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giovedì 05 dicembre 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

La malattia del tango

di Maria Caruso - domenica 08 febbraio 2015 ore 12:19

E’ risaputo che il tango prima o poi diventa una malattia. Un malanno che addirittura crea dipendenza. Per chi non lo sapesse la dipendenza, è un disturbo cerebrale cronico, non esclusivamente legato all’uso e abuso di sostanze. Secondo l’ASAM, Società Americana di Medicina delle Dipendenze, che ha studiato il fenomeno per ben quattro anni di studio, ha tratto delle conclusioni. La voce di Michael Miller scienziato coinvolto nella ricerca spiega:

“La dipendenza ha un’origine cerebrale che sviluppa problematiche comportamentali in ambito sociale, morale o anche criminale”. “E’ una malattia neurologica che nasce da dentro e non ha origini all’esterno, dalle sostanze”. Senza esagerare ovviamente e senza arrivare a tal estremismo possiamo riconoscerci qualche sintomo di dipendenza nei vari aspetti della nostra vita.

Nella vita sociale tutti i tuoi amici sanno che balli il tango e spesso ti capita di dire: “Tu non puoi capire…”. Naturalmente tutti gli altri impegni li prendi quando non sei ipotecato con tue serate di Tango. Fai senz’altro molta fatica a mantenere le amicizie che non s’interessano al tango fino a perderle del tutto nella fase più grave. I tuoi amici e familiari sanno cosa devono regalarti per il tuo compleanno e possono spaziare da scarpe (che adori ma cerchi di non farlo notare poiché qualcuno potrebbe scambiarti per feticista), abiti e perfino lezioni private da grandi maestri. Porti sempre le tue scarpe da tango ovunque vai perché “Non si sa mai!”. Se ti fosse possibile, faresti il saluto con la mordida e la parada invece di stringere la mano alle persone.

A casa se abiti da solo, hai spostato tutti i mobili per praticare e magari conosci anche qualcuno che ha messo a disposizione la sua abitazione più spaziosa (magari anche il garage se accessibile dall’interno). Tieni ben in vista i volantini degli incontri di tango e tutte le pubblicità degli eventi raccattati nelle milogues. A casa o al lavoro hai almeno un poster o una foto di tango. Quando hai voglia di organizzare una festa deve per forza essere una milonga e chi ha la possibilità, non vede l’ora di ospitare qualche argentino di passaggio in casa e adesso rimpiange di non aver scelto a scuola, come lingua straniera, lo spagnolo.

Ogni volta che vai a fare la spesa usi, il carrello, per praticare su come spingere con il piede prendendo bene il pavimento facendo attenzione a passare dal punto zero ma tenendo ben unite cosce, ginocchia e caviglie e non resisti alla tentazione di fare qualche “ocho” (che adesso per te è molto più di un numero) magari in ascensore quando non ti vede nessuno, anche se qualcuno può giurare di averti visto ballare in un’area di parcheggio. Ascolti comunemente solo musica tanghera. I tuoi contatti facebook, la tua rubrica del telefono sul cellulare sono di amici tangheri e naturalmente la pagina iniziale su internet è quella del sito “faitango”. Youtube è diventato inoltre il tuo motore di ricerca preferito perché ti fissi a guardare i video sul tango “illuminanti” di qualche passo che non ti viene o nei migliori dei casi su qualche nuova sequenza per ampliare il repertorio posseduto.

Ti è cambiata la vita perché adesso sei un essere notturno e sogni di ballare sempre con gente sconosciuta (questo è vero solo per le donne, giacché la maggior parte degli uomini preferisce ballare con le “solite!”).

Le donne hanno sviluppato una sana paura per le ferite ai piedi ma sanno di potersi vendicare quando con i bolei e i ganchi riescono a colpire i presenti.

Sai di essere diventato girovago disposto per il tango a raggiungere città, regioni e anche stati lontani da casa e non sei per nulla addolorato di passare il doppio del tempo in viaggio rispetto a quello effettivamente trascorso a ballare.

Gli abiti del tuo armadio sono quasi tutti neri e pian piano spariscono quelli normali per far posto a quelli caratteristici degli argentini e spesso con qualche piccola modifica riesci a trasformare quelli già posseduti.

Entri in crisi di astinenza se non vai a ballare almeno una volta la settimana perché tu DEVI ballare e dividi il mondo in persone che ballano il tango e quelle sfortunate che non lo fanno.

Quanti di questi sintomi possiedi? Se non li hai ancora tutti non scoraggiarti prima o poi arriveranno.

Maria Caruso

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