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Cultura lunedì 28 ottobre 2024 ore 08:00

Prima pietra e il borgo fantasma rinasce dalla creatività

La posa della prima pietra, da destra Giani con il sindaco Degl’Innocenti o Sanni
La posa della prima pietra, da destra Giani con il sindaco Degl’Innocenti o Sanni

Sulla rocca si consumarono due eccidi: quello dei Pazzi nel 1267 e quello nazifascista del 1944. Poi lo spopolamento e la sfida unica in Toscana



CAVRIGLIA — Quella rocca fu teatro di due stragi: quella dei Pazzi nel 1267 e quella nazifascista del 1944. Poi un progressivo spopolamento che ha ridotto l'agglomerato quasi a un centro fantasma e ora lo scatto per una sfida unica in Toscana: siamo a Castelnuovo d'Avane, a Cavriglia, dove nei giorni scorsi è stata posata la prima pietra che segna il via ai cantieri del Bando dei 20 Borghi voluto dal Ministero della cultura verso la rinascita dell'antico abitato.

Con la posa, il presidente della Regione Eugenio Giani e il sindaco di Cavriglia Leonardo Degl’Innocenti o Sanni hanno chiuso formalmente in Toscana la fase progettuale: entro il 2026 Castelnuovo d’Avane diverrà un ‘Centro di creatività’ con attività e presenze a servizio della formazione, orientato a condividere sostenibilità e creatività.

Fra le antiche strade sorgeranno tre musei, spazi pubblici rigenerati, giardini, luoghi della memoria, residenze turistiche, tra cui un albergo diffuso, residenze private e imprese, botteghe artigianali, abitazioni dedicate al social housing e ai giovani.

Alla cerimonia sono intervenuti anche l'architetto Marco Casamonti, l’ingegnere dello Studio Gpa Giovanni Cardinale, Francesca Velani quale vicepresidente Promo Pa Fondazione, il vicesindaco Filippo Boni e la giunta municipale.

Il borgo unico in Toscana

Due anni fa la Regione scelse proprio Castelnuovo d’Avane, tra altri 42 candidati, come unico ed esemplare rappresentante per la Toscana per il progetto finanziato per 20 milioni dal Pnrr che comprende sia opere di ristrutturazione sia lo sviluppo di attività di valorizzazione e produzione culturale. 

Dall’aggiudicazione del bando a oggi, tutte le energie sono state impiegate per cucire addosso al Borgo un progetto che ne salvaguardasse le peculiarità, proiettandolo al contempo verso una dimensione più fruibile e capace di attrarre turisti, capitali, nomadi digitali, artigiani e nuovi abitanti.

Giani ha parlato di "un progetto rivolto all'intero Valdarno, di cui intende divenire motore di sviluppo e creatività a servizio delle imprese e dell'economia di questa parte della Toscana. Il Valdarno e la provincia di Arezzo vantano professionalità storiche, dalla moda all'oreficeria, dalle ceramiche e vetrerie per arrivare ai servizi a base digitale e tecnologici: Castelnuovo, con la sua storia impegnativa, è il luogo ideale per scrivere una pagina fortemente innovativa di rinascita, uno scatto verso la modernità da parte del territorio finalmente restituito alla sua comunità". 

“E’ una profonda soddisfazione per me celebrare la posa della prima pietra del Borgo di Castelnuovo d’Avane - ha sottolineato il sindaco di Cavriglia - soprattutto perché essa rappresenta il termine di un lungo e tortuoso processo progettuale e burocratico. Da adesso, infatti, seguirà la vera e propria fase attuativa, al termine della quale il Borgo abbandonato tornerà a risuonare di vita”.

Un po' di storia

Il Borgo, si spiega a Castelnuovo d'Avane, è considerato da sempre un luogo deputato alla memoria delle ferite che la popolazione di qui ha subito negli anni. Dalla strage messa in atto dai Pazzi nel 1267, che massacrarono gli abitanti maschi della rocca, all’eccidio avvenuto il 4 Luglio del 1944, questa volta per mano nazifascista che, di nuovo, vide cadere 74 uomini, privando della vita 192 civili innocenti nell’intero territorio comunale.

La storia di questo paese è legata anche all’estrazione della lignite xiloide che ne caratterizzò l’economia già da metà del 1800 fino alla nascita del progetto Santa Barbara, nel 1956, con lo scavo della lignite a cielo aperto che decretò la demolizione di case, chiese e un castello, portando lo stesso abitato di Castelnuovo ad un passo dal franare. Per questo motivo negli anni Settanta l’intero abitato venne evacuato e ricostruito in altra località vicina chiamata Camonti.

“Oggi, quel paese parzialmente scomparso inizierà a rinascere”, ha concluso il sindaco Degl’Innocenti o Sanni.


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