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martedì 19 marzo 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

L'amico

di Libero Venturi - domenica 10 gennaio 2021 ore 07:30

Brutto borgo è Buti: a valle/ tra le rocce grige e ignude/ il Riomagno brontolando/ va di Bientina al Palude. Non è vero, Buti non è brutto, il Carducci si sbagliava. E allora la “sua” Santa Maria a Monte per cui scrisse: “O cara al pensier mio terra gentile” ?Che infatti è un bel paesino, ma Buti non è mica da meno! L’illustre premio Nobel non è stato imparziale. Pare che, subito dopo aver ricevuto la visita del messo dell'Accademia di Svezia che gli portava la notizia del Nobel per la letteratura, abbia detto alla moglie: «Hai visto che non sono un cretino come hai sempre sostenuto?».

Comunque Buti è un bel borgo; capace sarebbe stato ancora più bello se nel dopoguerra non fosse stato coperto il Riomagno che lo attraversa, eliminando i ponti, per allargare Piazza Garibaldi. Ma c’era bisogno di un’agorà e di un parcheggio centrale ed il progresso è progresso, nel bene e nel male. Buti è terra di maggianti e cantori in ottava rima. Due teatri, uno ai piedi del monte Serra, l’altro tra i “motosi” di Cascine, a valle, per un popolo di poco più di 5.500 anime. Un po’ montanari i butesi sono, ulivicoltori, cestai, artigiani. Con una loro inflessione vernacolare, un intraprendente spirito associativo, fieri e determinati. Cocciuti alle volte. Un dono di natura.

Ho un amico -ci si conosce da anni non voglio ricordare quanti, se no mi piglia male- che lui il vaccino, dice, non se lo farà. È over 70 come il sottoscritto e quindi a rischio, ma pensa che il Covid sia un bluff economico, finanziario e politico: sono le sue parole. E certo se così fosse sarebbe un bluff molto azzardato! L’intero mondo coinvolto, contagiati, morti e lockdown da tutte le parti, quelle democratiche e non solo. Tuttavia lui afferma di non essere “no vax” e nemmeno “negazionista”, se qualcuno glielo dice, minaccia querele: solo, ripete, il vaccino non me lo faccio, neanche morto. Finora ha sempre ottemperato alle misure del governo, ma adesso non le sopporta più. È un 5Stelle, variante butese, la più difficile. È perfino in rotta con il suo movimento perché alleato, dice, con il peggior partito che la sinistra abbia mai prodotto. Che poi sarebbe il mio. Ma continua a chiamarmi compagno. Se no a che servono gli amici? Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente, avrebbe detto il presidente Mao, ma il mio amico tifa per Putin. E vabbè. Dobbiamo litigare? Sono opinioni, diceva Voltaire con quello che segue.

Intanto mi manda tutte le cavolate di Facebook anche se gli ho detto che non sono social e per fortuna non posso aprirle. E non voglio. E poi, dato che i pensionati come noi sono affetti dal virus TIVVÙ, incurabile, mi manda dalla rete le miti dissertazioni televisive di Valerio Malvezzi, già parlamentare della Lega, che spara ad alzo zero contro l’oligarchia finanziaria-antidemocratica-europea. E va già bene, perché ci risparmia il complotto demo-pluto-giudaico-massonico nonché bolscevico di mussoliniana memoria. Benché un pensierino a Soros potrebbe anche starci. Già che ci siamo. Tutti questi esperti di finanza, nemici della finanza, mi fanno impazzire.

E poi il professor Roberto Bernabei, gerontologo illustre, marito di Sydne Rome, che svela che di Covid muoiono solo i vecchi, ma quelli vecchi vecchi e anche piuttosto malati. Grazie al cazzo professore, verrebbe da dire ad essere sboccati, bella scoperta! Nel mondo quasi due milioni di persone, ma forse era la su’ ora. Che dice?

E la perla assoluta è il grande Luc Montagner, premio Nobel per le sue ricerche sul virus HIV, quello dell’AIDS. Che nemmeno lui si vaccinerà e consiglia piuttosto cure e terapie: azitromicina, idrossiclorochina, Plaquenil, farmaci, dice, a base di elementi naturali con cui sono stati conseguiti ottimi risultati contro la Malaria. Equipollente paragone. Del resto, sostiene il grande vecchio, non si sa ancora se il Covid sia uscito dal laboratorio cinese di Wuhan o da altri laboratori americani. A dimostrazione che nemmeno il conferimento del Nobel esenta dal rincoglionimento senile, Montagner ha sostenuto i “no vax”, l’omeopatia, la memoria dell’acqua, l’uso della papaya contro Sars e morbo di Parkinson e pure le teorie vaccinali come causa dell’autismo. Ha dichiarato inoltre che nella diffusione dell’attuale pandemia avrebbero potuto avere un ruolo anche le frequenze elettromagnetiche della tecnologia 5G, recentemente introdotta e ampiamente diffusa proprio a Wuhan. E tutto questo senza uno straccio di documentazione scientifica, cosa che trattandosi di uno scienziato, appare alquanto discutibile. Bizzarra, direi. E, a proposito di Nobel, trentaquattro premi Nobel, colleghi di Montagner, hanno protestato per le sue tesi pseudoscientifiche e i suoi studi definiti “scienza patologica”.

