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Attualità martedì 09 agosto 2022 ore 15:00

Sanità, viaggio nei tempi d'attesa post Covid

medici parlano tra loro

Dai dati del monitoraggio della Regione ecco quali sono visite, esami ed interventi chirurgici per i quali si attende di più o di meno in Toscana



FIRENZE — Viste specialistiche, esami diagnostici, interventi chirurgici: l'impatto della pandemia da Covid-19 sull'arcipelago delle prestazioni sanitarie è stato consistente, rallentando le agende soprattutto per alcune discipline della diagnostica e della chirurgia. Poi sono arrivati il piano straordinario per la riduzione delle liste d'attesa varato dalla Regione con 31,5 milioni di euro, l'aumento di prestazioni erogate e varie altre misure. 

Ebbene: come è andata? A dirlo, in un viaggio nelle liste d'attesa della sanità toscana, è il monitoraggio bisettimanale della Regione da cui emerge un progressivo miglioramento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie che, dopo le ripercussioni pandemiche, negli ultimi mesi hanno conosciuto un boom di richieste da parte dei cittadini, inclusi controlli post Covid in chi ha contratto l’infezione ad esempio per le visite cardiologiche.

Il parametro di riferimento sono i tempi massimi previsti dal piano regionale, ovvero la metà di quelli indicati a livello nazionale, quindi più rapidi per i cittadini e più sfidanti per il servizio sanitario toscano.

I dati ci dicono che per tutte le visite la percentuale di garanzia entro i tempi massimi passa dal 74% del periodo 16-30 Giugno al 78,6% del periodo 1-15 Luglio. Lo stesso trend si riscontra per gli esami diagnostici, per i quali si passa dall’80,3% del periodo 16-30 Giugno all’87% del periodo 1-15 Luglio.

Le visite specialistiche

Più nel dettaglio, prendendo in esame alcune tipologie di visite, si nota che per le cardiologiche si passa dal 75,3% del periodo 16-30 Giugno al 79,3% del periodo 1-15 Luglio (a fine Marzo 59,6%), per le allergologiche si passa dall’81,1% all’86,2% (a fine Marzo 57,5%) e per le pneumologiche dall’82,5% all’84,9% (a fine Marzo 76%). Oltre a un miglioramento rispetto alla seconda metà di Giugno, si registra un trend costante di incremento del rispetto dei massimi previsti, ovvero di riduzione dei tempi di attesa, anche in rapporto alla fine di Marzo, un momento particolarmente critico a causa della pandemia. Importanti miglioramenti anche sul fronte delle visite oculistiche, dove si passa dal 79,2% all’85,2%.

La diagnostica

Trend positivo anche per la diagnostica. Per esempio, sempre dal periodo 16-30 Giugno al periodo 1-15 Luglio le risonanze passano dal 74,4% all’81,75%, le Tac dall’87,2% al 90,7% e le ecografie dal 79,6% all’89,9%. La mammografia si conferma al 95% e le endoscopie risultano stabili al 72% (a fine Marzo erano al 68,2%).

Interventi chirurgici

Anche per quanto riguarda gli interventi chirurgici si registrano segnali positivi, in particolare sul fronte oncologico, al netto di alcune criticità che permangono per impatti diretti e indiretti della pandemia e sulle quali è in corso un lavoro straordinario delle aziende sanitarie, costantemente monitorato dal livello regionale. Per ogni area vasta sono state evidenziate, in modo capillare, le prestazioni che necessitano di miglioramento sia in termini di offerta che di tempi di attesa.

In particolare, per gli interventi chirurgici per tumore alla mammella il volume di prestazioni si è riportato su quello registrato nel 2019 con un sostanziale rispetto dei tempi massimi (a Giugno circa l’85% degli interventi con priorità A sono stati effettuati entro i trenta giorni previsti), buono il recupero registrato anche per melanoma e tumore al polmone, in entrambi i casi si registra un aumento di attività rispetto al 2019 (rispettivamente del 60% e del 12,7%) con un rispetto dei tempi massimi in oltre il 90% dei casi.

Complessivamente gli interventi di classe A per patologie oncologiche nel mese di Giugno sono stati effettuati entro i 30 giorni nell’83% dei casi.

Per gli interventi non oncologici i tempi di attesa sono più lunghi, determinati in larga parte proprio dal recupero dell’arretrato causa pandemia, ma in rapido rientro, per quelli oggetto di monitoraggio del piano nazionale si registra una garanzia dei tempi massimi nel 73,3% dei casi.


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