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Attualità martedì 01 novembre 2022 ore 08:57

I fiori per i defunti resistono alla scure dei rincari

La tradizione supera il rincaro dei prezzi, quella dei fiori per i defunti è una spesa alla quale due italiani su tre non hanno rinunciato



ROMA — Piante e fiori sono una spesa fissa in occasione delle festività di ognissanti e della commemorazione dei defunti, una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale e resiste ai rincari che si sono abbattuti sulla floricoltura. 

Tagli sì ma non al simbolo della commemorazione e del ricordo. Più di 2 italiani su 3 hanno deciso di acquistare fiori durante il ponte di Ognissanti, è quanto emerge dall’indagine on line sul sito www.coldiretti.it in occasione della tradizionale visita ai cimiteri per onorare i propri cari.

Coldiretti spiega "La floricoltura realizza in questo periodo circa un quinto del proprio fatturato seppur alle prese con una drammatica crisi scatenata dall’aumento dei costi di produzione legato alla guerra in Ucraina. I più gettonati nell’occasione sono i crisantemi con prezzi che vanno da 1,5 ai 3 euro ma possono arrivare oltre i 20 euro se si tratta di vasi o mazzi di fiori".

A causa dei rincari energetici le spese per i vivai sono in media raddoppiate (+95%) con punte che vanno dal 250% per i fertilizzanti al 110% per il gasolio o il 1200% per il metano per il riscaldamento delle serre, secondo l’analisi Coldiretti. 

Gli incrementi colpiscono anche gli imballaggi dalla plastica per i vasetti dei fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. Sono esplose anche le spese di trasporto in un paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su gomma.

Coldiretti denuncia "La situazione rischia di pesare anche sulle vendite, favorendo illegalità e fenomeni criminali. Il consiglio è quello di non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi. Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e non alimentare l’abusivismo è meglio evitare venditori improvvisati e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori, ricordando che acquistando fiori italiani si sostengono le imprese, l’occupazione, il territorio".

Il florovivaismo è, infatti, un comparto strategico che vale 2,5 miliardi di euro e garantisce 200mila posti con 30mila ettari di territorio coltivati da 21.500 imprese coinvolte fra produzione di piante e fiori in vaso (14mila) e quelle di piantine da trapianto (7.500). Un patrimonio del made in Italy messo sotto pressione dalla crisi energetica ma anche dalle importazioni dall’estero cresciute del +59% nei primi sette mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con oltre 2/3 (71%) rappresentati dagli arrivi dall’Olanda.

Fra Gennaio e Luglio gli arrivi di piante e fiori hanno raggiunto i 508 milioni di euro coprendo in sette mesi l’87% del valore registrato in tutto il 2021, nonostante la frenata degli scambi internazionali causati dalle tensioni per la guerra in Ucraina con la riduzione nella Ue del 40% del commercio di fiore reciso e della perdita del 30% del potere d’acquisto dei consumatori dell’Unione, secondo le ultime stime del Copa Cogeca.

“Occorre combattere la concorrenza sleale di prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia ed in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori- ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - l’importanza di preferire in un momento difficile per l’economia nazionale le produzioni Made in Italy scegliendo l’acquisto di fiori tricolori, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio”.


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