Attualità martedì 05 agosto 2025 ore 18:10
In Toscana 165 alberi monumentali

Dalla Cipressa Sonora alla Sequoia Gemella da guinness, ecco la mappa regionale dei giganti verdi che compaiono negli elenchi ministeriali
TOSCANA — Dalla Cipressa Sonora di Bagno a Ripoli, chiamata così dagli abitanti ripolesi per la presenza lì vicino di una pista da ballo, al Gelso Nero di Castiglion Alberti che ci riporta agli inizi del ‘900 quando nel Valdarno aretino si coltivata il baco da seta; dalla Quercia delle Streghe che ispirò Pinocchio alla Sequoia Gemella più alta d’Italia, 54 metri, ospitata nel parco storico di Sammezzano fino agli iconici Cipressi di Tomboli della Val D’Orcia, messi lì a mo' di cerchio dai cacciatori per attirare gli uccelli: sono solo una piccolissima parte degli aneddoti e rimandi storici e botanici che albergano all’ombra dei 165 alberi monumentali censiti in Toscana.
Con le loro storiche fronde, sono opere della natura antiche, maestose e rare che hanno alimentato miti e leggende, alberi diventati molto spesso presenze più che familiari per le comunità che li hanno difesi e rispettati. Alberi maestosi, centenari, attorno ai quali si è sviluppata una straordinaria biodiversità e che rappresentano un volano turistico per borghi e comunità rurali.
"Sequoie, pini, platani, faggi, cipressi, lecci, olivi, tigli, cedri, abeti e gelsi che disegnano il paesaggio: esemplari dall’alto valore ambientale, storico, paesaggistico e scientifico a cui manca solo la parola": a dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dell’ultimo elenco aggiornato del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità Alimentare e delle foreste.
Quali e dove: la mappa
La mappa toscana degli alberi monumentali vede 49 degli straordinari viaggiatori nel tempo inseriti nell’elenco ministeriale in provincia di Firenze, 41 nella provincia di Lucca, 21 in provincia di Prato concentrati tutti nel comune di Montemurlo - che tra l'altro detiene il primato regionale per numero di alberi censiti - 14 in provincia di Livorno poi Siena e Grosseto con 9 ciascuna così come Pistoia e Pisa con 7 ciascuna.
Tra i giganti svetta il Pino Lambertiano di Vallombrosa che sfiora di poco i 52 metri per una circonferenza di 837 mm, e l’Abete Bianco della Consuma in Casentino con i suoi 46 metri che ha anche il primato dell’altitudine (1.280 metri). Tra i più vecchi, con 400 anni di età presunta, è la quercia di Pienza menzionata nelle memorie storiche della battaglia di Monticchiello del 6 Aprile 1944.
Ancora, 83 alberi censiti si trovano in ambienti extraurbani come boschi, parchi, orti botanici e giardini, 82 in contesto urbano. Tra i 29 esemplari invece rari, una buona parte dei quali custoditi all’interno degli orti botanici come per esempio il centenario Tiglio argentato e l’emblematico Cedro tibetano piantato nel lontano 1822 che si trovano nell’orto botanico di Lucca, figurano la Sughera di Crespina Lorenzana con la sua chioma maestosa, l’armonico Cedro dell’Himalaya lungo la via del Brennero in località Vinchiana ed il Libocedro di Bobolino chiamato anche l’Albero degli Sposi.
I cinque giganti della Toscana
- 54 metri - Sequoia Sempreverde Località Castello di Sammezzano (Reggello / Firenze)
- 51,5 metri – Pino Lambertiano – Vallombrosa (Reggello / Firenze)
- 46 metri – Abete Bianco – Località Consuma (Chiusi della Verna / Arezzo)
- 38 metri - Cerro, Sughera – Pineta Val Grande (Fucecchio / Firenze)
- 35,20 metri – Sequoia Sempreverde - Orto botanico di Lucca (Lucca)
"Presenza fondamentale contro caldo e inquinamento"
“Se ciascuno di questi alberi potesse parlare riscriveremo probabilmente la storia. Le generazioni passate avevano una visione lungimirante: avevano ben compreso quanto fosse utile, funzionale e importante circondarsi di piante", è la considerazione della presidente regionale di Coldiretti, Letizia Cesani.
E aggiunge: "La loro presenza è ancora più essenziale oggi per ridurre l’inquinamento e lo smog che attanaglia molte nostre città, mitigare le temperature durante l’estate e contrastare il dissesto idrogeologico. Sono strumenti naturali di difesa che la cementificazione ha rilegato in spazi sempre più ristretti esponendo le comunità alle conseguenze più estreme dei cambiamenti climatici".
"Con 21 alberi ogni 100 abitanti e 25 metri quadrati di verde pro capite alle città servono più alberi e più giardini per rendere le aree urbanizzate più sicure e più resilienti ma anche, e lo abbiamo visto nelle scorse settimane, abbattere di 1,5 gradi le temperature nelle città-forno", sottolinea ancora Cesani.
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