Oggi non importa più provare ciò che si afferma. È sufficiente l’effetto annuncio. Dell’evidenza scientifica, delle prove chi se ne frega! “Basta la parola”, come la pubblicità del Confetto Falqui, un purgante di tanti anni fa. È come quando quel mascalzone, eversore di Trump, dopo aver tentato forzature di ogni tipo, ha mobilitato i suoi elettori contro i brogli elettorali che avrebbero portato alla vittoria di Biden. Non ci sono prove, né si riescono a trovare, ma non importa. E così il Presidente uscente ha fomentato la rivolta che ha portato all’occupazione del Parlamento da parte di facinorosi e bande armate che le insufficienti e talora arrendevoli forze di polizia non sono riuscite a fronteggiare. La polizia era apparsa assai più determinata contro le manifestazioni del movimento “Black lives matter”. Unanime la condanna. Giorgia Meloni si limita a twittare: «mi auguro che le violenze cessino subito, come chiesto dal Presidente Trump». Il pacificatore. E sorprende anche la timidezza del pronunciamento di Conte. “Giuseppi” -così lo ribattezzò Trump- parla di generica violenza senza individuarne responsabilità. Tanto per capire con chi abbiamo a che fare.

Ma, tornando alle polemiche sul vaccino, il mio amico è attratto da tutto ciò che è “anti sistema” e giudica anche me coinvolto -pur riconoscendomi forse il beneficio della buona fede- tra i veri complottisti: quelli che hanno costretto e sottomesso alle più retrive e conservatrici logiche economico-finanziarie liberiste questo mondo. E se anch’io spesso ripeto “c’è del marcio in Danimarca”, così “rivoluzionario” non mi sento. Preferisco rimanere quello che sono: un modesto, seppur convinto riformatore.

Del resto non capisco più molte cose, ormai, e mi dispiace. Abbiamo lavorato tanto insieme in passato e mi rattrista il fatto che ora non ci troviamo più d’accordo su niente. Con il tempo l’amico mi si è radicalizzato molto e perfino un po’ incattivito. Perché questa critica alla sinistra, in cui entrambi abbiamo militato, è ingenerosa, in fondo. Ne abbiamo provate di tutte: leader e programmi diversi tra loro. Più goscisti, più centristi, più centrosinistri, più radical o liberal e non è andato bene niente e nessuno. Sarà questione delle politiche, ma forse è anche la società che si è frammentata, rifiutando la politica che ha avuto molti torti, ma altrettanti detrattori interessati tra i vari poteri che compongono un paese. Perché alla nostra crisi non ha corrisposto un chiaro segnale in altra direzione, se non quello dei 5Stelle che per l’appunto non vanno da nessuna parte e, dall’altra sponda, quello della destra, che però è tutta un’altra storia.

Ma d’altronde non capisco nemmeno cosa diavolo si propone Renzi con quel minuscolo partito, ago della bilancia, se non far saltare la bilancia, pur sapendo che dopo peserà anche meno di ora. E ci sarebbero pure una pandemia in corso da fronteggiare e dei fondi europei da orientare bene. Sostengono da “Italia viva” che non sia questione di ministeri, che anzi sarebbero pronti ad abbandonare, però, secondo quali, anche ad accogliere ben volentieri. E devo dire che anche il premier Conte, forte dei suoi DPCM -non ricordo più nemmeno quanti- e del consenso personale, mi pare che stenti a prefigurare una politica che non sia emergenziale, disancorata dai 5Stelle, così incerti ed evanescenti a livello nazionale, per non parlare dell’Europa. Altro che “Italia viva” sembra il “cupio dissolvi”.

Intanto Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, dichiara che il Paese ripartirà e il 2021 «a livello macroeconomico sarà l’anno del rimbalzo». Rassicurati, stiamo assoldando i migliori cestisti nazionali. I disoccupati lunghi, pronti sotto canestro per il taglia-fuori. Bene sono andati solo il settore alimentare, della grande distribuzione e quello informatico, dei servizi on line. A cui si aggiungerà il settore del farmaco. Piuttosto che niente è meglio piuttosto. Ma nemmeno il mio senile e moderato riformismo arriva fino a tanto.

E anche la natura, violata, si vendica. Nelle località a più bassa quota, dove non nevicava da tempo, sono caduti tre metri di neve e nevica ancora. E ora che si sarebbero potute riaprire le piste da sci, non si può a causa della pandemia. La natura ama nascondersi e farsi beffe di noi. Ben ci sta.

Ma tornando all’amico, gli voglio dire in conclusione solo una cosa. Non condivido le tue opinioni e non mi batterò perché tu possa attuarle. Al netto di ogni opinabile idea, c’è di mezzo la salute degli altri. Non sono uno scienziato, non sono catastrofista, neanche negazionista. E non capisco nemmeno il fronte dei dissociati: né con il Covid, né con lo Stato. Ti dico solo questo: se non per te che non vorresti -ma che di primo pelo non sei- ti dovresti vaccinare, quando sarà il nostro turno, per i tuoi cari che magari la pensano come te, ma non importa. Per i nostri nipoti che non la pensano ancora. Insomma per gli altri, per il prossimo, per i più fragili, per coloro in favore dei quali, amico mio, abbiamo speso, un tempo, gran parte delle nostre discutibili vite. Buona domenica e buona fortuna.

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi