Istruzioni per un’arte corale contro l’oggettivizzazione dell’Essere
di Adolfo Santoro - sabato 06 aprile 2024 ore 09:00
Oggi, come tutti gli altri giorni, … ci siamo svegliati vuoti e spaventati.
Non aprire la porta dello studio … e metterti a leggere: … prendi in mano uno strumento musicale.
Che la bellezza che amiamo sia la nostra attività.
Ci sono centinaia di modi di inginocchiarsi … e baciare la terra.
(Rumi)
Mia cara, mio caro,
questa poesia di Rumi è il preludio al mio invito a percorrere la via dell’arte per comunicare ciò che i potenti non vogliono sentire. L’arroganza del potere fa parte di una realtà surreale, dove manca il rispetto per la pace, il rispetto per la Natura: l’uomo, nell’escalation del progresso, della guerra e dell’abuso della Terra, è disumanizzato, in conflitto con se stesso prima che col resto del mondo, non rispetta la Vita e sceglie il masochismo e il suicidio generando sofferenza e morte.
È possibile che non ci assuefacciamo all’estraniamento dal mondo dei potenti “democraticamente eletti”? È possibile riprenderci la voce? Fedor Dostoevskij ha scritto: “Fare un passo nuovo, pronunciare una nuova parola, è ciò che la gente teme di più.”. È vero: la gente ha timore, ha paura! Ma è possibile per te non aver paura della paura, del dubbio, e calarti nella realtà? Se sì, allora puoi unirti ad altre voci e renderti conto che abbiamo un’arma contro l’ignoranza del potere: una nuova parola che, insieme a tante altre nuove parole, divenga arte corale, consonanza delle vibrazioni interiori. Pablo Picasso intuiva l’importanza della coralità: “Abbiamo dovuto essere pazzi o vigliacchi per abbandonare il collage. Avevamo dei mezzi magnifici e sono ritornato alla pittura a olio. Che follia!”. Kahlil Gibran ha scritto: “Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta e il battito del cuore di chi ascolta.”. Ripartendo dal respiro, dal canto liberato, possiamo vedere, attraverso le nostre emozioni, le scene che ci bloccano in un presente fatto di abitudini … e diventare ascoltatori di noi stessi. Possiamo diventare discepoli di Picasso: “La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico … L'arte non è mai casta, si dovrebbe tenerla lontana da tutti i candidi ignoranti. Non dovrebbero mai lasciare che gente impreparata vi si avvicini. Sì, l’arte è pericolosa. Se è casta non è arte … Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione … Il peggior nemico della creatività è il buon gusto … Dipingere non è un’operazione estetica: è una forma di magia intesa a compiere un’opera di mediazione fra questo mondo estraneo ed ostile e noi … L’Arte non è verità. L’Arte è una menzogna che ci fa raggiungere la verità, perlomeno la verità che ci è dato di comprendere … Se esistesse una sola verità non si dipingerebbero cento tele diverse sullo stesso tema … La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto … Se dipingete, chiudete gli occhi e cantate … Se si sa esattamente che cosa si farà, perché farlo?... La pittura è più forte di me; mi costringe a dipingere come vuole lei … Io faccio sempre ciò che non posso fare, in modo da imparare come farlo … Non ho mai fatto tentativi o esperimenti. Ogni volta che avevo qualcosa da dire, l’ho detto nel modo in cui sentivo di doverlo dire … Tutto l'interesse dell’arte è nel principio. Dopo il principio, è già la fine … L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni … Non c’è passato né futuro in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non se ne deve assolutamente tener conto … Ci sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole … A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino … I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni … Le persone in genere non sono così brutte come vengono ritratte … Una bottiglia su un tavolo è significativa quanto un dipinto religioso … Quando dipingo, il mio obiettivo è mostrare ciò che ho trovato, e non ciò che sto cercando. In arte le intenzioni non bastano … La mia adesione al Partito Comunista è il seguito logico di tutta la mia vita, di tutta la mia opera. [...] Sì, ho coscienza di avere sempre lottato con la mia pittura come un vero rivoluzionario. Ma oggi ho capito che questo non basta più; questi anni di oppressione terribile mi hanno dimostrato che dovevo combattere non solamente con la mia arte, ma con tutto me stesso … Quando dicono che sono troppo vecchio per fare qualcosa, cerco di farlo in fretta.”.
