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Cronaca martedì 25 luglio 2017 ore 16:33

"Consip, nessuna chiarezza sul metodo Romeo"

Alfredo Romeo

Rese note le motivazioni con cui la Cassazione ha accolto il ricorso contro la custodia in carcere dell'imprenditore napoletano accusato di corruzione



ROMA — Nessuna chiarezza sul metodo o sul sistema con cui Alfredo Romeo si sarebbe infiltrato nella Consip, la centrale acquisti del ministero dell'economia, per corrompere e aggiudicarsi appalti pubblici. Ad affermarlo sono i giudici della Corte di Cassazione che il 13 giugno scorso, con le motivazioni rese note oggi, hanno accolto il ricorso dei legali di Romeo contro la sentenza del Tribunale della Libertà che nei mesi scorsi aveva confermato la custodia cautelare in carcere per l'imprenditore, iniziata il primo marzo.  A Luglio poi Romeo ha ottenuto i domiciliari.

Alfredo Romeo è accusato di aver corrotto con centomila euro un funzionario della Consip, Marco Gasparri, anche lui indagato e reo confesso, per avere informazioni utili a vincere un appalto da due miliardi e 700 milioni di euro. L'imprenditore ha sempre negato ogni addebito, affermando di aver versato a Gasparri non più di cinquemila euro per semplici 'consulenze'.

Nelle motivazioni, la Cassazione ricorda che Romeo è incensurato e che nelle attività d'indagine in corso "non sono espclicitati precisi riferimenti dai quali ricavare l'esistenza del periculum libertatis e che su quelle ormai espletate l'esposizione è solo genericamente illustrata".

La Cassazione ha chiesto al tribunale del riesame anche di verificare le legittimità dei virus informatici utilizzati per intercettare Romeo. "Nessun controllo è stato effettuato, pur a fronte di eccezioni gravi e puntualmente formulate, sulla sussistenza dei presuppodti di legittimità sulle operazioni di intercettazione ambientale" scrivono i giudici. Il tribunale del riesame dovrà anche accertare "il collegamento fra la condotta delittuosa di cui Romeo è accusato e l'esistenza di associazioni criminali che possono giustificare l'utilizzo di mezzi "particolarmente invasivi" come i captatori informatici.


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