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Attualità mercoledì 25 marzo 2015 ore 11:30

Piano del paesaggio approda in consiglio

E' iniziata la seduta dedicata alla votazione del provvedimento, comprese le modifiche concordate fra il governatore Rossi e il ministro Franceschini



FIRENZE — La seduta si preannuncia molto lunga per la necessità di votare anche centinaia di emendamenti già predisposti dalle forze di opposizione (200 quelli annunciati solo da Forza Italia). Non è escluso che i lavori proseguano ad oltranza per tutta la notte o che addirittura vengano aggiornati a domani mattina.

Il confronto sul piano inizierà con la presentazione della relazione del presidente della commissione ambiente e territorio, Gianfranco Venturi del Pd. Questo il testo:

"Con la proposta di deliberazione odierna, torna in quest’Aula per la sua approvazione definitiva l’atto di integrazione del piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico che il Consiglio regionale ebbe ad adottare il 2 luglio 2014.

Come si ricorderà, la delibera di adozione fu accompagnata da una risoluzione , la n. 255 per la precisione, con la quale, in considerazione del fatto che i tempi di presentazione del piano non avevano consentito un esame approfondito della copiosa documentazione allegata, si richiamava la necessità che, “ partendo dal lavoro svolto e dalla condivisione degli obiettivi del piano adottato, tutti i soggetti coinvolti nella fase che portava alla definitiva approvazione si impegnassero a cogliere, attraverso opportune osservazioni, eventuali criticità, ancora presenti, ai fini di una sempre migliore applicazione dei suoi obiettivi stessi sul territorio regionale.

Ciò – proseguiva la risoluzione - al fine di rispondere alle aspettative di benessere, anche economico, delle comunità locali senza compromettere, anzi, valorizzando il patrimonio territoriale e paesaggistico della Toscana; “

Veniva ribadito come “l'approccio culturale, oltre che normativo, del piano paesaggistico costituisse una sfida, non solo per la tutela dell'ambiente, ma anche per i processi di sviluppo.

Una sfida da cogliere per alzare il livello qualitativo dei processi insediativi delle attività produttive genericamente intese, ed, in particolare, per quei settori che hanno oggettivamente un impatto paesaggistico e che sono legati intrinsecamente sul fronte della filiera con attività come quelle estrattive che hanno anch'esse dirette implicazioni ambientali;

Per questo – veniva ancora sottolineato - occorre approfondire e verificare puntualmente, nell'iter di discussione, tutte le correlazioni tra il piano e la necessaria competitività del sistema economico toscano, per valutarne insieme alle categorie economiche ed ai livelli istituzionali interessati, possibili innovazioni che pur non alterando l'impianto complessivo del piano potessero qualificare ed accrescere la competitività del sistema produttivo regionale;

Si evidenziava inoltre la necessità di portare avanti un'operazione di razionalizzazione e semplificazione dell'apparato procedimentale e amministrativo, da farsi insieme al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT), che, fermi restando gli obiettivi di tutela del paesaggio, potesse eliminare i procedimenti amministrativi inutili e di razionalizzare quelli irragionevolmente complicati, con decisa riduzione dei tempi di risposta.

In particolare si chiedeva di consentire espressamente al piano paesaggistico di individuare alcune parti delle aree vincolate per decreto, di minore interesse paesaggistico, dove, in presenza di piano paesaggistico approvato, la realizzazione degli interventi di lieve entità potesse avvenire previo accertamento, in fase edilizia, della conformità degli interventi medesimi alle previsioni del piano, senza necessità di rilascio di autorizzazione paesaggistica;

Su questa base, il Bollettino ufficiale della Regione Toscana ha pubblicato nello scorso Luglio l’avviso di adozione dell’atto di integrazione del PIT con valenza di piano paesaggistico per consentire a chiunque di prenderne visione e di presentare le opportune osservazioni, ai sensi della l.r. 1/2005; nonché l’avviso di avvio della procedura di valutazione ambientale strategica (VAS) per consentire a chiunque di prenderne visione e di presentare le opportune osservazioni, ai sensi della l.r. 10/2010; per la presentazione di tutte le osservazioni la data di scadenza veniva per legge fissata per il 29 Settembre 2014.

