Attualità giovedì 28 aprile 2022 ore 18:30
Economia toscana in crisi da caro energia
Le imprese spenderanno 25 mila euro in più, le famiglie hanno ridotto la capacità di spesa con la bolletta che pesa per il 13% sul reddito disponibile
FIRENZE — Dopo la pandemia, già nel 2021 l’economia toscana aveva fatto registrare un positivo incremento del 6,2 per cento sul Pil mantenendo il trend in crescita fino a Gennaio di quest’anno con il 2022 che avrebbe dovuto concludersi con un 4,6 per cento di ulteriore incremento ma il caro energia, le tensioni nelle catene di fornitura e il conflitto in Ucraina, hanno cambiato tutto.
La fotografia è nel rapporto dell’istituto di programmazione economica della Toscana, illustrato stamani a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. Lo hanno illustrato il direttore Nicola Sciclone e Simone Borghesi della Florence school of regulation-climate.
L’economia toscana ha rallentato, l’inflazione è tornata a crescere, la propensione alla spesa è calata; e le previsioni si sono fatte più fosche e incerte.
Il rischio è che la crescita del prodotto interno lordo si dimezzi, non andando oltre il 2,4 per cento alla fine dell’anno nell’ipotesi di un tasso di di inflazione all’8 per cento da Marzo in poi mentre era il 3 per cento fino a pochi mesi fa e lo stop da Settembre alle importazioni di gas dalla Russia, magari non sostituito oppure acquistato a prezzi più alti. Il Centro nord rivedrebbe le proprie attese di crescita dal 4,1 al 2,3 per cento, l’Italia nel suo complesso dal 3,9 al 4 per cento.
I segnali della frenata. A Gennaio 2022 l’industria toscana ha fatto registrare un meno 6,1%, superiore al resto del centro nord e a Marzo gli avviamenti al lavoro hanno segnato un meno 5% rispetto allo stesso mese di due anni fa, prima della pandemia. Le aziende soffrono il caro energia: in media ciascuna impresa toscana spenderà 25 mila euro in più alla fine dell’anno (55 mila se manifatturiera). Sul mercato europeo il gas costava a Febbraio 2022 il 353% in più rispetto a tre anni fa.
Anche le famiglie hanno visto ridursi la propria capacità di spesa: se in passato, mediamente, la bolletta di casa pesava sul bilancio familiare per poco più dell’8%, oggi vale quasi il 13% del reddito disponibile. Per le famiglie già in difficoltà la spesa del caro bolletta è passata dal 18,9 al 21%: 1.747 euro l’anno.
Il costo dell’energia elettrica è cresciuto di oltre quattro volte tra Aprile 2022 ed Aprile 2019, prima della pandemia. Per il sistema economico toscano nel suo complesso vuol dire un aggravio di costo di 8 miliardi se i livelli di prezzo rimanessero inalterati per tutto il 2022: quattro miliardi almeno, se da metà anno in poi si tornasse ai valori del 2019. Soprattutto se i prezzi delle materie prime, energetiche e non solo, non rientrassero, 15 mila aziende e 117 mila addetti potrebbero trovarsi in situazione di vulnerabilità.
Ai nodi congiunturali si sommano quelli strutturali: la necessità di rilanciare gli investimenti pubblici (200 miliardi persi negli ultimi 10 anni in Italia), la sfida dell’innovazione ma anche della transizione energetica e della semplificazione amministrativa, che potrebbero trovare una prima risposta nel Pnrr, e lo squilibrio demografico di una Toscana che continua ad invecchiare, con una fetta sempre più consistente di popolazione che vede crescere i propri bisogni di assistenza sanitaria, che dipende da giovani e adulti attivi, sempre di meno, e che dunque pesa maggiormente sul welfare.
Già nel 2020 un toscano su quattro (26%) aveva più di 65 anni: nel 1972 erano poco più della metà, con una base di gli under14 molto più numerosa. La piramide demografica si è spanciata al centro negli anni. E se il trend non si invertirà, nel 2040 gli over65 in Toscana potrebbero addirittura essere più di uno su tre (36%), con evidenti riflessi sul Pil prodotto nella regione.
