto il Paese”
sottolinea l’assessore alla legalità della Toscana, Vittorio Bugli.
Giovanna, presidente fino alla fine dell’associazione dei familiari
vide nell’attentato gravemente ferita la figlia, che perse
nell’esplosione il fidanzato Dario. “Giovanna – aggiunge – è stato un
punto di riferimento e uno sprone instancabile. Le saremo sempre
riconoscenti e non dimenticare, parlarne sempre e parlarne con i giovani
è l’insegnamento più grande che ci ha lasciato e su cui anche
quest’anno la Regione si è mossa”.
Continuare a ricordare (e non solo commemorare) non è un gesto scontato. Altrove in Italia già ci si è dimenticati delle stragi del 1993 e 1994, che non furono solo quella di Firenze.
“La strage dei Georgofili ha fatto da spartiacque nella vita di Firenze e anche in quella del nostro Paese – ricorda ancora l’assessore Bugli - Allora si aprì una ferita che forse non si richiuderà mai ma che, almeno in Toscana, ci ha insegnato nuovi modi per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata. Accanto all’azione della magistratura e delle forze dell’ordine abbiamo infatti creduto ed imparato che fosse necessario agire sulla diffusione della cultura democratica e sulla conoscenza dei fenomeni mafiosi, per essere in grado di riconoscerli alle prime avvisaglie e combatterli nel modo più efficace possibile”. Come ricordava Caponnetto, la Toscana non è terra di mafia ma questo non vuol dire che la mafia, l’ndrangheta, la camorra ed altri gruppi organizzati non vi possano fare affari. E gli studi e i rapporti che da tre anni la Regione commissiona alla Scuola Normale di Pisa dimostrano che è così. “Per combattere la criminalità organizzata – conclude Bugli - servono bravi magistrati, intelligenti e decisi ad andare fino in fondo: come Gabriele Chelazzi, che quest’anno, il 17 aprile, non abbiamo potuto ricordare come al solito presso il Tribunale di Firenze. Oppure come, per rimanere sempre in Toscana, Vigna, Nicolosi, Crini e Caponnetto. Per combattere le mafie serve però anche sensibilità e conoscenza diffusa”.
Un archivio digitale sulla strage
E’ utile così costruire archivi e case delle memoria, come ad esempio il Centro di documentazione e legalità democratica che ha sede all’ultimo piano
del palazzo della presidenza della Regione, affacciato su piazza del
Duomo E’ utile rendere quegli archivi il più accessibili possibile e
farli frequentare dai giovani. E lo spazio è infatti frequentato da
studiosi e scolaresche. E’ utile coinvolgere di nuovo i giovani in
attività sui terreni strappati alla mafia, in Sicilia ieri e alla Tenuta
di Suvignano nel senese oggi, dall’anno scorso affidata in gestione alla Regione.
Nelle stanze all’ultimo piano di Palazzo Strozzi Sacrati in piazza del Duomo a Firenze è conservata parte della documentazione sulla strage di Firenze del 1993: gli atti processuali ma non solo, donati dall’associazione. “Abbiamo deciso digitalizzare tutto il materiale – racconta Bugli -. Il progetto, in collaborazione con la Procura e il Provveditorato dell’amministrazione penitenziario, sta entrando nella fase operativa e saranno coinvolti in questa attività anche i detenuti”.
Se vuoi leggere le notizie principali della Toscana iscriviti alla Newsletter QUInews - ToscanaMedia. Arriva gratis tutti i giorni alle 20:00 direttamente nella tua casella di posta.
Basta cliccare QUI