A seguito dei suddetti avvisi sono pervenute al Consiglio regionale n. 607 osservazioni e altre 40 sono state quelle presentate al nucleo unificato regionale di valutazione (NURV), quale autorità competente per la VAS.

E’ opportuno segnalare inoltre che lo scorso 28 ottobre 2014 è stata sottoscritta l’intesa tra il Ministero dei beni culturali e del turismo e la Regione Toscana, un’intesa con la quale si è convenuto che l’ “Elenco degli interventi nelle aree di cui all’art. 143, comma 4, lettera b) che, in quanto volti alla riqualificazione dell’edificato esistente, non richiedono il rilascio dell’autorizzazione di cui all’art. 146 del Codice”, costituisce documento condiviso ai fini del PIT con valenza di piano paesaggistico;

Alla luce delle osservazioni pervenute la Giunta ha approfondito alcune criticità, anche con il contributo di specifici tavoli aperti con le categorie produttive, giungendo ad una istruttoria che introduce alcune modifiche importanti alla documentazione di piano.

Tale istruttoria ha preso in esame 605 osservazioni, più due trasmesse con successive integrazioni, delle quali 184 sono state presentate da comuni, 21 da altri enti territoriali in particolare unioni di comuni e province, 77 dalle associazioni di categoria, 15 da associazioni e comitati ambientali, 3 da partiti politici, 166 da imprese private, 138 da cittadini, 1 da altri settori della Regione Toscana.

Il lavoro è stato impostato nel senso di assumere la fase delle osservazioni, come fase costruttiva per tutti, innanzitutto per lo strumento di piano stesso, lavorando quindi per accogliere il più possibile tutte le osservazioni che chiaramente non erano in contrasto con la struttura del piano e che quindi non avrebbero messo in crisi l’impianto complessivo del piano medesimo.

In totale , sono state accolte interamente o parzialmente l’86,61 % delle osservazioni presentate, anche se il dato quantitativo poi va completato con l’analisi anche qualitativa del tutto.

Soltanto 81 sono state valutate come interamente non accoglibili, la casistica più frequente è quella di un accoglimento parziale, nel senso che molte osservazioni erano articolate in considerazioni generali e talvolta generiche.

In particolare per quanto riguarda le osservazioni presentate dai comuni, la percentuale di accoglimento è stata piuttosto elevata, nel senso che su 184 soltanto 12 sono state valutate come non accoglibili, per gli altri soggetti invece la percentuale nel complesso delle osservazioni accolte risulta inferiore ma comunque molto elevata: intorno ai 2/3 delle osservazioni presentate.

In assoluto il tema più attenzionato dalle osservazioni è stata la cartografia dei beni tutelati per legge, quindi la cartografia dei beni che fanno riferimento all’art. 142 del Codice, gli ex Galasso.

In molti casi, ciò è dipeso dal fatto che non è apparso chiaro il carattere soltanto ricognitivo e non identificativo di una serie di cartografie, tra le quali in particolare le cartografie riferite ai boschi e alle fasce di tutela lungo i corsi d’acqua.

E’ stato quindi provveduto a ripetere nella disciplina generale il fatto che tali cartografie sono da considerarsi soltanto ricognitive e non istitutive del vincolo.

L’altro argomento a seguire più ricorrente nell’osservazione dei comuni, è stato quello riferito alla disciplina generale del piano e in particolare alle procedure di conformazione dei piani comunali al piano paesaggistico regionale, siamo riusciti a rispondere positivamente a molte delle osservazioni formulate dai comuni su questo argomento, proprio grazie all’accordo già richiamato con il MIBACT.

Un altro punto fortemente attenzionato è stato quello delle aree compromesse e degradate anche esse oggetto di questo accordo sottoscritto con il Ministero che individua una procedura chiara e veloce per il loro riconoscimento formale.

Diverse osservazioni hanno infine rilevato la difficoltà ad identificare le parti del piano con contenuto normativo rispetto alle parti con contenuto conoscitivo e interpretativo.

