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Attualità giovedì 13 febbraio 2025 ore 18:10

Tumore alla prostata, 2000 diagnosi ogni anno

Aumentano gli interventi. I dati emersi nell'ambito del convegno promosso da Europa Uomo Italia e organizzato da Motore Sanità



TOSCANA — In Toscana ogni anno si registrano circa 2000 nuove diagnosi di tumore alla prostata. E' quanto emerso nell'ambito del convegno “Il tumore alla prostata in Toscana. Qualità di diagnosi e cura, qualità della vita” promosso da Europa Uomo Italia e organizzato da Motore Sanità, durante il quale sono stati illustrati dati e le nuove frontiere  sul piano diagnostico e terapeutico che, grazie alla scoperta di nuove metodiche di imaging radiologico e medico-nucleare permette di intercettare sempre più spesso il tumore nelle sue fasi iniziali, aumentando le prospettive di guarigione e di sopravvivenza alla malattia. 

“In Toscana – ha spiegato Fabrizio Gemmi, Coordinatore dell'Osservatorio per la Qualità ed Equità, Agenzia Regionale di Sanità della Toscana. - si stimano circa 2mila nuovi casi di tumore alla prostata ogni anno e si registra una crescita degli interventi chiurgici, che nel 2023 sono stati 1.908”.

Il dato degli interventi, “in costante aumento dal 2017, escluso il periodo della pandemia, è frutto del miglioramento della diagnostica”. Nel 2023, “ben 1.630 operazioni sono stati eseguite con chirurgia robotica, a conferma del ruolo sempre più rilevante delle nuove tecnologie nel trattamento della patologia”. Con l’ospedale di Careggi che “ha effettuato oltre 600 interventi, come nessun altro in Italia”. E se una piccola parte di uomini malati di tumore alla prostata risulta non operabile, per gli altri si adottano strategie terapeutiche diverse. 

 “Oggi – ha spiegato Claudio Talmelli, presidente dell'associazione Europa Uomo, che rappresenta i pazienti affetti da tumore della prostata - iniziamo un percorso nelle regioni italiane per promuovere, in collaborazione con le Istituzioni e la comunità scientifica, una gestione più efficace della patologia. Questo obiettivo si concretizza attraverso due pilastri fondamentali: l’implementazione di programmi di screening e l’istituzione di centri multidisciplinari dedicati. È significativo che questo percorso parta dalla Toscana, una regione all’avanguardia nella prevenzione e nella cura oncologica. La Toscana non solo vanta una solida ed efficiente rete oncologica e una lunga esperienza negli screening, ma è stata anche la prima in Italia a riconoscere, attraverso una delibera, la necessità di istituire una rete di Prostate Cancer Unit. Da questo incontro ci aspettiamo un impegno concreto e corale: grazie alla collaborazione di tutti i soggetti coinvolti – Istituzioni, medici, personale sanitario, pazienti e collettività – auspichiamo che la rete toscana dei centri multidisciplinari per il tumore della prostata diventi presto realtà e rappresenti un modello virtuoso per tutte le regioni italiane”.

L'evento di Firenze è stata l’occasione per mettere a fuoco gli obiettivi ancora da raggiungere e le modalità per conseguirli. “Negli ultimi 5 anni – ha spiegato Laura Doni, Presidente di Giotto (Gruppo Interdisciplinare Uro-Oncologico Toscano) e Dirigente Medico Dipartimento Oncologico Aou Careggi - abbiamo assistito ad un importante cambiamento dello scenario terapeutico del carcinoma prostatico, grazie all'introduzione ed all'integrazione delle strategie terapeutiche, in cui, accanto a farmaci storici quali la classica terapia androgeno-deprivativa e la chemioterapia a base di docetaxel, trovano sempre più ampio impiego gli anti-androgeni di nuova generazione, la terapia con Parp inibitori per i tumori che presentano mutazione dei geni Brca 1 e Brca 2 e, più recentemente, anche la terapia con radioligandi. L'innovazione introdotta da tutti questi trattamenti e la possibilità di integrarli con terapie non farmacologiche, si pensi ad esempio alla radioterapia, richiede un grande sforzo al clinico per rimanere al passo ed impone una riflessione sulla sostenibilità del sistema. Il Gruppo Interdisciplinare Uro-Oncologico della Toscana ha come obiettivo quello di uniformare le conoscenze e le competenze dei professionisti toscani occupati quotidianamente nel processo di cura dei pazienti affetti da carcinoma della prostata, garantendo in questo modo, l'appropriatezza del percorso e favorendo l'accessibilità alle terapie sperimentali disponibili sul territorio regionale".


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