Cingolani o del disastro ecologico
di Adolfo Santoro - sabato 08 ottobre 2022 ore 08:00
Esiste un ecologismo di destra? Arne Naess aveva risposto di sì a questa domanda e l’aveva chiamato “ecologia superficiale”… ed, in effetti, che cosa c’è di più superficiale della visione ambientalistica di Roberto Cingolani, uno che è riuscito a coniugare le due anime della destra: quella neo-liberista, amica dell’ENI e della finanza, e quella romantica e reazionaria, che chiede “L'energia del futuro? Le stelle! L’universo funziona con la fusione nucleare. Quella è la rinnovabile delle rinnovabili… Se tutto l’Universo funziona con la fusione nucleare, come fate a non accorgervi che questa è la soluzione?”. Questa frase ad effetto, futuristica, sembra non tener conto del fatto che i rischi della fusione nucleare nella gestione delle scorie nucleari, nei costi e nei tempi sono addirittura peggiori di quelli della fissione nucleare.
Eppure Cingolani fin dall’inizio aveva svelato di essere un “uomo senza qualità”, nel senso di Musil, cioè dell’uomo che riassume in sé le non-qualità del proprio secolo. Si direbbe che sia stato il Ministro che non ne ha indovinata nessuna: dalle collusioni con le lobby del fossile, al greenwashing di gas e nucleare, alle promesse che gli italiani non avrebbero avuto problemi col gas, alle trivelle per il gas del sottosuolo italiano.
Fin dall’inizio del 2022 il Movimento 5 stelle, disilluso dall’operato di Cingolani, aveva pensato di sfiduciare il ministro e quindi il governo, ma non ha avuto il coraggio di farlo.
Ma già l’organizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) era preoccupante:
(1) l’economia circolare si fondava sul potenziamento del ciclo dei rifiuti e quindi degli inceneritori e non poneva obiettivi tendenti alla riduzione dei rifiuti (chimica verde, basata sull’organico, riduzione della produzione della plastica);
(2) l’ambiguità nella distinzione tra idrogeno blu e grigio (le cui filiere sono rette da energie fossili) e l’idrogeno verde (che è retto da energia green);
(3) l’assenza di chiari riferimenti allo sviluppo dell’agricoltura ecologica e biologica, alla riduzione degli allevamenti, alla politica del chilometro zero;
(4) la scarsità dell’investimento nell’ecomobilità sia del trasporto pubblico, sia di autobus, sia della mobilità elettrica;
(5) la scarsità dell’investimento nell’efficientamento dellereti idriche nazionali (che perdono il 41% dell’acqua) della depurazione delle acque reflue e della bonificazione dei siti inquinati.
Angelo Bonelli dei Verdi ha così sintetizzato recentemente l’opera di sabotaggio delle rinnovabili e del Pnrr:
(1) al suo Ministero sono bloccate autorizzazioni per 37 gigawhat (GW) di impianti di energie rinnovabili; le autorizzazioni sono ferme presso la commissione speciale Pnrr-Pniec, che dovrebbe accelerare il rilascio delle autorizzazioni per impianti da Fer (le rinnovabili);
(2) il suo Ministero non ha approvato il decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, per cui le richieste di allaccio alla rete elettrica per 280 GW che sono ferme continueranno a rimanere bloccate:
(3) il suo ministero ha bloccato il decreto attuativo delle comunità energetiche che darebbero un forte impulso alla riduzione dei consumi elettrici da idrocarburi con notevole risparmio economico. (sono attualmente quasi un milione gli impianti da Fer per autoconsumo che valgono 10 terawhat/ora (TWh) sui consumi elettrici residenziali, il 15% di quelli nazionali residenziali pari a 66 TWh; se si installassero in meno di 4 anni 70 GW di rinnovabili, sarebbero rimpiazzati 26 miliardi di metri cubi di gas, che sono la quota russa di metano che l’Italia utilizzava nel 2021.
In tutto ciò c’è la buona notizia! Cingolani ha dichiarato in una trasmissione televisiva: “Sto cercando lavoro per il mio futuro, la mia esperienza si conclude come tecnico del governo Draghi, sono stato onorato di servire il paese”.
E invece no! L’esperto di robotica, osannato da Matteo Renzi negli show della Leopolda e promosso da Beppe Grillo a “uno di noi”, vuole attraversare tutto l’arco costituzionale e si è proposto alla Meloni, magari per la sua ghigna di dire “no” ai piombinesi. La Meloni ha declinato l’offerta. Poverina: già deve imparare a tollerare se stessa come capo del governo, già deve sistemare i cimeli Berlusconi, Salvini e tutti quelli che sono saliti sul suo carro, ma si è accorta che il tanto decantato dalla stampa “governo dei migliori” ha eseguito poco e male le indicazioni del PNRR, per cui l’Italia si trova in prospettiva di una “tempesta perfetta”, di cui Cingolani è stato tra i fulmini più fulgidi e tra i tuoni più roboanti.
Adolfo Santoro