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venerdì 06 dicembre 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

La banda Bassotti del tango argentino

di Maria Caruso - mercoledì 17 giugno 2015 ore 15:31

Ahimè anche nel nostro amato Tango abbiamo qualche personaggio che non rientra nei canoni della sola passione per il ballo. Si tratta della Banda Bassotti o Beagle Boys ma io li chiamerei semplicemente i “fuoritango” o “malballanti”. 

Li rappresenterò con il loro numero di riconoscimento tanghero impresso nei loro occhi “lascivi” poiché cercano di derubare abbracci alle donne tanghere per lo più, poco interessate a questi soggetti. Il 176-617 è il più anziano di tutti dall’aspetto poco curato. E’ il Bassotto più frequentatore di milonghe e porta gli occhiali. Invita quasi tutte le donne ma preferisce le giovani principianti per iniziare le “new entry” alla vita tanghera. Quando balla, crea il sotto vuoto nello spazio riservato alla connessione tra i ballerini. Il reato è scoperto soprattutto in estate, quando fa caldo, poiché le gore di sudore impregnano gli abiti fin sopra la pancia come segno sicuro di consumato illecito, condannando di colpevole. 

Il 761-176 invece è piuttosto grassoccio per lo standard tanghero, perennemente alla ricerca di qualche ballerina da tediare ma ha modi educati e gentili come il lupo cattivo di cappuccetto rosso prima di mangiarla. Avvicina a se la ballerina in una morsa così stretta da farle rischiare il soffocamento ma non è chiaro se questo nostro bassotto se ne accorge, tanto è centrato su di se. 

Il 167-671 invece è il più minuto dei tre, di bassa statura e scarsa prestanza fisica. Sembra essere il più furbo della banda perché a ogni figura cerca un contatto che non ha niente a che vedere con lo stile elegante fatto con le mosse di tango, la postura e l’asse. Fa manovre variopinte e pittoresche per accentuare i ganci e gli ocho adelante con lo scarso risultato al più di “togliere la scarpa della ballerina” nel bel mezzo di una tanda anziché gli abiti come invece desidererebbe lui. 

Io mi chiedo allora: “Come può accadere tutto questo in un ambiente come il nostro?”. Il fatto sussiste poiché tale banda difficilmente sta alla regola tanghera della mirada e del cabeceo e pertanto una tanda la rubano quasi a tutte le donne presenti in sala. 

Poi c’è una serie di 169-127, 156-131, 127-167, ecc. i quali, approcciano le ballerine con le “mani morte” dietro la schiena che fatalmente scivolano verso il basso, ma sono in fondo reati lievi condannati alla pena di non essere più “mirati” dalle ballerine. 

Vorrei rivelare a queste bande di scarso valore tanghero che il tango argentino non è la ricerca del solo erotismo, ma è uno scambio di energia tra due corpi che danzano. E’ vero che passiamo intere serate in milonga e incontriamo tante persone, sentendone il loro calore, la loro passionalità oppure la freddezza e la distanza o addirittura non sentire proprio niente, ma soltanto un buon ballo spensierato, che ci fa evadere dalla vita di sempre. 

In realtà chi balla con passione si muove all’unisono con il tango e nient’altro. S’immerge, si culla nelle note dolci, incalzanti, stuzzicanti di un melodico suono con una figura immaginaria che guida o che ispira la propria immaginazione facendo estraniare del tutto il ballerino/a realtà. Si arriva a una tale fusione da farci perdere la nozione del tempo stesso che scorre dentro di noi, dello spazio che ci circonda e ci isola da tutto il resto fino a far sparire tutto il contorno fatto di gente che chiacchiera, che sorseggia un liquido dentro a un bicchiere e quant’altro. 

Capire questo per chi non è dentro questa passione, può non essere facile e addirittura non accettato. Allora donne care cerchiamo di distinguere il tanghero doc dal “tànghero” persona rozza e villana nascosto dietro al vero significato dell’abbraccio nel tango perché è vero che prima di tutto dobbiamo trovare il nostro asse, il nostro equilibrio e la nostra stabilità per affidarci a occhi chiusi al partner di quel momento aumentando la nostra autostima ma ne deve valere veramente la pena altrimenti tutto diventa spoglio e disarmonico. 

E come dice qualcuno di mia conoscenza: “Questo non è tango!”.

Maria Caruso

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