Per dare risposta a questo problema è stato introdotto nella normativa generale un articolo, 3bis appunto, che chiarisce il peso delle diverse norme, quindi il peso delle direttive, degli obiettivi di qualità, gli articoli che riguardano la definizione delle invarianti e poi in caduta sono stati adeguati gli elementi che sono di riferimento conformativo del piano.

Tali modifiche hanno portato ad un conseguente adeguamento della disciplina generale che rivisita l’organizzazione del sistema dei vincoli o delle discipline che devono essere osservate dai diversi soggetti in sede di formazione dei piani, oltre ad una modifica editoriale delle schede di ambito, volta a rendere più evidente la parte disciplinare rispetto alla parte descrittiva.

Importanti sono alcuni aspetti contenuti nelle schede d’ambito, sia nel quadro conoscitivo che negli indirizzi delle politiche e nella disciplina, riferibili in particolare alla relazione tra attività agricole e tutela del paesaggio, che ha comportato delle modifiche alle schede d’ambito positivamente accolte anche dalle categorie produttive del settore.

Un aspetto delicato è stato quello delle norme che regolano l’applicazione del piano, dal momento della sua approvazione, fino a quando i comuni avranno gli strumenti adeguati o conformati al piano paesaggistico.

Qui abbiamo portato dentro al PIT quanto a suo tempo definito attraverso la legge 65/2014 su governo del territorio nel senso che viene prevista una fase transitoria nella quale si applica in via semplificata il piano, ma per arrivare ai piani conformati, si va con la nuova generazione dei piani sostanzialmente: se un comune vuole si può conformare anche subito, ma non c’è un obbligo di conformazione immediata.

Il complesso di questa istruttoria stato trasmesso alla VI Commissione con deliberazione della Giunta regionale 4 dicembre 2014, n. 1121 come integrata dalle successive deliberazioni 19 gennaio 2015, n. 41 e 2 marzo 2015, n. 192,

La VI Commissione, si è riunita per discutere sul PIT più di quanto abbia fatto su ogni altro argomento, 7 sedute molte delle quali per l’intera giornata e, negli ultimi tempi anche per più giorni.

Abbiamo discusso centinaia di emendamenti ai vari allegati del piano, accogliendo molte volte nuove formulazioni e mediazioni che sono state votate spesso anche da parte della minoranza e talvolta alla unanimità.

Un lavoro che, raccogliendo lo spirito della citata risoluzione n. 255 del luglio scorso, è sempre stato rivolto a dare risposte alle osservazioni venute dal territorio della Regione, dalle sue istituzioni e dalle forze produttive che su di esso operano.

La discussione in Commissione e le conseguenti proposte emendative si sono incentrate particolarmente attorno a due questioni la prima delle quali è rappresentata dal sistema delle cave nell’area delle Apuane, rispetto al quale erano pervenute alla Commissione numerose sollecitazioni sia da parte di Enti Locali che di operatori del settore.

In particolare, fermi restando gli obiettivi generali del Piano, ed il rispetto dei limiti fissati dal Codice del Paesaggio per le aree sottoposte a vincolo, si segnalavano alcune rigidità contenute nel piano adottato rispetto alla possibilità di proseguire anche in futuro la coltivazione di cave o la possibile apertura di nuove pur nell’ambito di una necessaria regolamentazione all’interno dei Piani di Bacino.

Al riguardo se da un lato la Commissione ha introdotto facilitazioni ha altresì controbilanciato queste con la introduzione della verifica di compatibilità paesaggistica come condizione vincolante per il rilascio delle necessarie autorizzazioni.

Sarà quindi necessario, come peraltro è già stato annunciato, procedere alla previsione in legge della commissione regionale a ciò preposta con una opportuna integrazione alla l.r. 65/2014.

L’altro tema sul quale si è appuntata la discussione, sono gli interventi possibili nell’ambito delle aree costiere sottoposte a vincolo.

Anche qui, si è operato per coniugare il rispetto dei vincoli fissati dal Codice del Paesaggio con le trasformazioni possibili sulle strutture esistenti, sul loro adeguamento e possibile ampliamento, necessario per mantenere e qualificare il livello dei servizi turistici presenti nell’area.

