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Attualità mercoledì 03 novembre 2021 ore 15:00

Sicurezza dell'Arno a 55 anni dall'Alluvione

Il presidente della Regione ha illustrato le opere concluse e quelle in cantiere per la sicurezza del bacino idrico che attraversa Firenze e Pisa



FIRENZE — La difesa del suolo e la mitigazione del rischio idraulico sono al centro dell'agenda della Regione Toscana, lo ha sottolineato il presidente Eugenio Giani che alla vigilia dell'anniversario dell'alluvione dell'Arno del 1966, ha fatto il punto sulle opere idrauliche compiute e su quelle da completare.

“Negli ultimi 10 anni la Regione Toscana ha investito 100 milioni di euro l’anno per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico" ha evidenziato Giani che ha aggiunto "l'obiettivo è di investire 534 milioni per la difesa del suolo entro il 2026 con risorse richieste nell'ambito del Pnrr per interventi già proposti al Ministero".

Giani ha presentato gli interventi insieme al direttore della Difesa del suolo e Protezione civile della Regione Giovanni Massini.

Nel dettaglio gli interventi per ridurre il rischio di alluvioni a Firenze riguardano il sistema di laminazione di Figline nel territorio di Figline-Incisa, Reggello e Rignano sull’Arno, secondo per importanza l'innalzamento della diga di Levane, con l'obiettivo finale che sarà raggiunto con la realizzazione dellle casse di espansione e le infrastrutture sul fiume Sieve.

L’effetto completo lo avremo quando tutte le casse di espansione saranno realizzate. Gli interventi sulle casse di espansione a Figline, a Prulli e Restone, consentono in caso di necessità di raccogliere le acque prima che arrivino nelle città dove il fiume si stringe. ll rischio dell’alluvione è stato mitigato, ma non può essere mai eliminato” ha spiegato il presidente.

Giani ha ricordato l’importanza dello scolmatore di Pontedera e la cassa di espansione di Roffia già in funzione nel 2019 riducendo la piena del fiume per l'area pisana.

Il sistema di laminazione di Figline comprende le casse di espansione di Pizziconi, Prulli, Leccio e Restone nei comuni di Figline e Incisa Valdarno, Reggello e Rignano sull’Arno. Nel caso di un evento tipo quello del 1966, il sistema di laminazione di Figline permetterebbe sostanzialmente un abbattimento della portata di acqua in arrivo nel centro storico di Firenze di circa il 10%, minimizzando il rischio idraulico residuo.

Sono partiti i lavori per la realizzazione del secondo lotto della cassa di espansione ‘Pizziconi’: intervento da quasi 23 milioni di euro che dovrebbe concludersi entro il 2022 e che rientra nell’Accordo di programma Stato-Regione del 2015 il cui primo lotto è stato concluso nel luglio 2019. In caso di esondazione, paratoie elettromeccaniche convoglieranno le acque nella cassa di espansione sottopassando autostrada A1 e linea dell’Alta Velocità.

Il sistema di laminazione di Figline si compone anche delle casse di: Restone, Prulli e Leccio, per una spesa totale di oltre 132 mln di euro ed una capacità di invaso di circa 25 mln di metri cubi d’acqua. Tempi previsti di realizzazione: casse di Prulli entro il 2025, cassa di Restone entro il 2023. Per la cassa di Leccio, augurando di avere il finaziamento nell'ambito del Pnrr, la conclusione dei lavori è prevista per il 2026. Ad oggi è già funzionante un primo modulo della cassa di Pizziconi 1 per una capacità di invaso di 2.5 milioni di metri cubi.

Le tre principali opere in corso di realizzazione a valle della città di Firenze sono:
la cassa di espansione dei Renai a Signa che invasa circa 11 milioni di metri cubi di acqua ed attualmente in corso di realizzazione, la cassa di espansione di Fibbiana situata subito a monte della città di Empoli, tra Montelupo e Capraia e Limite, con estensione di circa 60 ettari, un volume totale di invaso di circa 4 milioni di metri cubi ed un costo di poco superiore a 11 milioni di euro, la cassa di espansione di Roffia a San Miniato, con un estensione totale di oltre 100 ettari, un volume totale di invaso di circa 9 milioni di metri cubi ed un costo di circa 19 milioni di euro. I lavori sono conclusi da circa 3 anni ed è già entrata in funzione durante la piena dell'Arno del 17 Novembre 2019


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