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giovedì 03 ottobre 2024

FAUDA E BALAGAN — il Blog di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

ALFREDO DE GIROLAMO - Dopo un lungo periodo di vita vissuta a Firenze in cui la passione politica è diventata lavoro, sono tornato a vivere a Pisa dove sono cresciuto tra “Pantere”, Fgci, federazione del partito e circoli Arci. Mi occupo di ambiente e Servizi Pubblici Locali a livello regionale e nazionale. Nella mia attività divulgativa ho pubblicato i libri Acqua in mente (2012), Servizi Pubblici Locali (2013), Gino Bartali e i Giusti toscani (2014), Riusi: da rifiuti a risorse! (2014), Giorgio Nissim, una vita al servizio del bene (2016), SosteniAMO l'energia (2018), Da Mogador a Firenze: i Caffaz, viaggio di una famiglia ebrea (2019). ENRICO CATASSI - Storico e criminologo mancato, scrivo reportage per diversi quotidiani online. Svolgo progetti di cooperazione internazionale nei Paesi in via di sviluppo. Curatore del libro In nome di (2007), sono contento di aver contribuito, in piccola parte, ad Hamas pace o guerra? (2005) e Non solo pane (2011). E, ovviamente, alla realizzazione di molte edizioni del Concerto di Natale a Betlemme e Gerusalemme. Gli autori insieme hanno curato i seguenti libri: Gerusalemme ultimo viaggio (2009), Kibbutz 3000 (2011), Israele 2013 (2013), Francesco in Terra Santa (2014). Voci da Israele (2015), Betlemme. La stella della Terra Santa nell'ombra del Medioriente (2017), How close to Bethlehem (2018), Netanyahu re senza trono (2019) e Il Signor Netanyahu (2021).

Bilancio: Europa alla prova del nove

di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi - martedì 08 dicembre 2020 ore 09:08

Le prossime scadenze per l'approvazione del bilancio 2021-2027 sono la prova della tenuta dell'Europa. In un contesto di complessità “caratteriali” che sembrano inconciliabili emergono problematiche accantonate, mettendo a nudo il disallineamento, le contrapposizioni, che provocano il cortocircuito dei meccanismi salvastati. Con conseguente ritardo nell’erogazione del Recovery Fund e la limitazione delle possibilità di spesa per ciascun stato. Il rischio è di far scattare, per la prima volta, l'esercizio provvisorio: tetto degli stanziamenti in dodicesimi mensili calcolati sull'esercizio precedente. Conti alla mano danni per miliardi di euro. Meno soldi per innovazione, ricerca e sviluppo.

In queste delicatissime ore di trattativa diplomatica a tenere in bilico le spese condominiali dell'Ue è il veto della triade Ungheria, Polonia e Slovenia. Ovvero, il nerbo del patto di Visegrád, l'asse tra i paesi ex comunisti ed oggi inclini al populismo. Guidati da partiti d'ispirazione clerico-nazionalista e da leader autocratici: giudeofobici e islamofobici, razzisti. Intolleranti e illiberali, ostili alla stampa indipendente, agli oppositori e all'accoglienza. Per consonanza assimilabili, purtroppo, ai regimi di Putin, Erdogan o Aliyev. Ricattano sfrontatamente, vanno contro gli interessi dei cittadini. Tuttavia, le spinte primatiste dell'Est differiscono da movimenti secessionisti come i pro Brexit di Nigel Farage perchè non manifestano nessun interesse ad uscire dall'Unione. Al contrario spingono per tenere il piede dentro, non fosse altro perché economicamente hanno maggiormente da perdere auto escludendosi.

In linea di principio non si oppongono al piatto offerto dalla Commissione per il rilancio (Varsavia ottiene oltre 60 miliardi di € mentre Budapest 15, la metà in aiuti a fondo perduto), ma alla clausola di “condizionalità” che il bilancio prevede d'introdurre. Un vincolo che legherebbe l'accesso agli strumenti comunitari al grado di salute dello stato di diritto del richiedente. È il perimetro geografico e culturale a cui l'Europa di domani vuole obbligare i suoi attuali condomini, con un formale contratto locativo valido 6 anni.

Inquilino insoddisfatto, indisponente e da non prendere a modello è il premier ungherese Viktor Orbán. Stella della destra sovranista internazionale. Architetto della nuova Budapest quale futura Aquisgrana, da erigere sulle ceneri di Bruxelles. Orbán il ribelle antieuropeista, su cui solo i richiami della Merkel sembrano avere qualche minimo effetto. Proprio Berlino si sta adoperando per trovare soluzioni per svicolare lo stop all'approvazione del bilancio con un piano alternativo. Intervenire direttamente tramite un meccanismo-ponte che consenta l'emissione di obbligazioni, garantite da tutti, tranne i succitati stati indisciplinati. Un mezzo per rispettare l'avvio di sovvenzioni e prestiti, urgenti e curativi. Resta da capire se è un avviso di sfratto ai condomini per atteggiamento irriguardoso.

Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi

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