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Attualità lunedì 29 novembre 2021 ore 19:05

Omicron, più contagiosa ma i sintomi sono lievi

Iss: "Non ci sono ancora evidenze che causi una malattia più grave". La dottoressa che l'ha scoperta: "I contagiati hanno sintomi lievi". Ecco quali



ROMA — I dati scientifici ridimensionano nel giro di pochi giorni l'allarme scattato anche in Italia dopo l'individuazione dei primi casi di persone contagiate dalla variante Omicron del Covid-19. La nuova variante, partita dal Sudafrica, stando dati diffusi dall'istituto di sanità di quel Paese e da quelli in possesso della comunità scientifica internazionale, risulta effettivamente molto contagiosa ma non più pericolosa di quelle già in circolazione.

Ad affermarlo è lo stesso medico che ha scoperto la nuova variante, Angelique Coetzee, presidente dell'Associazione dei medici del Sudafrica. In un'intervista al quotidiano La Repubblica, Coetzee ha spiegato che “finora nessun paziente affetto da Omicron è stato ricoverato, i sintomi sono lievi". Secondo la dottoressa, la reazione internazionale è stata "esagerata". “Avrei capito la chiusura e la paura se avessimo assistito all’esplosione di effetti gravi ma non li abbiamo visti - ha spiegato - Non dovete farvi prendere dal panico. Se avvertite stanchezza, mal di testa, prurito in gola, leggero raffreddore per più di 2 giorni, fate il test. Vaccinatevi, indossate la mascherina e non state in posti affollati”. Stop.

"Preoccupati per la variante Omicron? Mi sembra un termine largamente eccessivo - ha dichiarato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico del governo italiano Franco Locatelli - Sappiamo che questa variante ha avuto una diffusione importante in Sudafrica ed è diventata predominante in un tempo largamente ridotto rispetto alle altre varianti. Ma non abbiamo nessuna evidenza che possa provocare una malattia più grave o sfuggire all'effetto protettivo dei vaccini in modo importante".

L'Istituto superiore di sanità italiano ha sottolineato che "non ci sono ancora evidenze che l'infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti", così come "non è chiaro se la variante Omicron sia più trasmissibile rispetto alle altre, inclusa la Delta".

Anche l'allerta lanciata dall'Oms è circostanziata: "Ci potrebbero essere futuri picchi di contagio, anche con gravi conseguenze, ma in base ad una serie di fattori, incluso il luogo dove potrebbero verificarsi" si legge in una nota dell'Organizzazione mondiale della sanità. Il riferimento è alla percentuale di persone vaccinate contro il Covid in ciascun Paese del mondo e alle categorie più fragili. Per intendersi: chi rischia di più sono i non vaccinati e i Paesi con percentuali di vaccinati ancora troppo basse.

Getta acqua sul fuoco anche la fondazione indipendente Gimbe, da sempre in prima linea nella lotta al Covid e sempre particolarmente severa nell'interpretazione dei dati sulla pandemia e sulle misure di prevenzione da assumere. "Non bisogna fare terrorismo - ha detto il presidente Nino  Cartabellotta - Ho trovato eccessiva nei toni la comunicazione fatta sui media su questa variante. Non abbiamo le informazioni per poter annunciare una catastrofe, bisogna prendere tempo, ci vorranno almeno due settimane per capire se gli effetti delle mutazioni saranno reali. Gli scienziati non sono preoccupati".


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