Se l’arte è l’unica via per elevare la propria voce al di sopra della stupida ignoranza del mondo condiviso, ti invito a co-costruire il materiale per un possibile film, che parli di pace, ecologia e rispetto verso se stessi e nelle relazioni. Ti chiedo dunque di dare un tuo contributo alla co-costruzione di un clima culturale, di una pace interiore che preluda alla pace esteriore, di un amore per gli ecosistemi, del rispetto della Vita.
In che modo? Ti do delle istruzioni!
Un primo passo, che con Serge Latouche possiamo chiamare “decolonizzare l’immaginario”, riguarda il fissare in te un’immagine di abuso di potere e la reazione emotiva che suscita in te quell’immagine. Ad esempio, se vedi al telegiornale Ilaria Salis in catene o Julian Assange nella Guantanamo britannica o gli innocenti palestinesi bombardati, devi fermare l’attimo senza lasciarti affascinare dal resto del telegiornale e devi empatizzare con la Salis o con Assange o con i bambini palestinesi senza confonderti con loro … puoi fare questo se fissi l’immagine durante l’inspirazione e la porti all’orizzonte attraverso l’espirazione, in modo da vederne sempre più nitidamente i dettagli … puoi così immaginare gli antecedenti di quell’immagine (può venirti alla mente, ad esempio, l’immagine di Orban o delle comuni sopraffazioni del maschio sulla femmina … oppure la sete di verità di Assange ed il tentativo del potere di occultare la propria vergogna in un carcere di massima sicurezza … oppure il sangue innocente dei bambini e delle donne palestinesi e la faccia dell’imperialismo sionista) e le possibili conseguenze (ad esempio, l’orbanizzazione del mondo, la repressione metodica della sofferenza, i genocidi strafottenti). Ma questi sono solo esempi. La tua vita è costellata dalle conseguenze dell’abuso di potere: basta che allarghi la visuale perché tu possa comprendere che i torturatori e gli Erodi hanno complici nella realtà dei potenti pubblicizzati dal telegiornale … puoi riconoscerli anche nei piccoli o grandi abusi di potere della quotidianità, prevaricazione tra i sessi e tra le generazioni, nell’inerzia delle istituzioni, nell’abusivismo, nella cementificazione, nella plastica in mare, nel cibo industriale, nelle cicche di sigaretta o nelle carte di merendine lasciate in un sentiero, nella cacca dei cani per strada, nelle conseguenze degli atti di vandalismo e bullismo ... E, se allarghi ancora la visuale, puoi riconoscere l’abuso fisico, psichico o sessuale che si verifica nella famiglia …
Un secondo passo è che devi cercare nelle viscere la tua reazione emotiva … pendolare tra la reazione emotiva e l’immagine che hai formato dentro di te … continuare a respirare l’immagine dentro di te, questa volta arricchita dall’immagine di te che provi quella reazione emotiva, fermandola durante l’inspirazione e vedendola sempre più nitida nei dettagli durante l’espirazione … lasciare che l’emozione si generalizzi nel tuo corpo e vedere le conseguenze … se si tratta di rabbia, allora il risultato sarà immaginare il tirannicidio … se si tratta di disgusto, allora il risultato sarà il vomito sull’immagine … se si tratta di paura, di depressione o di senso di colpa, devi cercare di ricondurre queste emozioni alla rabbia e al disgusto …
Nota bene: si tratta solo del tuo mondo interiore: se immagini il tirannicidio o il vomito, devi essere consapevole che stai solo deconolizzando l’immaginario! Puoi così riconoscere che l’ambivalenza ti sta colonizzando, che tu sei arrabbiato col tuo giudice interiore (che sei sempre tu!), che il disgusto è verso il tuo giudice interiore che ti induce ad accontentare gli altri a prescindere dalle circostanze. Sempre Rumi scrive: “Sii grato per tutto quello che arriva, perché ogni cosa è stata mandata come guida dall’aldilà.”. La Vita è il tuo specchio, che ti indica la via per crescere.
