Cuoricini, cuoricini
di Federica Giusti - venerdì 07 marzo 2025 ore 09:00

Il testo dei Coma Cosa è uno dei miei preferiti di questo Festival. Come sempre Fausto e California, hanno saputo rendere leggero un tema importante e sempre più presente nelle relazioni.
Come ho più volte sottolineato, adoro lavorare con le coppie, e capita sempre più di frequente che uno degli argomenti di discussione - e non solo tra i più giovani!- sia proprio la percezione online della coppia.
Nel testo si fa riferimento al fatto che il protagonista si senta frustrato ed impotente davanti all’idea che contino di più le immagini date all’esterno piuttosto che l’autenticità della coppia- i cuoricini sono i like che si ottengono postando e condividendo sui social, ma non sempre, purtroppo, ciò che condividiamo è riferito alla realtà della situazione.
Nelle coppie ci si accusa di non condividere abbastanza o non ripostare ciò che il partner ha condiviso ed è sempre più necessario mettere in piazza ogni cosa.
Viviamo in un’epoca nella quale il limite tra privato e pubblico è davvero molto sottile. Sembra essere di vitale importanza far sapere all’altro dove siamo, cosa stiamo facendo, con chi lo stiamo facendo, piuttosto che goderci l’esperienza in totale libertà. E la cosa strana è che non si condividono solo le cose belle. Molte volte anche le criticità, i dolori, vengono resi pubblici prima ancora che siano stati elaborati. Foto di ospedali, lutti, traumi affollano le nostre bacheche in cerca di cuoricini.
La nostra società è la più connessa di sempre eppure tutto questo non può non far pensare ad una forte crisi relazionale, ad una percezione di solitudine che necessita dei cuoricini per poter essere placata.
Il fatto che spesso trascuriamo, sta nella dipendenza che questi like attivano, una vera e propria rincorsa alla dopamina. Sono piccole ricompense immediate che andiamo ad attenere e che ci gratificano, innalzando la nostra autostima. Ma, essendo qualcosa di non certo e non consolidato da vere e proprie relazioni sociali, nel momento in cui vengono a mancare, ci accade qualcosa di simile ad una crisi di astinenza: ricerchiamo spasmodicamente quel consenso perché ormai ne siamo dipendenti.
Ecco perché ho apprezzato molto il testo dei Coma Cose, perché può essere un utile strumento per la riflessione, non solo per i giovanissimi.
Ognuno di noi utilizza i social e ognuno è convinto di farne un uso sano ed equilibrato, ma siamo tutti a rischio di dipendenza, per questo potremmo prestare una maggiore attenzione. I cellulari spesso indicano il tempo di connessione e io mi stupisco sempre di aver trascorso sui social tutto quel tempo lì, la mia percezione è nettamente inferiore. Ma il sistema della dopamina funziona così: ci porta ad un iperconsumo senza che ce ne rendiamo conto. Qualche momento di detox può davvero essere utile.
Vi va di provare insieme?
Federica Giusti