Calcolano gli economisti che per mantenere invariato il rapporto tra spesa sanitaria e prodotto interno lordo, servirebbe un tasso di crescita di almeno il 4 per cento l’anno. Dalla sua la Toscana ha il fatto che, pur contando una delle popolazioni più anziane d’Italia, presenta un minor numero di anziani affetti da gravi patologie croniche. Questo riduce i costi. Le persone non autosufficienti nel 2021 erano comunque 92mila (105mila previsti per il 2030) e circa 10mila erano ricoverate in Rsa convenzionate.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani ha lanciato la proposta di un tavolo per la semplificazione; sulla sburocratizzazione “dobbiamo fare di più, anche in Regione, liberandosi di una cultura in cui qualche dirigente ha paura ad assumersi le proprie responsabilità”. “Non abbiamo un problema di risorse - ha detto Giani - quel che ci serve è una maggiore capacità di condivisione di scelte ed analisi, pubblico e privato insieme”. E torna sul tema, lanciato nei giorni scorsi, del federalismo energetico, “perchè è evidente che nel sostegno e rilancio dell’economia fondamentale sarà il tema dell’energia”. “Negli anni e decenni la dipendenza energetica dell’Italia è aumentata anziché dimuire. Va dunque cambiata mentalità. Ma di fronte ad un maggiore impegno per accrescere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, soprattutto se si raggiungono risultati concreti, è necessario che ci siano agevolazioni, siano esse sconti sul costo dell’energia per le imprese del territorio o la realizzazione di opere pubbliche. Un premio ci deve però essere”. “La Toscana è tra le Regioni che più produce energia rinnovabile rispetto al proprio fabbisogno. Grazie alla geotermia garantiamo quasi il 30 per cento: con l’idroelettrico, il fotovoltaico e l’eolico sforiamo il 40 per cento, come racconta anche Irpet. Possiamo crescere ulteriormente: peccato che comitati ed enti spesso rallentino questi interventi. La Soprintendenza si è opposta al progetto di Sorgenia sulla geotermia sull’Amiata e alle pale eoliche sul Mugello”.
“Mai rapporto Irpet è stato così complesso e così esposto ad avvenimenti difficilmente prevedibili - ha concluso Giani - solo poche settimane fa, prima dell’invasione dell’Ucraina, avremmo parlato di una ripresa importante, anche se non uniforme, con previsioni per il 2022 estremamente confortanti. La situazione è drammaticamente cambiata. Ma con le risorse a disposizione e l’esperienza di due crisi alle spalle abbiamo la capacità di intervenire sulle componenti che hanno frenato negli anni la nostra crescita”.
Confindustria Toscana, con il suo presidente Maurizio Bigazzi, ha rilanciato interventi sul cuneo fiscale per ridurre i costi del lavoro, evitando aumenti a carico delle aziende, e chiede iter più rapidi su investimenti per progetti di autonomia energetica. La burocrazia che crea incertezza e spaventa è stata al centro anche dell’intervento di Luca Giusti di Confartigianato e di Luca Tonini della Cnd. “L’Italia è come un cubo di Rubik incasinato - ha commentato Francesca Marcucci di Confcommercio - Prima la pandemia e poi questa nuova crisi ci hanno reso consapevoli di quel che ci manca e sulle scelte, sbagliate almeno in parte, fatte in passato”. Preoccupazione traspare anche dall’intervento di Alessio Lucarotti di di Confesercenti Toscana. Dalida Angelini della Cgil si sofferma sulla sicurezza sul lavoro. “Quel lavoro sicuro e stabile - ha detto Paolo Fanrtappiè della Uil - che si costruisce anche con il Pnrr”. “Ci attendono scelte importanti e sarebbe utile un metodo strutturale di concertazione” propone a proposito Cino Recce della Cisl.
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