Il terzo passo è sintonizzarti sulla via di espressione artistica. Per Rumi era la musica contaminata dalla poesia, ma ci sono altre vie: fotografare o filmare le brutture della tua città o i graffiti di chi cerca di ribellarsi, o fare graffiti come Shamsia Hassani, Street Artist di Kabul, o disegnare vignette o fumetti, o danzare al ritmo interiore. Se continuiamo con l’esempio della pittura e della musica, puoi esprimere il tuo odio con il rosso o con la distorsione della chitarra alla Jimi Hendrix di “Machine gun” (https://www.youtube.com/watch?v=5X_D7i4NxMc ), puoi esprimere la tua paura imbrattando di giallo al ritmo di “Eve of destruction” di Barry McGuire (https://www.youtube.com/watch?v=qfZVu0alU0I ), puoi esprimere la tua depressione col nero e col bianco al ritmo di “Yer blues” dei Beatles (https://www.youtube.com/watch?v=huR__xAcUQs ), puoi esprimere il tuo disgusto imbrattando di vomito verde al ritmo di “Maldigo del alto cielo” dei Cardùmano (https://www.youtube.com/watch?v=kJP8NnbrdHs ).
Il quarto passo è trasfigurare l’emozione nel suo opposto (l’odio in innocenza, la paura in coraggio, la depressione in gioia, la rabbia in calma): continua a respirare finché la tua mente non sia apra fino all’etica … comparirà la tua compassione e vedrai miracolosamente cambiare le immagini in quello che sarebbe dovuto essere se fossimo inspirati dal bene comune. È un po’ quello che fa Talil Sorek in “Ho dipinto la pace”, la via era la pittura contaminata dalla poesia:
Avevo una scatola di colori, brillanti, decisi e vivi.
Avevo una scatola di colori, alcuni caldi, altri molto freddi.
Non avevo il rosso per il sangue dei feriti, non avevo il nero per il pianto degli orfani,
non avevo il bianco per il volto dei morti, non avevo il giallo per le sabbie ardenti.
Ma avevo l’arancio per la gioia della vita, e il verde per i germogli e i nidi,
e il celeste per i chiari cieli splendenti, e il rosa per il sogno e il riposo.
Mi sono seduta, e ho dipinto la pace.
Puoi allora riscoprire la gioia del clima culturale che portò, quasi danzando, alla liberazione di Nelson Mandela in “Free Nelson Mandela” (https://www.youtube.com/watch?v=AgcTvoWjZJU) e in “Graceland” di Paul Simon (https://www.youtube.com/watch?v=JeO0CJqjsgU&list=PL1Rse_MfhxenM93JSmAoQNbvvAZhBhD1w)
Il quinto passo è inviarmi questi frammenti di creatività. Io, con l’aiuto di altri, cercherò di ricomporli all’interno di una cornice che dia un senso superiore. La tua musica, le tue canzoni, il coro di cui fai parte e le tue poesie saranno il commento sonoro alle immagini, ai disegni, alla pittura, alle foto, ai video che mi invierai.
Un sesto passo, ma questo è ancora tutto da inventare, è la co-costruzione di un testo teatrale, all’interno di un laboratorio di risveglio dell’interiorità.
Nota bene: per partecipare a questa proposta non occorre essere residente all’Elba! Anche i miei amici che risiedono in Svezia, in Svizzera o in Inghilterra o negli Stati Uniti o in altre zone d’Italia possono partecipare! Basta seguire le istruzioni e lasciarsi andare alla propria creatività!
Ti chiedo, dunque, di essere parte di questo movimento corale e di diffondere questa proposta a chi ritieni possa essere interessato.
Il mio contatto telefonico è 3928695558, la mia mail è adolfosantoro.elba@gmail.com
A presto.
Adolfo Santoro