Altre modifiche hanno interessato la regolamentazione dei laghi e le norme relative agli interventi nell’area di Collodi, legati alla valorizzazione della figura di Pinocchio.

Questo lavoro svolto in Commissione ha portato a introdurre ulteriori modifiche al testo adottato che, come del resto quelle apportate dalla Giunta, hanno avuto sempre origine da una o più osservazioni pervenute: un criterio questo, che la commissione ha assunto fin dall’inizio come discriminante per la loro ammissione.

A seguito dei risultati dei lavori della Commissione era naturalmente previsto da parte della Giunta un ulteriore incontro con i MIBACT volto a verificare le necessarie convergenze sulle parti modificate al fine di non far venire meno quella condivisione ministeriale che tutti auspichiamo necessaria per la piena efficacia del piano a partire dalle semplificazioni introdotte dall’ultima intesa del 28 Ottobre 2014.

Sull’andamento e l’esito di questo incontro già avete avuto modo di conoscere contenuti e risvolti attraverso la comunicazione resa proprio ieri all’Aula dal Presidente Rossi.

Ciò mi esime da ripercorrerli e, come già ho avuto modo di dire, anche per i ristretti tempi nei quali abbiamo dovuto operare, anche io concordo che alla luce di una rilettura complessiva del lavoro svolto vi possa essere la necessità di rimuovere eventuali contraddizioni tra le varie parti, apportare alcuni aggiustamenti anche di natura tecnica su parti che possono non essere chiare o anche riproporre in aula la revisione di modifiche che possono essere apparse eccessive.

Quanto riferito qui dal Presidente appare a mio avviso ragionevole e in ogni caso su questo il Consiglio avrà modo di esprimersi sugli annunciati emendamenti.

Dovremo saper dare un giudizio consapevoli del peso che assumono le valutazioni ministeriali e con esse le necessità vere di questa Regione al di là di astratti modelli di tutela ambientale che non tengono conto della storia sociale ed economica della Toscana.

Infine vorrei rispondere in questa sede ad un rilievo sollevato in particolare dalla minoranza in ordine al fatto se la portata delle modifiche introdotte, sia tale da richiedere una nuova pubblicazione del Piano.

Al riguardo, mentre intendo ribadire che le modifiche apportate nel corso dei lavori della Commissione, al testo originario dell’atto in questione sono state tutte attinenti alle varie osservazioni pervenute, tengo a precisare che la portata delle modifiche stesse non ha investito il piano nel suo complesso, né i suoi complessivi caratteri o criteri essenziali.

Infatti le modifiche apportate – sia pure rilevanti sul piano politico e significative nei contenuti – hanno comunque riguardato solo specifici aspetti del piano e, in ogni caso, senza stravolgerne i fondamentali caratteri di salvaguardia.

Confortato dal giudizio tecnico degli Uffici che hanno assistito in ogni fase i lavori della commissione, ritengo quindi – sia pure con la cautela propria di un ambito valutativo – che l’atto licenziato dalla commissione non costituisca una rielaborazione complessiva dell’atto precedentemente adottato, né un mutamento delle sue caratteristiche essenziali, per fare riferimento alla terminologia utilizzata dalla giurisprudenza per individuare il discrimine che impone il rinnovo della procedura.

Concludendo, vorrei infine ringraziare in modo caloroso gli Uffici della Sesta Commissione per il grande lavoro svolto anche in condizioni non facili per tempi e mole dell’impegno richiesto; con essi gli Uffici giuridici del Consiglio sempre disponibili a fornire il loro qualificato apporto e non ultimi gli Uffici della Giunta per l’ampia collaborazione offerta. Un sentito ringraziamento va all’Assessore Marson ed a tutti i colleghi, sia di maggioranza che di minoranza, della Commissione per la correttezza e serietà di un confronto che sia nelle convergenze che nelle divergenze ha sempre consentito un costruttivo lavoro della Commissione.

Spetta adesso al Consiglio dire l’ultima parola e giungere così alla approvazione definitiva di questo importante strumento che, assieme alla legge 65/2014 approvata nello scorso autunno, completa un quadro normativo che pone la Toscana all’avanguardia nel governo del territorio e del Paesaggio nel nostro Paese".


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