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venerdì 04 ottobre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Ristrutturare...che passione!!!

di Federica Giusti - venerdì 12 agosto 2022 ore 09:00

Cosa c’entrano i lavori a casa con la psicologia?! Beh, vi assicuro molto più di quanto potrebbe sembrare!

Quando, qualche settimana fa, ho scritto a Marco Migli, il Direttore di Quinews per informarlo che ero dietro ai lavori a casa e non sarei riuscita per un paio di settimane a pubblicare il Blog, mi ha suggerito di pensare ad un articolo sullo stress da ristrutturazione, e gli ho dato retta!

In effetti, parlando anche con pazienti che stanno affrontando o hanno di recente affrontato questo momento, emerge un forte stato di tensione e preoccupazione, misto a stanchezza fisica e mentale ma, per fortuna direi, anche a grandi soddisfazioni.

Innanzitutto partiamo dal presupposto che la casa è il luogo nel quale dovremmo trovare riparo, ristoro, protezione e calore, dove riuscire a ricaricarsi per affrontare le nostre piccole sfide quotidiane. Va da se che quando la casa è letteralmente sotto sopra, diventa tutto molto difficile.

Chi deve proprio lasciarla o è in attesa che venga terminata per mettervi piede per la prima volta, probabilmente si trova in una situazione non troppo comoda, una soluzione di passaggio, verosimilmente con scatoloni da tutte le parti. Chi, come la sottoscritta, ha deciso di rimanere in casa anche durante importanti opere di demolizione, si è trovato verosimilmente a vivere confinato in una stanza, perdendo ogni comfort possibile ed immaginabile. Io e Luca eravamo relegati in camera, diventata anche ripostiglio e zona bar per la colazione, noi e le nostre due gatte, un ventilatore, un microonde, una macchinetta del caffè e un bagno di servizio. E non vi nego che in alcuni momenti è stato davvero complicato, e, in altri, molto divertente, una sorta di revival adolescenziale delle prime vacanze sconclusionate con le amiche.

E poi ci sono gli stress per i ritardi nelle consegne, chiamare idraulico ed elettricista, parlare con i tecnici, seguire l’impresa, fare giri infiniti in banca, tenere d’occhio la contabilità e i pagamenti, il timore dei rincari e degli imprevisti fuori budget, le girate all’isola ecologica e la polvere. Chili e chili di polvere ostinatamente presente su tutto e su tutti.

Ed è chiaro che tutto questo stanca e stanca molto al livello mentale. Siamo più tesi e nervosi, riposiamo peggio perché siamo preoccupati e non ci sentiamo nelle condizioni migliori per affrontare le nostre giornate ricche di impegni.

Ma allora perché siamo portati ad addentrarci in un mondo così spinoso? Perché, come dicevo prima, alla fine la soddisfazione è molta.

Ricostruire permette di adattare il nostro ambiente a noi, a farlo più simile a come siamo e come ci sentiamo. Io avevo fatto i lavori dieci anni fa, e avevo letteralmente riempito la casa di cose, oggetti, mobili, libri. Colori molto accesi e decisi. Era lo specchio di come eravamo io e Luca alle soglie dei trent’anni.

Adesso, invece, mi sto trovando a togliere, ad alleggerire. Colori più tenui, linee più nette, meno suppellettili. La casa 20.22 rappresenta noi nella versione quarantenne, più solida, più decisa, più sicura forse, e con una maggiore necessità di togliere. Direi molto in linea con la visione della scultura di Michelangelo che la considerava l’arte del togliere!

E voi avete mai ristrutturato? Come è andata? Se vi va raccontatemelo!

Federica Giusti

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