Attualità venerdì 12 settembre 2025 ore 16:55
Miele col segno più, torna a crescere la produzione

C'è vento di ottimismo tra gli 8mila apicoltori toscani con un incremento di tutte le principali varietà prodotte sul territorio
TOSCANA — Buone notizie per il miele toscano. La produzione torna a crescere e si prospetta tra le migliori degli ultimi 10 anni e superiore alle 2,2 mila tonnellate del 2024 ma che restano dimezzate rispetto a venti anni fa.
E' quanto emerge dall'analisi di Coldiretti, che fornisce una prima stima sull'annata 2025 per gli 8mila apicoltori, tra professionisti e hobbisti, attivi in tutta la regione.
Le prime impressioni di questa stagione lasciano trasparire ottimismo con un incremento importante di tutte le principali varietà mono-florali “raccolte”.
“Quella che si sta avviando alla conclusione è stata un’annata apistica in controtendenza rispetto alle ultime sia dal punto di vista della produzione un po’ per tutte le tipologie di miele, sia per la qualità, elemento questo determinato dalla ricchezza delle fioriture e dalla straordinaria biodiversità delle nostre campagne – analizza Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – La crescita dell’apicoltura nella nostra regione va di pari passo con una vera e propria impennata della sensibilità e della consapevolezza da parte dei cittadini e delle nuove generazioni dell’importanza di questi insetti da cui dipende l’impollinazione di due colture alimentari su tre. La salvaguardia del loro miracoloso mondo è un bisogno universale che accomuna gli agricoltori, per cui l’apicoltura è una fonte di reddito importante e primaria, e gli amatori, giovani e pensionati, consapevoli del ruolo di questi straordinari insetti per la tutela del nostro ecosistema e della biodiversità”.
Complici di questa controtendenza le altalene climatiche, meno marcate rispetto alle ultime annate, e che hanno consentito alle api di volare senza troppe difficoltà per tutto il periodo primaverile tra le diverse fioriture per raccogliere il nettare ed il polline.
Le note positive, spiega Coldiretti Toscana, arrivano un po’ da tutte le principali varietà, dal millefiori al castagno con una media ad alveare di 12 kg ma soprattutto dall’acacia che negli scorsi anni era quasi del tutto mancata con una produzione media ad alveare di 11 kg. Bene anche le varietà minori come la sulla con 20 kg di media per alveare, l’erica ed il tiglio mentre per l’edera, le cui fioriture autunnali sono prossime, ci sono prospettive incoraggianti.
Resta sempre alta l'attenzione verso i fattori climatici, di inquinamento e l'arrivo della vespa velutina, il calabrone asiatico "killer" delle api che si sta diffondendo anche toscana.
"E’ un equilibrio fragilissimo - sottolinea Cesani- che dobbiamo tutelare tutti insieme partendo dal sostenere i prodotti dei nostri apicoltori la cui presenza è vitale soprattutto nelle aree più marginali dove questa attività è più diffusa”.
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