E se la vendetta fosse la felicità?
di Federica Giusti - venerdì 01 luglio 2022 ore 07:30
Ogni giorno ascolto storie.
Storie di vita, con protagonisti diversi, vissuti diversi, età diverse eppure qualcosa le accomuna, ossia il malessere che stanno attraversando.
Talvolta è intimo, personale, altre volte si lega al loro contesto di vita: famiglia, amici, colleghi, istituzioni.
E può capitare che faccia capolino la rabbia, quella furente, intensa, che necessita di essere scagliata fuori. E può iniziare a serpeggiare l’idea di vendicarsi.
In un attimo la vendetta sembra diventare una potente lozione lenitiva del dolore immenso che sentiamo dentro. Il solo pensare di ferire chi ci ha feriti senza se e senza ma, ci fa scorgere in noi risorse che nemmeno pensavamo di avere.
Ma poi? Cosa succede se davvero riusciamo a vendicarci con il famoso occhio per occhio dente per dente? Siamo sicuri che poi staremo davvero meglio?
Vi posso assicurare che non accadrà. Perché l’odio genera odio ed è una pericolosa, pericolosissima spirale potenzialmente infinita.
Avete presente quando cercate di smettere di mangiare le patatine, promettendovi “questa è l’ultima”, e poi, nella maggior parte dei casi, non riuscite a smettere perché una tira l’altra? Ecco, la vendetta fa lo stesso effetto.
Ecco perché credo che il miglior modo di reagire di fronte ad un’ingiustizia subita sia andare oltre. Ovviamente non intendo sconfinare nel campo della Legge, per cui, se quella ingiustizia deve essere legalmente gestita, va benissimo. Ma emotivamente si deve fare a noi stessi il grande favore di lasciar andare e continuare a vivere la nostra vita.
E ancora meglio se, elaborato il dolore e preso il tempo per accoglierlo e farci attraversare da lui, andiamo avanti nelle nostre giornate ritrovando la serenità e la felicità.
Un sorriso dettato da un reale benessere può davvero essere potente, molto più di machiavelliche vendette.
Non cedete a chi vi esorta a combattere guerre emotivamente devastanti solo per poter rendere ciò che vi è stato donato in termini di dolore.
Alimentare rabbia e odio richiede energia e nemmeno poca. E sono le vostre energie quelle che spendete. Conti alla mano, forse, fare un lungo e profondo respiro e ignorare le offese di chi vuole solo provocarvi, risparmiare le vostre risorse, può davvero essere un grande gesto d’amore e di cura verso di voi.
Scegliete per chi vale la pena arrabbiarsi e poi ricordatevi di essere felici!
Federica Giusti